I sintomi da impianto sono dei lievi disturbi che si possono presentare appena dopo la fecondazione dell’ovulo.
Dal momento in cui avviene la fecondazione inizia un lungo viaggio che porterà gradualmente alla formazione del feto e quindi alla nascita del bambino.
Durante i nove mesi di gravidanza ci sono delle tappe fisse nello sviluppo del nascituro e i primi giorni dalla fecondazione in poi sono quelli più delicati: l’ovulo fecondato si sposta nell’utero materno e lì trova la sua sede fino al momento del parto.
Le fasi dello sviluppo dell’embrione, appena dopo il momento in cui lo spermatozoo entra a contatto con l’ovulo, non sempre sono conosciute da tutti.
Capire come avviene il processo che porta allo sviluppo del feto può essere non solo interessante, ma anche utile per distinguere i sintomi da impianto.
Se non c’è incontro tra lo spermatozoo e l’ovulo, quest’ultimo, non fecondato, si incanala verso l’utero, nel quale si deteriorerà fino a disperdersi durante il ciclo mestruale.
L’impianto dell’ovulo fecondato nell’utero viene anche detto nidazione o annidamento. Questo processo avviene indicativamente 6 giorni dopo la fecondazione e termina entro una decina di giorni.
Si tratta della fase in cui la blastocisti si aggancia alla parete dell’utero, di solito nell’area superiore. La blastocisti ha una parete esterna sottile, che ha lo spessore di una cellula. Tuttavia, c’è una piccola area nella quale la parete è più spessa e verso l’interno presenta uno spessore di circa 3-4 cellule.
È in questo punto in cui la blastocisti si impianta sulla parete dell’utero, dando inizio allo sviluppo della placenta. All’interno della blastocisti, lo sviluppo dell’embrione ha origine da quelle stesse cellule che hanno dato luogo all’inspessimento della parete.
In questa fase inizia anche la produzione degli ormoni che permettono di proseguire lo stato di gravidanza: in particolare, l’ormone Beta HGT, il cui aumento è il principale indicatore della gravidanza.
Se fino a questo momento la blastocisti ha vissuto in modo autonomo, nel momento in cui si impianta sulla parete dell’utero ha necessità di trarre nutrimento dall’utero stesso.
Sebbene la durata di questo processo sia generalmente di una decina di giorni, possono verificarsi annidamenti precoci o tardivi rispetto alla norma. Come in ogni donna possono verificarsi sfasamenti temporali per quanto riguarda la lunghezza del ciclo mestruale o dell’ovulazione, anche in questo caso possono esserci variazioni nelle fasi della procreazione.
I sintomi da impianto non sono affatto evidenti. Anzi, sovente possono essere confusi con la sindrome premestruale oppure possono non essere affatto avvertiti.
Esistono tuttavia dei piccoli segnali che, nel caso in cui si stesse ricercando la gravidanza, potrebbero essere significativi:
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