Controllo ginecologico: ogni quanto?

Pubblicato il 9 novembre 2023

Quando andare dal ginecologo?

Dall’adolescenza fino alla menopausa, il controllo ginecologico è molto importante per la donna e per la salute del suo apparato riproduttivo.

Quando si è giovani, andare dal ginecologo per dei controlli rappresenta un passaggio obbligato, specialmente quando si inizia ad avere rapporti sessuali. 

Anche nell’età adulta, indipendentemente dal desiderio di avere figli, è importante sottoporsi con una certa frequenza a visite mirate, sia per quanto riguarda la prevenzione sia in vista, per esempio, di una gravidanza.

Esistono, poi, delle condizioni specifiche in cui la visita dal ginecologo diventa determinante: per esempio, quando si intende diventare genitori, quando si è in gravidanza e nel periodo della menopausa. 

Molte persone, tuttavia, non hanno ancora del tutto chiaro che cosa avviene durante la visita ginecologica e quando sia opportuno farla. 

A che età fare il primo controllo ginecologico?

La prima visita ginecologica dovrebbe avvenire all’inizio dell’attività sessuale o, comunque, entro i 18-21 anni: ciò è importante non solo per controllare il buon funzionamento dell’apparato riproduttivo, ma anche per informare la paziente sulle buone abitudini per una vita intima sana e sui metodi contraccettivi.

Inoltre, avere un incontro iniziale con lo specialista può essere utile per creare un rapporto di fiducia tra la paziente e il medico.

Durante tale visita, di solito, il ginecologo fa un’anamnesi completa, per individuare eventuali fattori di rischio o patologie ereditarie. In questa fase, inoltre, si analizzano alcuni aspetti dello sviluppo riproduttivo, ovvero:

  • a che età paziente ha avuto il menarca;
  • la regolarità del ciclo mestruale;
  • l’attività sessuale e l’utilizzo di contraccettivi;
  • eventuali disturbi come amenorrea, dismenorrea, etc.

Inoltre, la visita prevede un esame fisico generale e l’esame pelvico per valutare il regolare funzionamento degli organi riproduttivi.

Indipendentemente dall’età, è bene andare tempestivamente dal ginecologo in caso di perdite vaginali, dolore o bruciore vaginale, problematiche relative al ciclo mestruale irregolare come amenorrea o dismenorrea, tumefazioni all’addome, dolore durante i rapporti sessuali.

Controllo ginecologico: ogni quanto?

Come avviene la visita pelvica

L’esame pelvico è un controllo durante il quale il ginecologo si assicura che non vi siano anomalie negli organi dell’apparato riproduttore. Di solito, tale esame si compone di tre step:

  • esame esterno: in questo caso, il ginecologo osserva l’area vulvare esterna e controlla che non siano lesioni, irritazioni cutanee, sintomi di infezioni o altre anomalie;
  • esame attraverso lo speculum: si tratta di un controllo effettuato tramite un dispositivo, che si chiama appunto speculum, che permette di esaminare la vagina e il collo dell’utero. In alcuni casi, durante questo esame viene raccolta una piccola quantità di cellule cervicali da esaminare attraverso il cosiddetto Pap Test;
  • palpazione bimanuale: per effettuare questo controllo, il ginecologo inserisce due dita guantate nella vagina e con l’altra mano preme sull’addome in modo da poter valutare che la dimensione dell’utero, delle ovaie e delle tube di Falloppio sia nella norma e che non vi siano rigonfiamenti, provocati da cisti o fibromi.

Visite ginecologiche in età adulta: perché e ogni quanto farle

Anche da adulti, indipendentemente dalla presenza di disturbi o problematiche, è bene continuare a tenersi sotto controllo.

In genere, gli specialisti raccomandano un esame ginecologico una volta all’anno, a meno che non ci siano situazioni o sintomi specifici che richiedano visite più frequenti, come per esempio durante la gravidanza.

Gli esami di routine servono per tenere costantemente monitorata la salute riproduttiva della donna, in modo da avere un quadro preciso delle condizioni generali e da prevenire disturbi o patologie.

Anche durante la menopausa, i controlli ginecologici hanno un ruolo importante nel monitoraggio della salute della donna e servono anche a gestire i sintomi della menopausa, a prevenire disturbi come l’osteoporosi e a fare uno screening dei tumori.

Esistono, poi, delle condizioni particolari in cui il ginecologo è indispensabile, in particolare durante la gravidanza e quando si ricerca un figlio.

Visita ginecologica in gravidanza

Durante la gravidanza le visite dal ginecologo non possono essere tralasciate e devono avere una maggiore frequenza, in quanto sono necessarie per monitorare la salute del bambino e della madre.

Di solito, ci si accorge della gravidanza nelle prime sei-otto settimane: in tale circostanza è consigliato rivolgersi subito al proprio medico, che controllerà che effettivamente abbia avuto inizio la gravidanza e farà una stima della data del parto sulla base della data delle ultime mestruazioni e delle dimensioni del feto.

In questa occasione prescriverà anche i primi esami, che comprendono esami del sangue e delle urine, e fisserà le date delle ecografie.

Di solito, se non ci sono problemi, durante la gravidanza le visite hanno una cadenza di circa 4 settimane, ma man mano che si avvicina il momento del parto potrebbero essere più frequenti.

Durante queste visite, il medico dispone una serie di controlli, quali:

  • il peso della madre
  • la pressione sanguigna
  • la crescita e l’attività del feto,
  • presenza di gonfiori o altri sintomi.

Inoltre, prescriverà ulteriori esami del sangue a intervalli specifici per valutare la salute e lo sviluppo del feto. Queste visite possono essere anche utili per la futura madre per affrontare preoccupazioni e per ricevere informazioni sulla alimentazione, sull’esercizio fisico, sul parto e sulla cura del neonato.

Ricerca del concepimento: quando andare dal ginecologo

A differenza di quello che si potrebbe pensare, quando si cerca una gravidanza non è detto che si riesca ad ottenerla immediatamente. Specialmente oltre i 32 anni, potrebbero essere necessari diversi tentativi.

Tuttavia, quando dopo un anno di tentativi mirati non si è ancora riusciti a concepire, è bene una visita ginecologica.

Durante queste visite, il medico può affrontare una serie di temi cruciali, tra cui lo stato di salute generale, la fertilità di coppia e la ricerca del momento ideale per il concepimento.

Oltre all’analisi della situazione riproduttiva e sulle abitudini di entrambi, potrebbe essere opportuno prescrivere esami del sangue per controllare i livelli degli ormoni che influiscono sul concepimento, come il progesterone e l’ormone follicolo-stimolante oppure consigliare un’ecografia pelvica per esaminare l’utero e le ovaie. Anche valutare la riserva ovarica per la donna e, per l’uomo, controllare la qualità e la quantità dello sperma possono essere esami importanti per capire la probabilità di riuscire a concepire.  

Se il percorso naturale per il concepimento dovesse presentare ostacoli difficilmente sormontabili o se dopo due anni di tentativi mirati non si riuscisse comunque a ottenere il concepimento, il medico potrebbe proporre delle opzioni di procreazione medicalmente assistita (PMA), come l’inseminazione intrauterina (IUI) o la fecondazione in vitro (IVF).

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