Così come durante la gravidanza il ciclo mestruale è in sospeso, allo stesso modo, dopo il parto per un certo tempo le mestruazioni non ci sono ancora.
Il ritorno del ciclo mestruale dopo il parto non avviene per tutte le donne con le stesse tempistiche e modalità. Il capoparto, così viene definito il primo ciclo dopo il parto, è il segnale che annuncia il ritorno all’attività ovulatoria.
I tempi con i quali il ciclo mestruale torna alla normalità non sono sempre uguali per tutte. Molto dipende dalle condizioni personali e dalla regolarità del ciclo anche prima della gravidanza, oltre che dal fatto che si allatti al seno o meno.
Durante la gravidanza il fatto che non si abbia il ciclo mestruale è fisiologico: in questo periodo, infatti, cambiano i livelli di produzione degli ormoni. Viene prodotta una quantità superiore di estrogeni e di progesterone così che non avvenga l’ovulazione.
Dopo il parto, i livelli ormonali ritornano lentamente alla normalità, tuttavia ci vogliono alcune settimane prima che si abbassino in modo tale da permettere che l’ovulazione avvenga nuovamente.
Se non si allatta, possono passare da 6 a 8 settimane, ma in alcune donne possono volercene anche di più. Se si allatta, poi, i tempi possono variare sensibilmente e arrivare anche all’anno o a diciotto mesi.
L’allattamento al seno è una condizione che, nella maggior parte dei casi, fa posticipare il momento del ritorno del ciclo mestruale.
Capoparto e allattamento, infatti, sono strettamente correlati. Questo è dovuto al fatto che durante l’allattamento l’organismo produce un ormone, chiamato prolattina, che permette la formazione del latte materno ma che, allo stesso tempo, blocca il ciclo mestruale inibendo la produzione di follicoli e l’ovulazione.
Secondo le statistiche, circa il 40% delle puerpere che non allattano ha il capoparto entro 8 settimane dal parto e ben il 70% entro 10 settimane. La restante percentuale riprende l’attività ovulatoria entro 6 mesi dal parto.
Invece, tra le neomamme che allattano al seno solo il 35% riprende l’attività ovulatoria nelle prime 12 settimane e il 65% nei primi sei mesi. Le altre mamme, soprattutto se l’allattamento al seno è esclusivo, non hanno ovulazione ancora per parecchi mesi, generalmente finché continuano ad allattare abbondantemente. Non è raro che il capoparto, in questi casi, non si presenti fino a diciotto mesi dal parto.
L’arrivo del capoparto durante l’allattamento potrebbe cambiare lievemente il sapore del latte e potrebbe capitare che in quel periodo il bambino si attacchi meno facilmente al seno. Tuttavia, ciò non pregiudica la qualità del latte né il suo apporto nutritivo.
Il ritorno del ciclo può portare diverse variazioni rispetto a come si presentava prima della gravidanza. Di solito, il capoparto ha una durata maggiore rispetto alle normali mestruazioni e può durare anche 8-10 giorni.
Anche il flusso può presentarsi particolarmente abbondante oppure variare di consistenza. Tuttavia, si tratta di condizioni personali che da una donna all’altra possono cambiare sensibilmente.
Questo avviene perché l’influenza ormonale è molto importante. Ipofisi e ipotalamo sono le aree del cervello che regolano i livelli ormonali e hanno necessità di un certo tempo per poter riprendere l’attività nel modo normale.
Il fatto che il ciclo possa presentarsi in modo più doloroso, soprattutto se il capoparto arriva poche settimane dopo il parto, può essere dovuto al fatto che l’utero deve ancora contrarsi per riprendere le dimensioni normali e può avere maggiore difficoltà a gestire il flusso sanguigno. In linea di massima, si tratta di una situazione fisiologica che non dovrebbe preoccupare, tuttavia, se le variazioni nel ciclo sono molto consistenti e non accennano a diminuire dopo 5-6 cicli mestruali, è opportuno rivolgersi al proprio ginecologo.
Molto spesso capita che dopo il parto il ciclo mestruale si regolarizzi o che si presenti in modo meno doloroso. Ciò può essere dovuto al fatto che la produzione ormonale avviene in modo più regolare e, in particolare, diminuisce la produzione di prostagladine. È, infatti, un ormone responsabile delle contrazioni dell’utero che provocano i dolori mestruali.
Il fatto che il capoparto non si sia ancora presentato non implica con certezza che non si sia fertili. Sebbene la mancanza di mestruazioni dovrebbe indicare una corrispondente mancanza di ovulazione, non è sempre così.
Anzi, non sono così rari i concepimenti durante l’allattamento, proprio perché finché il capoparto non arriva si tende ad avere rapporti non protetti. Inoltre, la mancanza del ciclo rende difficile, se non impossibile, fare il conteggio dei giorni per capire quale sia, ammesso che ci sia, il periodo fertile.
Per questo, se non si desiderano gravidanze ravvicinate, i ginecologi consigliano di prendere in considerazione metodi anticoncezionali come il preservativo o la pillola anticoncezionale.
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