Il social freezing è una tecnica che prevede il congelamento degli ovuli o la crioconservazione del tessuto ovarico: è un metodo di preservazione della fertilità che permette alle donne di posticipare il momento della gravidanza anche oltre una certa età.
Fisiologicamente le probabilità di riuscire a concepire diminuiscono con il passare degli anni in quanto sia la qualità degli ovociti sia la loro quantità si riduce progressivamente.
La riserva ovarica, che corrisponde alla dotazione ovarica di ogni donna, non è infinita ma decresce già appena dopo la nascita. Da una dotazione iniziale di 1-2 milioni di ovuli, al momento del menarca si sono già ridotti a 3-400 mila, per continuare a ridursi fino alla menopausa.
Il congelamento degli ovuli, pertanto, rappresenta una possibilità di prolungare il periodo fertile e di aumentare le probabilità di concepimento, in quanto gli ovuli criocongelati vengono raccolti quando la donna è ancora giovane e conservano le stesse caratteristiche che avevano al momento del congelamento.
Il congelamento degli ovuli è un procedimento attraverso il quale gli ovociti vengono raccolti e congelati per essere riutilizzati in un periodo successivo. Per potersi sottoporre a questa tecnica, sono necessari alcuni esami preventivi.
Passati i test preliminari, viene prescritto un ciclo di stimolazione ovarica attraverso la somministrazione di ormoni, seguendo lo stesso procedimento che si usa per la fecondazione in vitro.
Ciò dovrebbe indurre la maturazione dei follicoli, che verranno monitorati attraverso successive ecografie transvaginali e ulteriori analisi ematiche con i dosaggi ormonali.
Il processo di stimolazione generalmente dura una o due settimane, alla fine delle quali gli ovuli saranno pronti per il congelamento.
Quando gli ovociti saranno giunti a maturazione, verranno prelevati per via vaginale: a differenza della fecondazione in vitro, durante la quale gli ovociti vengono uniti allo sperma, in questo caso vengono invece aggiunti a un crioprotettore, che serve a proteggere le uova, e congelate attraverso la tecnica di congelamento lento oppure attraverso vitrificazione.
A seconda del numero e dalla qualità di ovociti che si riescono a crioconservare le probabilità di successo della procedura possono essere diverse. Se ci si sottopone a social freezing prima dei 35 anni è probabile che il numero di ovociti sia superiore e, di conseguenza, nel momento in cui si procederà alla procreazione assistita, è più facile che si riesca a raggiungere il concepimento.
Ciò, tuttavia, non esclude che si possa provare la conservazione degli ovuli anche dopo il 35 anni.
Negli ultimi anni, al congelamento degli ovuli si è aggiunta un’altra tecnica: la crioconservazione del tessuto ovarico.
Il prelievo del tessuto ovarico avviene attraverso una biopsia laparoscopica, in seguito alla quale il tessuto viene sottoposto a un procedimento di congelamento lento, grazie al quale può essere perfettamente conservato e mantenere le caratteristiche originarie.
Nel momento del reimpianto, il tessuto ovarico congelato permette di conservare la fertilità anche in pazienti che hanno subito terapie oncologiche che possono aver influito negativamente sull’apparato riproduttore.
I motivi per cui sottoporsi alle tecniche di preservazione della fertilità possono essere numerosi e diversi tra di loro.
Di solito, si parla di social freezing quando le tecniche di preservazione della fertilità vengono messe in atto per motivi di tipo sociale. Invece, quando la scelta di crioconservare gli ovuli dipende da motivi di salute, per esempio per la presenza di un tumore o di altre malattie che ostacolano la possibilità di avere figli, si parla di medical freezing.
In molti casi, le donne che ricorrono a social freezing affermano di aver fatto questa scelta in quanto desiderano una maternità in futuro, ma non si sentono ancora pronte per avere un figlio oppure non hanno ancora trovato il partner giusto con cui costruire una famiglia.
In altri casi possono esserci motivi legati alla realizzazione professionale o, semplicemente, all’ottenimento di un lavoro stabile: oggi molte donne studiano e l’entrata nel mondo del lavoro spesso inizia più tardi rispetto a un tempo. Spesso le donne, inoltre, possono avere maggiori difficoltà a trovare occupazione rispetto a un uomo con lo stesso titolo di studio.
Tutto ciò spesso ostacola il desiderio di maternità e obbliga a posticipare la decisione di cercare una gravidanza.
Le tecniche di preservazione della fertilità sono adatte per tutte quelle donne che vogliono mantenere inalterata la possibilità di procreare.
In linea di massima, prima si accede al social freezing maggiori sono le probabilità di successo, tuttavia ci sono buone possibilità che si riesca a concepire anche se ci si sottopone a queste tecniche dopo i 35 anni.
Spesso accade che le donne scoprano di desiderare la maternità quando già sono vicine alla menopausa: questo può essere dovuto al fatto che quando si è più giovani non si interpreta come un rischio concreto quello di non riuscire a concepire mentre, in seguito, ci si rende conto che rimane sempre meno tempo a disposizione. Inoltre, talvolta, quando si è più giovani si è presi da altre occupazioni e preoccupazioni e si procrastina la decisione a momenti più favorevoli.
Di conseguenza, anche se non si vive la gravidanza come una necessità immediata, può essere consigliato prendere in considerazione queste tecniche per garantirsi una possibilità futura di diventare ancora genitori.
Infine, per chi deve sottoporsi a terapie oncologiche o per chi ha malattie che possono ostacolare il concepimento, come l’endometriosi, queste tecniche rappresentano una concreta possibilità di diventare genitore.
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