La crioconservazione degli ovociti è una strada piuttosto interessante per quelle donne che desiderano attuare tecniche di social freezing e preservare così la maternità futura.
I dati parlano chiaro: le donne giungono alla maternità sempre più tardi. I motivi sono molti e le situazioni spesso si complicano a causa di uno stile di vita che oggi rende sempre più difficile gestire famiglia e lavoro.
In Italia le politiche sociali in questo senso sono ancora piuttosto carenti e spesso le donne sono costrette a posticipare la maternità in quanto hanno difficoltà a trovare lavoro o a consolidare la propria posizione lavorativa.
Non è un mistero che le retribuzioni medie per le donne, a parità di posizione lavorativa, siano nettamente inferiori a quelle degli uomini. A ciò si aggiunge in fatto che le possibilità di far carriera per le donne sono decisamente più ridotte.
Un rapporto[1] di Save the Children, pubblicato a maggio 2022, e non per nulla intitolato “Le equilibriste: la maternità in Italia nel 2022”, mette in luce tutte queste difficoltà.
Il report pubblicato da Save the Children rappresenta un quadro piuttosto critico in relazione alla situazione delle donne e, in particolare, delle mamme italiane.
Se le difficoltà che derivano dalle condizioni delle donne sono un serio problema a livello personale, a livello sociale sono altrettanto dannose.
Da una parte, la prima conseguenza è la denatalità, che porta a un crescente aumento dell’età media della popolazione italiana e una sproporzione tra il numero di persone che appartengono alla fascia di popolazione più anziana rispetto a quelli che fanno parte di quella più giovane. Nei prossimi anni, secondo i dati dell’Inps, potrebbero aumentare gli squilibri nel sistema pensionistico, se si considera che già oggi tutto il sistema previdenziale e del welfare, che interessa 59 milioni di persone, è sostenuto da appena 23 milioni di lavoratori.
Dall’altra parte, le donne spesso si trovano a dover rinunciare al lavoro e alla carriera per seguire la famiglia: ciò ha conseguenze negative anche sulla crescita del nostro paese, in quanto induce una diminuzione delle risorse, delle competenze, delle energie e delle capacità che le donne stesse potrebbero generare con la loro attività.
Se si tratta di una condizione ormai generalizzata che richiederà negli anni futuri un serio intervento da parte delle parti sociali e politiche, è pur vero che ogni donna che desideri la maternità, o che comunque non la escluda, può tutelare la possibilità di concepire.
Il social freezing, attraverso la crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale, permette infatti di garantire la fertilità futura prelevando e conservando i gameti, che potranno essere utilizzati nel momento in cui si desideri la maternità.
Quando si è costretti a posticipare la maternità, il rischio di non riuscire a concepire nel momento in cui poi lo si desidererebbe aumenta.
Infatti, fisiologicamente, con il passare degli anni la fecondità diminuisce. La donna ha un picco della fertilità attorno ai 25-30 anni, poi le probabilità di riuscire a concepire iniziano a diminuire. Dopo i 32 anni c’è già un sensibile calo della fertilità, che si riduce ancora dopo i 38 anni. Anche per quanto riguarda gli uomini, a differenza di ciò che si pensa abitualmente, le probabilità di riuscire a concepire si riducono con l’aumentare dell’età, in quanto sia la qualità che la quantità di spermatozoi con l’età tendono a diminuire.
Oggi mediamente le donne iniziano a ricercare la gravidanza dopo i 31 anni: ciò significa che si trovano già nella parabola discendente della fertilità. Non è strano, perciò, che i casi di infertilità siano in crescita. Secondo i dati dell’ISS del 2019, circa il 15% delle coppie sarebbe infertile. Questo incide sul tasso di fecondità, tant’è che il numero medio di figli per donna si assesta attorno all’1,3: ben al di sotto del 2, che è la condizione di mantenimento della popolazione.
La crioconservazione degli ovociti è la principale tecnica di social freezing, grazie alla quale viene salvaguardata la propria capacità di concepire.
Gli ovociti devono essere prelevati in età fertile: viene fortemente consigliato di accostarsi a questa tecnica prima dei 35-36 anni, ma non è detto che non si possa farlo anche più avanti, a seconda delle condizioni della riserva ovarica. In ogni caso, se viene utilizzata questa tecnica in giovane età, le probabilità di successo sono superiori.
Gli ovociti criocongelati si mantengono nelle stesse condizioni in cui si trovavano prima del prelievo. Di conseguenza, quando vengono utilizzati sono nelle condizioni ottimali per poter concepire e non subiscono il deterioramento che avviene invece fisiologicamente. Le donne che decidono di sottoporsi a questa tecnica possono concepire anche oltre i 40 anni.
La crioconservazione degli ovociti avviene attraverso diversi passaggi che consentono di verificare le condizioni della donna, preparare gli ovociti per la raccolta, prelevarli e criocongelarli.
[1]https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2022_0.pdf
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