Fertilità e conservazione del tessuto ovarico, quali benefici?

Pubblicato il 10 novembre 2022

Molte persone si chiedono quali siano i vantaggi della conservazione tessuto ovarico.

Alcune patologie, come il cancro, influiscono negativamente sulla fertilità futura e sulla possibilità di conservare la possibilità di concepire.

La conservazione del tessuto ovarico, o più propriamente la crioconservazione del tessuto ovarico, è una procedura oggi sempre più utilizzata che consente alle donne e alle ragazze che soffrono di determinate patologie di conservare l’opportunità di procreare.

La crioconservazione del tessuto ovarico avviene attraverso un intervento chirurgico durante il quale viene asportata una parte di tessuto contenuto nelle ovaie e congelata per essere riutilizzata in un secondo momento.

I vantaggi della conservazione del tessuto ovarico sono numerosi, in quanto si tratta di una procedura oggi sicura e adatta anche alle bambine che ancora non hanno raggiunto la pubertà.

Come funziona la conservazione
del tessuto ovarico

Quando ci si trova in presenza di patologie come il cancro, la paziente deve essere sottoposta a terapie come le radiazioni o la chemioterapia che possono influire negativamente sulla sua capacità di concepire o sulla produzione ormonale.

Tra le tecniche di preservazione della fertilità che vengono consigliate in questi casi, c’è la crioconservazione del tessuto ovarico che rappresenta una delle soluzioni più efficaci.

Essa comporta la rimozione di una porzione di tessuto ovarico, detta anche corteccia ovarica: questo tessuto verrà poi congelato e conservato per anni, fino al momento in cui si decida di reimpiantarlo. Al momento del reimpianto, le condizioni della paziente da un punto di vista riproduttivo tornano ad essere così com’erano al momento del prelievo.

Vantaggi della conservazione tessuto ovarico - Campagna del Cavolo

Ciò significa che la paziente con buona probabilità tornerà ad ovulare e, pertanto, potrebbe concepire spontaneamente oppure tramite la fecondazione assistita. Con la fecondazione in vitro, gli ovuli maturi vengono prelevati dal corpo della paziente e fecondati con lo sperma in laboratorio, in modo da creare gli embrioni. Quindi, gli embrioni vengono inseriti nell’utero per ricercare la gravidanza.

La crioconservazione del tessuto ovarico, quindi, ha effetti che vanno al di là della sola preservazione del potenziale riproduttivo, in quanto può essere ripristinata la funzione endocrina ovarica e l’intero ciclo riproduttivo femminile con livelli naturali di ormoni essenziali.

Ferring – Campagna del Cavolo

Quando e per chi è consigliata la conservazione del tessuto ovarico?

La conservazione del tessuto ovarico è una tecnica all’avanguardia e, in Italia, ancora sperimentale. Ha molte potenzialità e non è escluso che nei prossimi anni il campo di applicazione possa essere ampliato. All’estero, per esempio, già ci sono casi in cui viene utilizzata per scongiurare la menopausa precoce.

Attualmente, viene consigliata a quelle pazienti che non escludono di avere figli, che si trovano ancora in età fertile e che devono sottoporsi a cure oncologiche.

Pertanto, i criteri per valutare l’idoneità della paziente alla procedura sono:

  • Presenza di patologie come il cancro o di altre malattie croniche come l’endometriosi che possono mettere la paziente a rischio di infertilità;
  • Disponibilità ovarica ancora consistente, in linea di massima si consiglia a pazienti entro i 36-38 anni di età, anche se non sono escluse pazienti più avanti negli anni con ancora una discreta riserva ovarica;
  • Pazienti che non possono sottoporsi alla crioconservazione degli ovociti, per esempio ragazze che non hanno ancora raggiunto la pubertà. Oppure, pazienti che devono tempestivamente sottoporsi a cure oncologiche e non possono aspettare le tempistiche richieste dalla stimolazione ovarica, necessaria per la crioconservazione degli ovociti.

Vantaggi della conservazione tessuto ovarico

I vantaggi della conservazione tessuto ovarico sono numerosi ma sono da contestualizzare con il soggetto che deve sottoporsi alla procedura. Ciò significa che non è detto che sia sempre consigliabile questo metodo di preservazione della fertilità, in quanto deve essere valutato in relazione alle condizioni specifiche della paziente.

  • Si tratta di un metodo efficace e sicuro: per alcuni tipi di tumori con elevata probabilità di recidiva, come quelli ovarici, vengono prescritti esami molto approfonditi per ridurre il rischio di ripresa della malattia dopo il trapianto.
  • Può essere effettuato in tempi brevi: poiché non richiede stimolazione ovarica, come avviene invece per la crioconservazione degli ovociti, può essere fatto in qualsiasi momento del ciclo mestruale e riduce i tempi soprattutto quando le cure oncologiche devono iniziare tempestivamente.
  • Può essere effettuato anche su pazienti molto giovani: non è necessario che le bambine abbiano già raggiunto la pubertà, di conseguenza viene utilizzato su pazienti a partire dai due anni di età.
  • Può essere fatto anche durante un altro intervento chirurgico: per esempio, per chi soffre di endometriosi, viene effettuato durante l’intervento di rimozione del tessuto in eccesso dall’endometrio. In questo modo è sufficiente un solo intervento, riducendo i rischi per la paziente.
  • Il reimpianto del tessuto ovarico non è utile solo alla fecondazione ma ha effetti positivi sulla situazione ormonale generale, per esempio può essere utile a scongiurare situazioni come la menopausa precoce che, talvolta, si verifica in seguito a terapie oncologiche o a interventi per curare la malattia.
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