Non è strano che molte donne possano soffrire di tachicardia in gravidanza. Si tratta, infatti, di una condizione molto comune, che può essere provocata da diversi fattori. Tuttavia, le palpitazioni in gravidanza possono mettere in stato di allerta le future mamme e provocare un po’ di preoccupazione.
Nella maggior parte dei casi è una condizione fisiologica che non deve spaventare, tuttavia, è bene parlarne con il proprio medico per verificare che non vi siano delle cause patologiche.
La tachicardia in gravidanza, intesa come aumento dei battiti cardiaci, rappresenta una situazione piuttosto comune soprattutto verso il terzo trimestre.
Man mano che il feto cresce e il peso aumenta, maggiore è lo sforzo che la mamma deve sostenere per supportare la crescita del bambino. La circolazione del sangue è maggiore e il cuore è portato a pompare con maggiore intensità.
Inoltre, l’affanno, che spesso è fisiologico, genera una situazione di stress o di ansia che, a sua volta, può provocare un aumento del battito cardiaco. Entro certi limiti, dunque, se la tachicardia è di tipo sinusale, non dovrebbe rappresentare un problema ma essere semplicemente sintomo di una condizione tipica della gravidanza.
Durante la gravidanza il corpo femminile va incontro a una ampia serie di modificazioni che interessano anche l’apparato cardiocircolatorio.
In particolare, aumenta il volume del sangue circolante, la quantità di sangue che il ventricolo pompa in una sola contrazione, fenomeno detto gittata sistolica, e la frequenza cardiaca, ovvero la velocità con cui il cuore si contrae. La frequenza cardiaca viene misurata in battiti al minuto.
A partire dalla 4° settimana dal concepimento, la frequenza cardiaca inizia ad aumentare progressivamente: in genere al momento del parto, la frequenza è di circa 15 battiti al minuto superiore rispetto alla propria frequenza media. Pertanto, una donna che prima della gravidanza aveva una frequenza media di 70 battiti al minuto verso la fine della gravidanza avrà una frequenza di circa 80-90 battiti.
Anche la quantità di sangue aumenta in modo corrispondente, tanto che si calcola che prima del parto ben un quinto del sangue materno affluisca costantemente all’utero.
Proprio perché deve affrontare un aumento del volume del sangue circolante compreso tra il 30% e il 50% del volume totale, il cuore adotta due meccanismi:
Durante il travaglio vero e proprio si registra un ulteriore aumento di frequenza e di gittata di circa il 10% per sostenere lo sforzo richiesto dalle ultime fasi del parto.
Dopo aver partorito, i valori cardiaci rientreranno nella norma: nel primo periodo si avrà una netta diminuzione, che poi proseguirà lentamente fino a tornare alla normalità entro sei settimane dal parto.
Sotto sforzo il battito cardiaco in gravidanza aumenta ancora: proprio per questo sono altamente sconsigliati gli esercizi ginnici ad alta intensità, poiché, oltre a danneggiare la futura mamma, possono provocare una diminuzione dell’ossigeno al feto a causa delle alterazioni che subisce l’organismo materno quando deve supportare uno sforzo intenso.
I battiti in gravidanza non dovrebbero superare una frequenza compresa tra il 50% e il 70% della frequenza cardiaca massima, calcolata secondo la formula di Tanaka: Fc max = 208 – 0.7 x età.
Ciò significa che una donna di 30 anni ha una frequenza massima di 187 battiti al minuto. Pertanto, in gravidanza, dovrebbe fare attività fisica che non implichi il superamento di una frequenza compresa tra i 93 e i 130 battiti al minuto.
Quando si tratta di tachicardia sinusale, non è raro che possa essere provocata dall’ansia. La tachicardia da stress è un fenomeno piuttosto conosciuto e si può manifestare in qualsiasi condizione ed età.
Anche quando ci si trova in gravidanza è possibile che si possa generare uno stato ansioso, capace di scatenare anche palpitazioni.
Affrontare la gravidanza non è sempre facile: sebbene sia una condizione perfettamente naturale, è fisiologico che insorgano dubbi e preoccupazioni, sia per quanto riguarda la propria salute e quella del bambino sia per quanto riguarda la propria capacità di assolvere i propri compiti da genitore.
Talvolta, possono trovarsi in contemporanea due condizioni di per sé normali ma che, nel momento in cui si sommano, potenziano i loro effetti: alla tachicardia fisiologica in gravidanza si possono aggiungere preoccupazioni che provocano un ulteriore aumento dei battiti cardiaci. Tutto ciò può indurre uno stato ansioso che può diventare fastidioso per quanto, in sé, non costituisca un rischio reale per la salute.
Per evitare i disturbi generati dall’ansia viene consigliato di fare esercizi di respirazione che, oltre ad aiutare durante le fasi del parto, sono efficaci già durante la gravidanza, in quanto aiutano a diminuire l’ansia e a controllare lo stress.
In ogni caso, se la tachicardia si presenta di frequente è consigliabile avvertire il proprio medico durante i controlli periodici per escludere patologie di altro genere.
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