La capacità maschile di procreare dopo una certa età diminuisce sensibilmente, sebbene per l’uomo il periodo di produzione di gameti non sia limitato nel tempo, come avviene invece per le donne.
Dopo una certa età, infatti, il numero e la qualità degli spermatozoi si riduce in modo netto, rendendo di fatto poco probabile il concepimento.
Tuttavia, oltre alla naturale riduzione della capacità di concepire, si possono verificare altre problematiche, che vengono generalmente, e spesso in modo improprio, indicate come sterilità maschile e infertilità maschile. A differenza di quello che si pensa comunemente, non sono esattamente la stessa cosa anche se possono portare allo stesso risultato, ovvero all’impossibilità di concepire.
L’infertilità maschile è una condizione a causa della quale il soggetto non riesce a concepire.
Essa si verifica quando una coppia dopo oltre due anni di tentativi mirati non ottiene il concepimento e, nello stesso tempo, si ipotizza che la causa sia da attribuire alla ridotta capacità riproduttiva maschile.
Non sempre, tuttavia, è possibile individuare le cause con certezza, anche se una scarsa produzione spermatica o una bassa qualità degli spermatozoi prodotti possono far ipotizzare una responsabilità maschile nei mancati risultati.
Può anche avvenire che l’infertilità subentri dopo che già il soggetto è diventato padre: in tal caso si parlerà di infertilità secondaria maschile. Nel caso in cui l’uomo non sia ancora riuscito ad indurre il concepimento, si parlerà di infertilità primaria maschile.
In ogni caso, quando si parla di infertilità non vengono identificate delle vere e proprie cause ostative, ma delle condizioni che possono rendere meno facile o probabile il concepimento.
La sterilità maschile, invece, è una condizione a causa della quale, finché essa sussiste, non è possibile avere figli. Essa si può realizzare in presenza di:
Sia per quanto riguarda l’infertilità, sia per la sterilità maschile non vi sono dei sintomi evidenti che permettano di accorgersi del problema.
Nei casi di infertilità, a maggior ragione, non c’è nulla che possa fare sospettare questa condizione e solo esami specifici possono rilevare, per esempio, una scarsa produzione di spermatozoi.
Così come per l’infertilità, anche per la sterilità non ci sono sintomi specifici. Tuttavia, in alcuni casi si possono osservare lievi disturbi in relazione alla causa che provoca sterilità.
Quando si soffre di azoospermia, per esempio, possono comparire alcuni sintomi, come:
Altri sintomi possono comparire in relazione alla condizione che porta alla azoospermia. Infiammazioni, ipotiroidismo, orchite, ipogonadismo, etc. sono tutte patologie che possono avere altri sintomi ad esse collegati, sebbene non siano da considerare veri e propri sintomi di sterilità, semmai condizioni concomitanti.
In assenza di sintomi evidenti, sia per l’infertilità sia per la sterilità spesso la diagnosi arriva solo nel momento in cui si sta ricercando la gravidanza e non si riesce a raggiungerla.
Nel caso maschile, dopo l’anamnesi, è necessario sottoporsi allo spermiogramma, che è un esame attraverso il quale viene esaminato lo sperma. Oltre alla viscosità e all’acidità del liquido, vengono analizzati gli spermatozoi contenuti nello sperma sia per quanto riguarda la presenza, sia per quanto riguarda la qualità, sia per la motilità e per la forma.
Grazie a questo esame si può scoprire se la quantità di spermatozoi prodotti è sufficiente per il concepimento, ma anche se la qualità spermatica è buona e se gli spermatozoi sono vitali.
In seguito ai risultati dello spermiogramma possono essere diagnosticati disturbi come azoospermia (assenza di spermatozoi), oligospermia (quantità insufficiente), astenospermia (scarsa mobilità) e teratozoospermia (difetti di forma).
Se si rileva la presenza di uno di questi disturbi, potranno essere prescritti altri esami di approfondimento per capire le cause che hanno portato a tale situazione.
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