Ferro in gravidanza: perché è così importante

Ferro in gravidanza: perché è così importante

Pubblicato il 9 Aprile 2021

Il corretto sviluppo e il benessere del feto sono condizionati da diversi fattori, tra i quali sono particolarmente importanti anche l’ambiente e l’alimentazione della mamma durante la gravidanza.

Infatti, indipendentemente dai caratteri genetici, lo stato di salute dei genitori, anche nel periodo di tempo che precede il concepimento, può influenzare il percorso di sviluppo durante la gravidanza.

Per quanto riguarda l’alimentazione e le condizioni di salute della mamma è particolarmente importante il quantitativo di ferro in gravidanza.

Mancanza di ferro in gravidanza: che cosa comporta

Durante la gravidanza il fabbisogno di ferro è più elevato che nella normalità: se per una donna non in stato gravidico può essere sufficiente un quantitativo di 18 mg di ferro al giorno, una donna incinta ha necessità di almeno 30 mg al giorno.

Il ferro basso in gravidanza è un disturbo molto comune: si calcola che circa il 40% delle donne in gravidanza si trovi ad affrontare questo problema, che è importante diagnosticare e correggere tempestivamente.

Soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza è indispensabile avere il sufficiente apporto di ferro per una buona salute del feto ma anche della mamma.

ferro in gravidanza - Campagna del Cavolo
  • Per il bambino le conseguenze più importanti sono il rischio di un parto prematuro e di un peso alla nascita troppo basso. Nei casi più gravi, l’anemia gravidica può interferire con l’ossigenazione del feto.
  • Per la mamma, invece, c’è il rischio che durante il parto, nel quale fisiologicamente viene perso molto sangue, si abbassi ulteriormente il livello di emoglobina tanto da poter essere necessaria una trasfusione. Inoltre, l’anemia aumenta il rischio di infezioni materne dopo il parto.

L’anemia gravidica: che cos’è

L’anemia in gravidanza interessa circa un terzo delle donne nell’ultimo trimestre di gravidanza. I motivi che la generano sono due:

  • Carenza di ferro: avviene quando l’assunzione di ferro non è sufficiente, quando il ferro non viene assorbito correttamente dall’organismo oppure quando vi sono condizioni che provocano sanguinamento cronico. Ciò può essere causato, per esempio, da mestruazioni molto abbondanti oppure da patologie o lesioni a carico dell’apparato gastro-intestinale. In genere, in gravidanza la carenza di ferro è fisiologica, in quanto la quantità da assumere è circa doppia rispetto alle condizioni di normalità.
  • Carenza di folati: anche questo caso spesso si verifica a causa di un apporto inadeguato di acido folico o per un non corretto assorbimento. In genere, questa carenza può essere corretta attraverso una adeguata alimentazione e con l’utilizzo di integratori. I folati sono utili per la formazione dei globuli rossi e sono indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto.

Ferro basso in gravidanza: i sintomi

Durante la gravidanza sono previsti degli esami ematici e strumentali che permettono di tenere monitorate le condizioni di salute della mamma e del nascituro.

Tenere sotto controllo anche il valore del ferro in gravidanza è, perciò, particolarmente utile. L’esame dell’emocromo viene ripetuto a scadenze fisse e, in particolare, è previsto il controllo di questo valore alla 28° settimana, in quanto da questa fase in poi il rischio di anemia gravidica aumenta.

L’anemia gravidica spesso si presenta senza sintomi evidenti, soprattutto nelle prime fasi. Altre volte i sintomi possono essere presenti, ma si possono confondere con altri disturbi tipici della gravidanza.

Uno dei segnali, di solito, più indicativi della mancanza di ferro in gravidanza è il pallore della pelle e delle labbra. Inoltre, talvolta, si possono notare anche altre condizioni:

  • Senso di affaticamento costante;
  • Giramento di testa e senso di vertigini;
  • Dolore alla testa;
  • Battito cardiaco più lento o, comunque, irregolare;
  • Bassa temperatura soprattutto nelle estremità;
  • Nervosismo e irritabilità.

Combattere l’anemia: alimenti ricchi di ferro

Oltre ad avere una alimentazione sana e corretta, in gravidanza è bene tenere in considerazione anche il quantitativo di ferro che si assume con il cibo.

Gli alimenti ricchi di ferro sono numerosi, tuttavia, non tutti i cibi possono essere assunti con disinvoltura. Per esempio, la carne rossa ne contiene una buona quantità, soprattutto se consumata cruda.

In gravidanza, però, la carne cruda, così come gli insaccati crudi e le uova, non andrebbero consumati per scongiurare il rischio di toxoplasmosi che può essere molto dannosa per il feto.

Gli alimenti di origine animale, come la carne rossa, la carne di tacchino, il fegato e le frattaglie, il pesce e il tuorlo dell’uovo, contengono il cosiddetto ferro eme. Negli alimenti di origine vegetale, come i legumi, i funghi secchi, i cereali, la frutta secca, etc., è invece presente il ferro non-eme. Si tratta di due tipi di ferro che si differenziano in base al meccanismo con il quale si assimilano.

Il ferro eme viene assimilato dalla mucosa dell’intestino e non subisce alterazione dell’assorbimento da inibitori né da promotori. Al contrario il ferro non-eme può avere un assorbimento variabile.

Tuttavia, esistono delle associazioni di sostanze nutritive che possono favorire l’assorbimento: in particolare, si è riscontrato che nelle verdure ricche di ferro che hanno anche un buon contenuto di vitamina C vi è un maggiore assorbimento. Si tratta, per esempio, del cavolo cappuccio e dei broccoli.

Al contrario l’associazione con altri tipi di alimenti, come i latticini, il tè e il caffè, potrebbe provocare un più difficile assorbimento del ferro da parte dell’intestino.

Gli integratori di ferro in gravidanza: quando assumerli

Molto spesso avviene che per compensare carenze di ferro in gravidanza vengano prescritti dal ginecologo degli integratori. Ovviamente, è indispensabile attenersi alla prescrizione e non fidarsi del fai da te.

Il medico valuterà quando la carenza di ferro possa essere compensata dall’alimentazione e quando invece sia necessario contrastarla da integratori per evitare di mettere a rischio la salute della mamma e del feto. 

A seconda dell’entità dei valori ematici indicherà la posologia. In linea di massima, gli integratori devono essere assunti a stomaco vuoto, in modo che l’assorbimento possa essere maggiore. Tuttavia, se si registra una intolleranza gastrica o se subentrano effetti collaterali molto importanti, può essere necessario assumerli durante il pasto.

Tra gli effetti collaterali, si possono registrare sintomi come disturbi gastrointestinali, nausea, dolori addominali e colorazione scura delle feci.

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