All’interno dei diritti per i genitori che lavorano, il congedo parentale è una tutela molto importante, in quanto consente di assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei propri bambini.
Introdotto come misura per favorire le famiglie e per dare un impulso alla natalità, che nel nostro paese è in netta diminuzione, nel 2021 è stata affiancato dal congedo parentale straordinario per motivi di Covid.
Il congedo parentale ordinario è una indennità per lavoratori e lavoratrici dipendenti che garantisce la possibilità di astenersi dal lavoro nel momento in cui debbano prendersi cura dei loro bambini.
Il congedo parentale ordinario è rivolto a tutti i lavoratori dipendenti con figli, eccetto i genitori disoccupati, i genitori lavoratori domestici e i genitori lavoratori a domicilio.
I genitori, che abbiano un’attività lavorativa regolamentata come dipendenti, possono usufruirne entro il compimento del dodicesimo anno di età del bambino. Ogni genitore può singolarmente usufruire di un massimo di sei mesi di sospensione dell’attività lavorativa anche non continuativa.
Tuttavia, la durata complessiva del periodo di astensione di lavoro, sommando cioè i mesi usufruiti dalla mamma e quelli usufruiti dal papà, non può superare i dieci mesi, che però diventano undici nel caso in cui il padre lavoratore si assenti dal lavoro per un periodo di almeno tre mesi, anche non continuativi.
Nel caso sia presente un solo genitore, questo avrà a disposizione tutti i dieci mesi.
Anche i genitori adottivi o affidatari possono usufruire delle stesse tutele dei genitori naturali: l’unica differenza riguarda il periodo: anziché entro i primi dodici anni di vita del bambino, dovranno farne richiesta entro dodici anni dal momento dell’entrata in famiglia del bambino e non oltre il compimento del diciottesimo anno.
Nel caso in cui all’atto della nascita o dell’entrata in famiglia vi siano più bambini, il congedo parentale spetta per ogni bambino.
La legge 228/2012 ha offerto la possibilità di usufruire del congedo parentale in vari modi, per esempio suddividendolo per ore. Tuttavia, le singole modalità di fruizione sono definite sulla base della contrattazione collettiva di settore. Pertanto, nello specifico va fatto riferimento al contratto in base al quale si è stati assunti.
Se si è assunti senza una contrattazione collettiva, la suddivisione oraria del congedo parentale prevede che ci si possa astenere dal lavoro per metà dell’orario medio giornaliero. Ciò significa che se l’orario prevede una attività quotidiana in media di otto ore, il congedo parentale consentirà al genitore un orario ridotto a sole quattro ore.
L’indennità percepita dal lavoratore nel periodo di congedo parentale ordinario dipende dall’età del bambino o dal periodo di entrata in famiglia:
Il congedo parentale straordinario Covid è una misura integrativa introdotta dal decreto Draghi di marzo, convertito in legge 6 maggio 2021 n. 30, che permette ai genitori di potersi prendere cura dei figli che sono a casa da scuola per Covid. Ciò può verificarsi sia quando i figli si trovano in quarantena, sia quando le attività scolastiche sono sostituite dalla didattica a distanza per motivi legati al Covid.
Si può richiedere il congedo parentale straordinario quando i figli interessati dalla quarantena o dalla sospensione delle attività in presenza sono conviventi e hanno un’età inferiore ai 14 anni oppure quando hanno disabilità in situazione di gravità accertata.
Attualmente questa tutela è prevista fino al 30 giugno 2021. La domanda può essere presentata anche per periodi di astensione precedenti la data di presentazione, purché non antecedenti il 13 marzo 2021.
L’indennità che viene corrisposta è pari al 50% della retribuzione ordinaria. Inoltre, possono accedere a questa tutela anche i genitori con figli di età compresa tra i 14 e i 16 anni, tuttavia in questo caso non hanno diritto ad alcuna indennità ma unicamente alla possibilità di stare a casa dal lavoro.
Così come avviene per il congedo parentale ordinario, ne possono usufruire anche i genitori adottivi o affidatari. Allo stesso modo, hanno diritto a questa tutela solo i lavoratori dipendenti, mentre sono esclusi i lavoratori iscritti alla Gestione separata Inps e i lavoratori autonomi. Inoltre, i lavoratori dipendenti del settore pubblico non ne hanno diritto in quando sono già in atto altre misure stabilite dalle singole amministrazioni pubbliche.
I lavoratori dipendenti possono fare domanda direttamente all’Inps sul portare web oppure telefonicamente tramite il Contact center integrato. Inoltre, la domanda può essere inoltrata gratuitamente dai Patronati e dai CAF.
I lavoratori delle amministrazioni pubbliche, invece, potranno rivolgersi direttamente alla amministrazione per cui lavorano per richiedere informazioni su come poterne godere.
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