Quando si scopre di aspettare un bambino, una delle domande che ci si pone fin da subito è quando sarà la data del parto.
Ogni mamma è ansiosa di conoscere il proprio bambino, si interroga su come sarà fisicamente e si pone tante altre domande su ogni aspetto. Pertanto, il calcolo della data presunta per il parto è uno dei primi quesiti.
Nel linguaggio comune si parla genericamente di nove mesi di gestazione, ma sono davvero nove? Quando inizia la gestazione? Non tutti questi aspetti sono chiari.
Ciò che i medici specificano subito è che la data presunta parto è puramente indicativa.
Più propriamente si può dire che il parto avverrà in un arco di tempo piuttosto ampio, che può variare di ben cinque settimane. Se la 40° settimana è quella in cui cade la data presunta del parto, è comunque considerato a termine un parto compreso tra la 37° e la 41° settimana.
È necessario capire quanto dura la gestazione e, soprattutto, quando inizia.
Posto che la gestazione dura mediamente tra le 37 e le 41 settimane, per il calcolo della data parto è necessario capire quando comincia la gravidanza. Fissata la data in cui presumibilmente è iniziata la gravidanza, si potrà fare anche il calcolo delle settimane di gravidanza.
A differenza di ciò che comunemente si pensa, la gravidanza non comincia il giorno del concepimento, ma convenzionalmente ha inizio il primo giorno delle ultime mestruazioni.
Si tratta di una convenzione che permette di collocare in modo preciso la data presunta del parto: infatti, il dato sull’inizio delle ultime mestruazioni è facilmente identificabile, mentre capire quando è avvenuta l’ovulazione e, di conseguenza il concepimento, è molto più complesso in quanto non si hanno dati certi.
Quindi, nella prima visita ginecologica per gravidanza, il medico chiederà alla gestante quando si siano presentate le ultime mestruazioni e potrà effettuare il calcolo per la data presunta.
Sebbene sia una data approssimativa e non ci si debba spaventare se dovessero esserci degli scostamenti, c’è un metodo piuttosto affidabile per il calcolo data presunta parto.
La gestazione mediamente dura 40 settimane, che corrispondono a 280 giorni e a 10 mesi lunari. Da un punto di vista scientifico, quindi, dire che la gravidanza è di nove mesi non è del tutto preciso.
Di conseguenza, una volta fissata la data di inizio gravidanza, è possibile individuare anche la data in cui, presumibilmente, dovrebbe verificarsi il parto.
Di fatto, sarà sufficiente sommare 280 giorni alla data in cui sono comparse le ultime mestruazioni per ottenere la data presunta per il parto.
Talvolta, in seguito al controllo ecografico, accade che il ginecologo ricalcoli la data presunta per il parto.
Poiché il dato relativo all’ovulazione e al concepimento non è mai certo, potrebbe accadere che l’esame ecografico metta in evidenza una situazione diversa rispetto a quella ipotizzata. Se, per esempio, l’embrione presenta dimensioni molto diverse rispetto a quanto dovrebbe essere in rapporto alla data di inizio gravidanza, è probabile che ci si trovi in una settimana di gestazione diversa da quella ipotizzata e che ciò induca il medico a fare una ridatazione della gravidanza.
Potrebbe anche succedere che in presenza di un ciclo mestruale non convenzionale, cioè molto più breve o più lungo dei classici 28 giorni, il ginecologo valuti che sia più corretto anticipare o posticipare di alcuni giorni la data presunta del parto.
Tuttavia, va considerato che anche per chi ha un ciclo mestruale regolare e in assenza di complicazioni, potrebbe esserci un margine di errore anche di una quindicina di giorni.
Se si tratta di una data indicativa, sulla quale possono influire numerose variabili, ci si potrebbe chiedere perché sia così importante conoscerla. In realtà, fissare tale data non è solo frutto della curiosità materna, ma è utile da un punto di vista medico.
La data di inizio gestazione e la data presunta per il parto costituiscono il punto di inizio e di termine della gravidanza, sebbene siano solo indicative.
I controlli diagnostici che verranno eseguiti durante la gravidanza terranno conto delle settimane di gestazione, calcolati sulla base di questi due punti di riferimento.
Per esempio, un parto antecedente alla 37° settimana è considerato pretermine, mentre oltre la 41° settimana i ginecologi potrebbero decidere di indurre il parto.
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