Come già anticipato, prima di poter accedere alla Procreazione Medicalmente Assistita, si devono cercare di individuare, se possibile, le cause responsabili dell’infertilità. Non si tratta di un’operazione semplice, poiché ad oggi le situazioni che possono portare una coppia ad avere difficoltà nel concepimento possono essere molteplici e di diversa natura.
Il Ministero della Salute indica tra queste problemi di natura patologica organica e i problemi legati ad uno scorretto stile di vita. Andiamo a vedere nello specifico di cosa stiamo parlando.
Un primo gruppo è rappresentato da problematiche inerenti la presenza di qualche tipo di patologia, sia per la donna che per l’uomo. Le principali sono:
in questo caso siamo di fronte, principalmente, ad errate abitudini in campo alimentare. Nello specifico ci riferiamo alle seguenti situazioni:
Vi sono infine alcune situazioni, rientranti in ambito che non possono essere risolte con il cambiamento delle proprie abitudini, che richiedono uno studio accurato dei singoli casi. Ecco quali le più frequenti:
Individuata la causa che impedisce alla coppia di concepire, la PMA prevede la possibilità di accedere a due diverse tipologie di fecondazione.
La Procreazione Medicalmente Assistita prevede due percorsi diversi finalizzati alla fecondazione:
Fecondazione omologa: in questo caso la procedura di fecondazione avverrà attraverso l’utilizzo di gameti che appartengono alla coppia dei futuri genitori. Si evince quindi che, in questa tipologia di fecondazione, il patrimonio genetico del nascituro sarà quello dei genitori.
Fecondazione eterologa: questa opzione invece prevede che uno o entrambi i gameti provengano da un donatore o una donatrice esterni alla coppia.
I trattamenti che saranno seguiti, varieranno a seconda di quello che è il quadro generale della coppia.
I trattamenti della PMA sono differenziati a seconda delle tecniche adottate e la scelta sarà obbligata sulla base di quella che è la natura dei problemi della coppia. Questi si suddividono su tre livelli:
Trattamenti di primo livello
Le tecniche di primo livello consistono in una stimolazione ormonale leggera della donna, alla quale seguirà la procedura d’inseminazione intrauterina con gli spermatozoi del partner. Si ricorre a questo tipo di tecnica quando non si sono riusciti ad identificare patologie o problemi specifici a carico di tube, utero, o spermatozoi.
Trattamenti di secondo livello
la principale tra queste tecniche è sicuramente quella della fecondazione in vitro (FIVET). Trattasi di una stimolazione ormonale seguita dal prelievo degli ovuli, i quali poi vengono fecondati in vitro. Dopo qualche giorno dall’avvenuta fecondazione verranno trasferiti all’interno dell’utero.
La particolarità di questa procedura è che avviene in collaborazione con la coppia che vuole concepire il figlio, ovvero saranno loro a decidere insieme agli esperti il numero degli embrioni da trasferire. Una delle cose che avranno incidenza forte sulla scelta sarà l’età anagrafica della donna.
Vi sono ad oggi delle nuove tecniche che prevedono anche il prelievo testicolare, per andare ad analizzare se la problematica di infertilità possa derivare da una specifica patologia chiamata Azoospermia, ovvero la completa assenza degli spermatozoi nell’eiaculazione.
Trattamenti di terzo livello
sono tecniche utilizzate molto raramente, in quanto necessitano di anestesia generale con intubazione.
I trattamenti di secondo e terzo livello sono richiesti se siamo di fronte a due tipologie di problema:
Nel caso la problematica sia dovuta al secondo caso, verrà iniettato lo spermatozoo direttamente all’interno dell’ovulo. In questi casi è possibile raggiungere una gravidanza anche in casi importanti di sterilità maschile.
Quando parliamo di stimolazione ovarica, ci riferiamo alla tecnica farmacologica che ha come finalità la produzione maggiore di ovociti in grado di facilitare il raggiungimento della gravidanza. Questa tecnica richiede un periodo di trattamento dai 10 ai 20 giorni (a seconda dei casi), periodo durante il quale vengono somministrati alla donna dei farmaci tramite iniezioni. I protocolli a cui si fa riferimento quando si procede con la stimolazione ovarica possono essere diversi (quindi non vi è una strada univoca) e sono riconosciuti ufficialmente dalle organizzazioni mondiali della sanità.
Durante la somministrazione farmacologica il ginecologo verificherà attraverso le ecografie il ciclo di stimolazione ovarica e misurerà il valore degli estrogeni prodotti dallo sviluppo dei follicoli attraverso un prelievo di sangue. In questo modo si potrà dosare in modo ottimale la somministrazione di FSH e LH.
Prima di poter accedere ai trattamenti, si dovranno effettuare alcuni passaggi obbligatori. Vi sarà un primo incontro per cominciare l’iter volto all’individuazione delle cause d’infertilità, in seguito al quale alla coppia verranno chiesti tre esami specifici:
Dopo un’accurata analisi dei risultati degli esami a cui la coppia si è sottoposta, verrà stabilito un percorso terapeutico personalizzato, e verranno quindi programmate tutte le fasi successive per avviare il processo della PMA.
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