La gravidanza è un periodo particolare della vita di una donna durante il quale è opportuno prevenire i contagi. Sebbene la gravidanza non sia uno stato patologico e debba essere vissuta in totale serenità, è altrettanto vero che seguire alcune indicazioni può essere utile per ridurre sensibilmente il rischio di contagi, che potrebbero creare danni anche seri sia al feto sia alla mamma.
Nella maggior parte dei casi si tratta comunque di norme igieniche che andrebbero comunque rispettate da tutti in ogni situazione.
Alcune infezioni di origine virale possono essere particolarmente pericolose se contratte in gravidanza. Nel primo trimestre la loro pericolosità è maggiore perché i virus potrebbero oltrepassare la placenta ed essere a diretto contatto con il feto con il rischio di interferenza con la crescita dello stesso.
Il Citomegalovirus è un virus che fa parte della famiglia degli Herpesvirus e che è molto contagioso per l’uomo. Può succedere che, dopo essere stati contagiati, il virus rimanga latente nell’organismo per riattivarsi nel caso in cui ci sia un indebolimento del sistema immunitario.
Secondo i dati ufficiali, in Italia statisticamente circa il 70%-80% della popolazione è positiva agli anticorpi del virus, ciò significa che l’ha già contratto durante la propria vita.
Nella maggior parte dei casi è un virus che non dà particolari conseguenze, in quanto il sistema immunitario generalmente riesce a tenerlo sotto controllo. Tuttavia, ci possono essere casi in cui ha conseguenze anche gravi, soprattutto se colpisce persone immunodepresse. In gravidanza può generare conseguenze piuttosto gravi al feto, così come può avvenire nei bambini con meno di due anni.
La prevenzione è particolarmente importante proprio in caso di gravidanza: uno studio condotto dall’Ospedale Sant’Anna di Torino e dal San Matteo di Pavia ha rivelato che, seguendo le corrette norme igieniche, il rischio di contagio si abbassa fino nove volte.
Spesso sono i bambini in età prescolare a essere il maggiore veicolo di contagio: ciò significa che se si hanno altri figli che frequentano l’asilo, si dovrà fare particolare attenzione a lavarsi le mani frequentemente ed evitare di mettere in bocca oggetti che possono essere stati in quella del bambino, come il ciuccio, o evitare di usare lo stesso spazzolino da denti, etc.
Se si contrae il citomegalovirus in gravidanza, il passaggio di questo al feto si verifica in circa 3-4 casi su 10. Di questi, i casi con gravi conseguenze sono circa il 10%.
Si calcola, tuttavia, che in Italia ci possano essere ogni anno tra i 200 e i 400 casi con conseguenze importanti: in particolare, si tratta di sordità congenita, microcefalia, malformazioni cardiache, oculari, etc.
La rosolia è una malattia esantematica causata dal Rubella virus e fino a pochi anni fa era considerata una semplice malattia dei bambini.
In realtà, le conseguenze possono essere piuttosto gravi sia per adulti sia per i bambini, sebbene si verifichino anche molti casi asintomatici o con sintomi piuttosto lievi.
In gravidanza, la rosolia è particolarmente pericolosa per il feto, soprattutto se viene contratta nelle prime settimane: il rischio è di aborto spontaneo, ma anche di quella che viene chiamata sindrome da rosolia congenita, che comporta gravi malformazioni a livello di occhi e orecchio, con possibilità di perdita dell’udito e della vista, ma anche ritardi mentali e complicazioni cardiache.
Per il Rubella virus esiste un vaccino, oggi obbligatorio per i nuovi nati. Le donne in gravidanza, se non sono coperte da vaccino, possono sottoporsi al rubeo test che cerca gli anticorpi presenti nel sangue. Nel caso fossero presenti anticorpi, a seconda del tipo di immunoglobine positive al virus, è possibile stabilire se si è contratto il virus di recente, con possibili conseguenze per il feto, oppure se si tratti di una infezione verificatasi in passato e che ha prodotto immunità.
La recente pandemia di Covid-19 ha introdotto nuovi motivi di preoccupazione per molte future mamme. Se è molto importante tenere alta l’attenzione, ciò non toglie che la gravidanza sia da affrontare in serenità senza eccedere in preoccupazioni e ansie, che possono non giovare alla salute del feto.
La protezione dal Covid-19 per le donne in gravidanza segue le stesse precauzioni e norme igieniche che dovrebbero essere osservate da tutte le persone.
L’Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e la Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) hanno messo a punto un documento in cui si consiglia di:
Molte donne incinte si chiedono se la loro condizione le metta in condizioni di maggior rischio di contagio. Sebbene, generalmente, in gravidanza si noti un fisiologico abbassamento delle difese organiche, i dati attuali non farebbero pensare a un maggior rischio di contagio per le donne incinte, come invece si è rilevato per l’influenza H1N1 e la Sars. Anche il quadro clinico per le donne in gravidanza contagiate da Covid-19 sembrerebbe in linea con quello di altre persone non in gravidanza nelle stesse condizioni di salute.
Sempre nel documento presentato da Aogoi e Sigo, si raccomanda di:
Nel caso in cui la donna stessa dovesse risultare positiva al virus, sarà opportuno seguire tutte le indicazioni che verranno fornite dal proprio ginecologo o medico curante. Va evitato il parto in acqua, per ridurre il rischio di trasmissione del virus al bambino. Inoltre, le attuali evidenze scientifiche non sembrano indicare il parto cesareo come metodo migliore se si è contratto il Covid-19, a meno che sia necessario per altri motivi.
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