Fertilità futura e il Social Freezing: la tecnica di preservazione della fertilità a scopo precauzionale

Pubblicato il 16 Aprile 2021

L’età media in cui le donne italiane diventano madri è sempre in crescita e attualmente si attesta oltre ai 31 anni. 

Mutati stili di vita, nuove situazioni economiche e sociali portano le donne a ricercare la maternità più in là negli anni. Sebbene oggi le donne siano ancora giovani anche a 40 anni, oltre una certa età la diminuzione della fertilità è una condizione concreta, che può seriamente ostacolare il concepimento.

Il social freezing è la crioconservazione degli ovociti o del tessuto ovarico a scopo precauzionale. E’ una tecnica di preservazione della fertilità che viene consigliata alle donne che desiderano una gravidanza non attuale ma in futuro, per garantire la fertilità futura

Natalità e popolazione: cosa indicano i dati

Secondo il rapporto annuale sulle nascite, pubblicato dall’Istat nel 2020 e relativo al 2019[1], vi è una costante tendenza allo spostamento delle maternità più in là negli anni. Questo fenomeno interessa le gravidanze in generale e coinvolge anche la nascita del primo figlio.

Rispetto al 1995 l’età media delle donne al momento del parto è aumentata di oltre due anni, arrivando a 32,1 anni e, in particolare, per quanto riguarda la nascita del primo figlio è salita di ben 3,3 anni rispetto al 1995, attestandosi attorni ai 31 anni.

[1] https://www.istat.it/it/files/2020/12/REPORT-NATALITA-2019.pdf

Social freezing e fertilità futura – Campagna del Cavolo

In corrispondenza, si nota anche una progressiva diminuzione del tasso di fecondità delle donne italiane: nel 2019 le donne residenti in Italia hanno avuto 1,27 figli pro capite: anche in questo caso si tratta di un trend che prosegue da qualche anno, tanto che si deve risalire ai primi anni del Duemila per trovare un dato altrettanto basso.

Non è strano che all’aumentare dell’età media in cui si ricerca un figlio corrisponda una diminuzione del tasso di fecondità: quando le gravidanze si spostano avanti negli anni, anche il numero medio di figli per donna si abbassa significativamente.

Un altro dato interessante riguarda la percentuale di donne senza figli. Se tra le donne nate nel 1950 si calcola che solo 11,1% non abbia avuto figli, per le nate nel 1979 si stima una percentuale più che raddoppiata, che si attesta attorno al 22,6%.

Situazione demografica e cambiamenti sociali: che influenza hanno sulla fertilità

La situazione demografica attuale risente di numerosi cambiamenti sociali: la diminuzione dei figli pro capite in alcuni casi è una scelta, mentre in altri è il risultato di una ricerca della gravidanza quando si è più avanti con gli anni, con la fisiologica diminuzione della fertilità.

In questa prospettiva, i dati dell’indagine Istat Famiglie, soggetti sociali e ciclo di vita (2016) sono piuttosto interessanti: se circa la metà (45,4%) delle donne in età fertile nel 2016 ha avuto figli, solo il 22% di esse ha dichiarato di non essere interessata alla maternità. Inoltre, analizzando i dati per classe di età emerge il fatto che che man mano che aumenta l’età, minore è la percentuale di donne che non vogliono assolutamente figli.

Da tutto ciò si può dedurre che:

  • Nella maggior parte dei casi la mancanza di figli non è una scelta ma il risultato di fattori sociali e, di conseguenza, di fattori fisiologici, come la riduzione della fertilità;
  • Col passare degli anni l’interesse verso la maternità tende ad aumentare tra le donne che non hanno figli e che in precedenza non li desideravano. Tuttavia, poiché in una fascia di età più avanzata la fertilità diminuisce, il rischio che sia troppo tardi per concepire è reale.

Alla luce di questa situazione, risultano particolarmente importanti tecniche come il social freezing, che permettono di prolungare il periodo di fertilità femminile.

Purtroppo, la possibilità di preservare la fertilità attraverso queste tecniche non è ancora conosciuta da molte donne e nel momento in cui provano ad avere figli si scontrano con le difficoltà dovute alla fisiologica diminuzione della fertilità.

Fertilità futura: prolungare la fertilità con il social freezing

Il social freezing è un processo che permette di conservare la fertilità aumentando le probabilità di concepimento che si fonda sulla crioconservazione degli ovociti o del tessuto ovarico.

Nel primo caso, gli ovociti vengono prelevati dalle donne in età fertile, generalmente prima dei 35 anni di età, e crioconservati in modo tale per cui possano essere utilizzati nel momento in cui si desidera concepire, prolungando l’età fertile materna.

Il vantaggio consiste nel fatto che gli ovociti crioconservati conservano le caratteristiche che avevano nel momento in cui sono stati prelevati, indipendentemente dall’età della donna nel momento in cui vengono utilizzati.

Di conseguenza, non subiscono il deterioramento fisiologico che può verificarsi, invece, con l’aumentare dell’età materna.

La conservazione del tessuto ovarico, invece, prevede il prelievo del tessuto ovarico attraverso una biopsia laparoscopica in anestesia. Attraverso il congelamento lento, viene preservata l’integrità del tessuto, che sarà poi reimpiantato nel momento in cui si desidera una gravidanza.   

Preservazione della fertilità: quando è consigliabile sottoporsi a social freezing

Il social freezing è una tecnica della conservazione della fertilità consigliata quando si desidera un figlio ma si vuole posticipare il momento della gravidanza per motivi personali, familiari o sociali.

Tuttavia, può essere indicata anche a quelle donne che nell’immediato non desiderano una gravidanza ma che non la escludono per il futuro: spesso, per esempio, possono essere condizionate dalla mancanza di un partner con cui costruire una famiglia.

Come dimostrano i dati statistici, non è raro che con il passare del tempo si cambi idea. La crioconservazione degli ovociti o del tessuto ovarico in questo caso offre una sorta di garanzia sulla fertilità futura, nel caso in cui ci si trovi nelle condizioni per avere un figlio più avanti negli anni.

Di solito, si consiglia si sottoporsi a social freezing entro i 35 anni, ma non è escluso che si possa farlo anche a una età superiore. Va tuttavia considerato che man mano che passano gli anni, minore è la disponibilità ovarica. Di conseguenza, nel caso di conservazione degli ovociti, potrebbero essere necessari più prelievi chirurgici e le probabilità di successo durante il trattamento di procreazione assistita potrebbero essere inferiori. 

Infine, la donna potrebbe decidere di non utilizzare gli ovociti crioconservati (ad esempio, perché una gravidanza si fosse già verificata in via naturalistica) e decidere di donarli a terzi per realizzare una PMA eterologa.

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