Quali sono i vantaggi della crioconservazione?

Pubblicato il 3 novembre 2022

La crioconservazione degli ovociti e la crioconservazione del tessuto ovarico sono due tecniche di preservazione della fertilità che vengono utilizzate nell’ambito del social freezing e del medical freezing.

La crioconservazione degli ovociti viene usata sia per motivi sociali, ovvero quando si desidera posticipare la maternità per motivi personali, come per esempio per motivi di lavoro, e, in alcuni casi, anche quando la salvaguardia della fertilità è legata a motivi medici, come in presenza di patologia croniche o di patologie oncologiche.

La crioconservazione del tessuto ovarico, invece, è una tecnica che trova una buona applicazione nel campo del medical freezing.
Entrambe hanno numerosi vantaggi: tuttavia, la scelta di adottare una tecnica piuttosto che l’altra è dipendente dalle condizioni della donna e dagli scopi per cui essa viene attuata.

Pertanto, sebbene siano due tecniche utilizzate in condizioni simili, hanno delle caratteristiche diverse e di conseguenza anche dei vantaggi diversi.

Crioconservazione degli ovuli:
cos’è e quando è consigliata

La crioconservazione degli ovociti è una tecnica di preservazione della fertilità che viene attuata per motivi sociali e per motivi medici.

Essa prevede il prelievo degli ovociti che vengono poi criocongelati e conservati in modo tale da poter essere riutilizzati nel momento in cui la paziente desidera provare a concepire.

Il prelievo deve avvenire a seguito di stimolazione ovarica e deve essere effettuato in un momento specifico del ciclo mestruale. Per questi motivi è necessario che il soggetto che si sottopone a questa tecnica sia in grado di ovulare, quindi non può essere applicata su persone che non abbiano ancora raggiunto la pubertà o in menopausa.

vantaggi della crioconservazione - Campagna del Cavolo

Inoltre, è necessario che la riserva ovarica sia ancora consistente, in modo tale che possa essere disponibile un numero sufficiente di ovociti e che siano di buona qualità, pertanto viene generalmente proposte a donne che abbiano meno di 38 anni.

Scientificamente si individuano due vantaggi per le donne che prevedono una gravidanza in età avanzata:

  • Offre la possibilità di diventare genitori utilizzando i propri ovuli conservati, aumentando le probabilità di riuscita del concepimento rispetto al tentativo spontaneo.
  • Offre la possibilità anche alle donne che non hanno attualmente un partner di conservare i propri ovuli, in alternativa al congelamento degli embrioni.
Ferring – Campagna del Cavolo

Quali sono i rischi del congelamento degli ovuli

A fronte dei vantaggi offerti da questa tecnica, vanno considerati quelli che potrebbero essere i rischi. In realtà, va detto che, in linea di massima, non si tratta di una tecnica pericolosa e che ha una buona probabilità di successo, in particolare nelle giovani donne.

I rischi medici più importanti sono sostanzialmente legati alla stimolazione ovarica, in particolare alla sindrome da iperstimolazione, che potrebbe provocare sintomi come mal di testa, dolori all’addome, nausea, irritabilità, etc. e comunque sono generalmente ben sopportati. Solo in una bassissima percentuale di casi (tra lo 0,1% e il 2%) si sono rilevate conseguenze più gravi tali da richiedere anche il ricovero in ospedale. 

Per quanto riguarda il sospetto che la stimolazione ovarica possa aumentare le probabilità di tumori come quello al seno o alle ovaie, non ci sono elementi sufficienti per stabilirlo e saranno necessari ulteriori studi.

Crioconservazione del tessuto ovarico: a chi è destinata

La crioconservazione del tessuto ovarico è una tecnica innovativa, utilizzata per scopi medici. Infatti, viene adottata per la preservazione della fertilità di pazienti con patologie croniche come l’endometriosi o con patologie oncologiche.

Infatti, tramite l’utilizzo di azoto liquido, è possibile sfruttare le potenzialità della criobiologia e preservare tessuti che potranno essere reimpiantati in un secondo momento per riportare la funzionalità endocrina o riproduttiva.

Alla paziente che deve essere sottoposta a cure oncologiche viene fatto un prelievo di tessuto ovarico, che verrà poi crioconservato in attesa di essere riutilizzato.

La funzione di questa operazione è quella di preservare la fertilità in vista di un concepimento futuro, ma anche per mantenere inalterata la funzionalità ormonale, evitando di andare incontro a squilibri ormonali o di entrare precocemente in menopausa.

Poiché la crioconservazione, in questo caso, riguarda i tessuti, non è necessario che la paziente abbia già raggiunto la pubertà e non si deve sottoporre a stimolazione ovarica. Pertanto, questa procedura è consigliata a tutte quelle donne, anche giovani, che debbano sottoporsi a cure o a interventi che possano alterare la funzionalità riproduttiva, come per esempio le cure oncologiche.

I vantaggi della crioconservazione del tessuto ovarico

La raccolta del tessuto ovarico avviene tramite una biopsia laparoscopica condotta in anestesia. I vantaggi di questa tecnica sono numerosi:

  • Può essere effettuata in qualsiasi momento del ciclo mestruale senza necessità di stimolazione ovarica.
    Questo evita di dover posticipare, per esempio, cure oncologiche che dovrebbero iniziare nell’immediato;
  • Può essere effettuata su donne anche prima dello sviluppo, quindi persino su bambine dai due anni in su. Tuttavia, è necessario che la donna prima del prelievo abbia ancora una sufficiente riserva ovarica, quindi, in genere, viene consigliata prima dei 38 anni di età. Tuttavia, questo limite non interessa solo la crioconservazione del tessuto ovarico, ma anche la crioconservazione degli ovociti.

Questo tipo di procedura potrebbe avere un problema di sicurezza nel caso di patologie oncologiche ad alto rischio di recidiva. Sebbene non è detto che gli eventuali casi di recidiva debbano essere prodotti dal trapianto, è bene porre una particolare attenzione durante questo tipo di intervento, pertanto oggi gli screening preoperatori sono altamente specializzati e vengono effettuati con un’attenta analisi istologica del tessuto prima che venga reimpiantato.

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