La stimolazione ovarica è una procedura che rientra nei trattamenti di fecondazione medicalmente assistita destinata a quelle coppie che desiderano una gravidanza e che non riescono a raggiungere il concepimento.
Si tratta di una tecnica spesso necessaria durante i vari trattamenti per la fertilità, come la fecondazione in vitro (FIV) e l’inseminazione intrauterina (IUI): attuata attraverso l’uso di farmaci specifici, come dice il nome stesso, ha la funzione di stimolare la produzione di ovuli da parte delle ovaie, in modo da aumentare le probabilità di successo della fecondazione assistita.
Prima dell’inizio del trattamento di fertilità, gli specialisti esaminano le condizioni della paziente in modo tale da poter determinare il protocollo di trattamento più adatto al caso specifico.
La valutazione terrà in considerazione vari elementi come età, peso e storia clinica, a cui si aggiungeranno i risultati degli esami diagnostici che, per esempio, rileveranno i livelli ormonali. Dopo di che, inizierà il trattamento per la stimolazione ovarica, che prevede la somministrazione di farmaci ormonali per via orale oppure con gonadotropine tramite iniezioni.
Una volta iniziata la terapia, viene attuato il monitoraggio della risposta attraverso ecografie transvaginali ed esami ematici, che permettono ai medici di osservare lo sviluppo dei follicoli ovarici e di adeguare il dosaggio dei farmaci se necessario.
L’obiettivo è quello di ottenere una maturazione ottimale degli ovuli, ovvero che raggiungano un diametro di 17-20 mm, evitando al contempo il rischio di iperstimolazione ovarica.
Gli ovuli verranno poi raccolti per la fecondazione in vitro oppure si attenderà la fecondazione naturale in caso di inseminazione intrauterina. La tempistica e la precisione in questa fase sono fondamentali per aumentare le probabilità di successo del trattamento.
Molte donne che desiderano sottoporsi a fecondazione assistita si chiedono per quanto tempo debbano assumere i farmaci per stimolare le ovaie alla produzione di ovuli e se ci siano modalità particolari di assunzione.
Generalmente la stimolazione ha una durata compresa tra i 10 e i 14 giorni, anche se possono esserci differenze individuali. Di solito, si inizia la stimolazione nei primi giorni del ciclo mestruale, tra il 2° e il 3°, in modo da far coincidere il trattamento con il periodo in cui l’apparato riproduttivo si prepara naturalmente all’ovulazione. Tuttavia, in questa fase si sottopone la paziente a ecografia per valutare se le condizioni permettano di iniziare la procedura. Inoltre, alcuni protocolli possono richiedere l’inizio della stimolazione in momenti leggermente diversi.
La stimolazione ovarica è un trattamento indicato principalmente per le donne che desiderano una gravidanza, ma che hanno difficoltà a farlo naturalmente. Questo può essere dovuto a diversi fattori, come:
La stimolazione ovarica potrebbe non essere indicata in alcuni casi specifici, come ad esempio:
Non ci sarebbero, invece, evidenze cliniche che dimostrino un aumentato rischio di sviluppare tumori di tipo ormonale in seguito a ripetute stimolazioni ovariche.
Anche le persone per le quali la stimolazione ovarica è consigliata potrebbero andare incontro ad alcuni effetti collaterali. Nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi passeggeri, più o meno intensi, che possono provocare dolori alla testa e all’addome, sensazione di gonfiore all’addome, ritenzione idrica, stanchezza, ipersensibilità al seno, etc.
Si tratta di disturbi legati all’aumento dei livelli ormonali e hanno sintomi simili a quelli che si possono avvertire durante le mestruazioni o nei primi mesi di gravidanza. In genere, infatti, sono disturbi passeggeri destinati a scomparire poco dopo il termine della stimolazione.
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