La ricerca della maternità è un tema che interessa la maggior parte delle coppie in età fertile. Se i dati Istat ci dicono che ben il 45% delle donne in età tra i 18 e i 49 anni non ha figli, è altrettanto vero che solo il 22% di queste ha scelto consapevolmente di non essere madre.
Seppure sia in aumento il numero di donne che non vuole figli, è altrettanto vero che la diminuzione delle nascite non sempre corrisponde a una scelta, ma spesso a una difficoltà.
Sterilità e infertilità sono problemi in costante aumento: sebbene non sia sempre facile raccogliere i dati e avere un quadro preciso, si stima che tra il 20% e il 30% delle coppie che negli ultimi anni hanno provato ad avere figli, abbiano avuto problemi a concepirlo.
I casi di infertilità riguarderebbero circa il 15% delle coppie, con percentuali che sembrerebbero essere addirittura raddoppiate negli ultimi vent’anni.
Se è vero che non tutte le coppie riescono a ottenere il concepimento con le stesse tempistiche, è altrettanto vero che dopo un certo intervallo di tempo in cui si attuano regolarmente rapporti mirati senza l’uso di anticoncezionali, si inizia a supporre che ci si trovi in un caso di infertilità.
Mentre la sterilità è una condizione patologica maschile, femminile o di entrambi che esclude del tutto la possibilità del concepimento in modo naturale, si parla di infertilità quando dopo un anno di tentativi non si riesce a realizzare il concepimento.
Esami strumentali e analisi diagnostiche possono indagare le cause e aiutare nella ricerca di una soluzione. Quindi se dopo oltre un anno di tentativi non si riesce a concepire, è meglio rivolgersi a medici specializzati per valutare il percorso più adatto alla ricerca delle cause.
Poiché con l’aumentare dell’età, diminuisce progressivamente la fertilità, le coppie con un’età compresa tra i 35 e i 40 anni dovrebbero rivolgersi a uno specialista già dopo sei mesi di tentativi non riusciti.
L’infertilità femminile colpisce circa il 15% della popolazione femminile in età fertile.
Una delle cause principali dell’incidenza dell’infertilità femminile è l’innalzarsi dell’età media in cui si comincia a ricercare la prima gravidanza.
Se fino a un decennio fa l’età media per il primo parto era di 30 anni, nel 2017 è salita a ben 31,8 anni, con una tendenza costante ad aumentare. Si tratta di un vero e proprio record in Europa, dove invece l’età media per la nascita del primo figlio si attesta attorno ai 25 anni, causato da una serie di fattori socio-economici piuttosto importanti.
Con l’avanzare dell’età, la capacità riproduttiva della donna diminuisce sensibilmente: se tra i 20 e i 30 le probabilità di concepire sono tra il 40% e il 60%, dopo i 30 anni scendono tra il 20% e il 30% fino a ridursi al solo 10% dopo i 40 anni.
Esistono tuttavia anche altre cause che riguardano malformazioni o alterazioni dell’apparato riproduttivo, squilibri ormonali, infezioni di vario genere.
L’endometriosi è una delle cause patologiche più frequenti: si stima che in media siano affette da endometriosi tra il 30% e il 50% delle donne infertili o con problemi a concepire.
Non sempre è facile diagnosticarla in quanto spesso si presenta con scarsi segnali che spesso vengono sottovalutati. Spesso gli intensi dolori che questa patologia può provocare durante le mestruazioni e nei rapporti sessuali vengono sopportati come se fossero normali e non vengono indagati. Si tratta di una colonizzazione dell’endometrio degli organi circostanti, come l’utero, che può essere curata con buon successo se diagnosticata precocemente. Negli stadi più avanzati, è considerata una malattia cronica invalidante.
La sindrome dell’ovaio policistico è una malattia piuttosto comune che colpisce il sistema endocrino. In chi è affetto da questa sindrome si può generare un ingrossamento delle ovaie nelle quali si forma un accumulo di liquidi che dà origine alle cisti. Lo squilibrio ormonale che si abbina a questa patologia fa sì che sovente le mestruazioni abbiano un ciclo piuttosto irregolare o che compaiano ogni 2-3 mesi.
Altre cause di infertilità possono riguardare:
Esistono poi altre cause definite sconosciute nel momento in cui non c’è alcuna evidenza clinica a giustificare il mancato concepimento. In questi casi si parla di infertilità idiopatica.
A differenza da quello che si pensava un tempo, le cause del mancato concepimento non sono da ricercare sono nell’infertilità femminile, ma in un caso su due dipendono dall’infertilità maschile.
Oggi si calcola che circa il 7% degli uomini in età fertile sia interessato da infertilità e che questa riguardi sempre di più i giovani.
L’infertilità maschile si verifica quando la produzione di spermatozoi non è sufficiente oppure quando gli spermatozoi hanno una motilità ridotta o una forma alterata in modo tale da non poter fecondare gli ovuli.
Si parla invece di sterilità quando:
Le cause che rendono la produzione di spermatozoi limitata o non qualitativamente in grado di procreare sono numerose e spesso possono coesistere più cause assieme: cause genetiche, patologie testicolari e delle vie seminali, infezioni delle vie urinarie, ma anche obesità, scarsa attività fisica e stili di vita scorretti.
Spesso per motivi culturali e retaggi ancestrali l’uomo tende a non volersi sottoporsi a esami né a visite specialistiche, ritardando così la diagnosi e le possibilità di cure.
Nel caso in cui il concepimento tardi eccessivamente, è molto importante che sia l’uomo sia la donna indaghino le cause attraverso visite e approfondimenti clinici, in modo da aumentare le possibilità di raggiungere il concepimento, ma anche di tutelare la propria salute.
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