Gli esami da fare in gravidanza mese per mese

Pubblicato il 29 Ottobre 2021

Molte gestanti si chiedono quali siano gli esami da fare in gravidanza e quando vadano eseguiti.

Nell’arco dei nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita del bambino, la gravidanza rappresenta un percorso durante il quale mamma e feto subiscono dei cambiamenti molto importanti.

Sebbene la gravidanza non debba essere considerata alla stregua di una malattia, è comunque un periodo particolare della vita, durante il quale sono necessarie alcune cautele in più: sottoporsi agli esami diagnostici nei tempi corretti è un aspetto da non tralasciare.

Se esistono esami da fare prima della gravidanza, una volta che si è raggiunto il concepimento e la gravidanza è avviata, è opportuno sottoporsi a un’altra serie di esami che consentono di tenere monitorato l’andamento della gestazione.

Mese per mese, ci sono specifici esami da fare in gravidanza attraverso i quali si può valutare la crescita del feto e scoprire in tempi brevi eventuali anomalie, in modo che possano essere corrette per tempo.

Nulla, dunque, di cui spaventarsi, ma da tenere nella dovuta considerazione.

Il calendario degli esami da fare in gravidanza

Gli esami da fare in gravidanza sono legati a dei momenti specifici della gestazione.

Mentre alcuni esami vanno ripetuti con una cadenza regolare, altri vanno svolti in un periodo preciso. In questo senso, è importante capire come fare il calcolo settimane gravidanza per essere sempre a conoscenza della settimana in cui ci si trova.

Gli esami da fare in gravidanza – Campagna del Cavolo

Gli esami da fare nel primo trimestre di gravidanza

Il primo trimestre di gravidanza è quello in cui si svolgono gli esami per accertare che effettivamente la gravidanza abbia avuto inizio e per valutare le condizioni anamnestiche della mamma.

Nel primo mese di gravidanza è raro che già ci si sottoponga a esami in quanto, di solito, questo periodo scorre senza che ci si renda conto di essere già incinte.

Di solito, infatti, la prima visita ginecologica, dopo il test di gravidanza positivo, si fa verso la 6°-8° settimana.

  • Esami ematici completi ed esami delle urine: una volta che si è appurato l’inizio della gravidanza, il ginecologo prescrive le analisi del sangue complete, per valutare la situazione anamnestica della mamma. In particolare, vengono richiesti gli esami per la glicemia, l’esame per valutare gli anticorpi della rosolia, la toxoplasmosi e il citomegalovirus. Anche gli esami delle urine vengono prescritti per valutare che non ci siano infezioni in corso.
  • Prima ecografia ostetrica: si tratta di una ecografia che va svolta tra l’11° e la 13° settimana, e attraverso questo esame viene per la prima volta datata la gravidanza. Permette di controllare il battito fetale e di osservare i movimenti del feto.
  • Translucenza nucale: viene chiamata anche Bi-test in quanto è un esame che incrocia ecografia ed esami ematici. Vengono infatti confrontati i parametri ecografici e i dosaggi di due proteine. Serve a evidenziare eventuali anomalie cromosomiche. Anche questo esame si fa tra l’11° e la 13° settimana.
  • Villocentesi: è un esame attraverso il quale vengono prelevati i villi coriali dalla placenta per valutare possibili malattie genetiche. Non viene sempre svolta, ma solo nei casi di rischio reale di patologie. Si svolge tra la 10° e la 13° settimana.

Gli esami da fare nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre proseguono gli esami di controllo per valutare la crescita corretta del feto, oltre che la condizione della mamma.

  • Esami ematici e urine: alcuni esami ematici vanno ripetuti con una certa cadenza. Per esempio, il test della rosolia e quello della toxoplasmosi, nel caso in cui fossero stati negativi al primo esame, sono da ripetere per accertarsi che la mamma non sia stata contagiata durante la gravidanza. Se ha fatto il vaccino contro la rosolia, non è necessario ripetere il test. Per quanto riguarda l’esame delle urine, anch’esse vanno ripetute.
  • Seconda ecografia ostetrica (morfologica): la seconda ecografia viene chiamata morfologica perché è quella attraverso la quale si può valutare lo sviluppo del feto dal punto di vista della formazione degli arti e degli organi interni. Con questa ecografia, in genere, si può capire se si tratta di maschio o di femmina.
  • Curva glicemica: si tratta di un esame da effettuare per escludere che ci sia diabete gestazionale. Si effettua tramite due prelievi di sangue consecutivi, uno a stomaco vuoto, e l’altro dopo aver assunto una soluzione contenente zuccheri. È da fare tra la 24° e la 28° settimana.

Gli esami da fare nel terzo trimestre

Nell’ultimo trimestre gli esami da fare rispecchiano grossomodo quelli del secondo trimestre, a cui si aggiungono quelli che permettono di fare il controllo del peso e altri esami specifici.

  • Esame del sangue e delle urine: a quelli di routine, in questa fase si aggiungono il test di Coombs indiretto per verificare la compatibilità del sangue materno con quello del feto. Serve per evitare il rischio di anemia emolitica. Infatti, se l’Rh della mamma è negativo e quello del bambino è positivo, non c’è compatibilità. Nel caso durante il parto ci fosse un contatto di sangue, il sistema immunitario della mamma potrebbe produrre anticorpi anti-Rh e provocare anemia emolitica nel feto.
  • Terza ecografia ostetrica: facendo riferimento alle misure calcolate con la seconda ecografia, si valuta la crescita del feto e ne si calcola il peso.
  • Tampone vagino-rettale: si esegue tra la 36° e la 37° settimana per individuale la presenza di streptococco beta-emolitico B. È un batterio innocuo per la mamma, ma che potrebbe essere pericoloso per il feto se venisse in contatto con esso al momento del parto.
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