Un’importante novità nell’ambito delle tecniche per la preservazione della fertilità arriva dalla regione Toscana. Dal 2021, infatti, saranno possibili anche in questa regione i trapianti di ovaio, grazie alla raccolta e alla criopreservazione del tessuto ovarico. Lo ha annunciato il coordinatore del progetto, Prof Luca Mencaglia, che da anni dirige il Centro di PMA di Cortona.
L’approvazione della delibera da parte della Giunta regionale della Toscana si presenta come una innovazione importantissima nella tutela della fertilità femminile, che permetterà di procreare anche alle giovani donne colpite da patologie che impediscono, o riducono sensibilmente, le probabilità di concepire.
Attualmente questa procedura è già disponibile in Emilia Romagna e in Piemonte.
La crioconservazione del tessuto ovarico è una delle tecniche utilizzate per la conservazione della fertilità in giovani donne colpite da gravi patologie, come tumori maligni, o da altre patologie che possono ostacolare il concepimento, come l’endometriosi.
Il prelievo del tessuto ovarico avviene attraverso una biopsia laparoscopica in anestesia. I frammenti prelevati subiscono un congelamento lento (slow freezing) per preservare l’integrità dei tessuti e vengono conservati nel Centro di PMA in attesa del reimpianto.
Negli ultimi anni, la conservazione della fertilità per questo tipo di pazienti ha assunto un interesse sempre maggiore: la percentuale di guarigione di pazienti oncologici in giovane età è in netta crescita, tuttavia le terapie oncologiche, quali la chemioterapia o radioterapia, possono portare a infertilità.
Si aggiungano, poi, fenomeni di tipo psicologico e il disagio psico-sociale che può presentarsi di fronte a una diagnosi pesante e alla difficoltà a concepire.
Nello studio “I Numeri del Cancro 2019”, stilato sulla base della banca dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori, si sono stimati in Italia circa 371.000 nuovi casi di tumore maligno, di cui 196.000 negli uomini e 175.000 nelle donne.
Per le donne in età compresa tra gli 0 e i 49 anni, i cinque tumori con l’incidenza maggiore sono quelli alla mammella (40%), alla tiroide (16%), i melanomi (7%), al colon-retto (4%), all’utero-cervice (4%).
Sebbene ogni giorno vengano diagnosticati mediamente più di mille nuovi casi di tumore tra la popolazione italiana, la sopravvivenza è aumentata sensibilmente, grazie a diagnosi precoci e cure più efficaci.
In particolare, osservando i dati dal 1990 al 2009, si può notare un importante aumento percentuale: se nel quinquennio 1990-1994 la sopravvivenza a 5 anni era del 55% per le donne e del 39% per gli uomini, nel periodo 2004-2009 è salita rispettivamente al 63% e al 54%.
Oggi, dunque, la sopravvivenza anche per la popolazione giovanile colpita da tumore è più che una semplice speranza, ma una possibilità concreta.
Tuttavia, l’utilizzo di cure oncologiche, efficaci quanto aggressive, talvolta può compromettere la capacità riproduttiva, in alcuni casi anche in modo irreversibile.
La crioconservazione del tessuto ovarico, sebbene sia il metodo più recente di conservazione della fertilità, porta numerosi vantaggi:
Grazie alla approvazione della delibera regionale, tutti i principali Ospedali della Toscana saranno attrezzati per prelevare i tessuti durante l’intervento chirurgico programmato per la patologia di cui è affetta la paziente (neoplasie, endometriosi, etc.).
I campioni prelevati verranno poi trasportati e conservati presso il Centro di PMA di riferimento. Ciò sarà possibile grazie al fatto che il tessuto ovarico può sopportare senza alcun danno un trasferimento sino a 4-5 ore in ghiaccio secco, pertanto per la paziente non sarà necessario spostarsi dall’Ospedale in cui è ricoverata. Aspetto degno di nota è il fatto che la tecnica sarà interamente a carico del sistema sanitario.
Dal 2021, quindi, inizierà una campagna sui social e sul web per sensibilizzare gli operatori e i cittadini a prendere in considerazione questa tecnica per esigenze sociali e lavorative, per ottenere una gravidanza o per ritardare la menopausa e per prevenire tutte le complicanze collegate, in primis l’osteoporosi, senza dover ricorrere a terapie ormonali sostitutive.
Dal 2016 ad oggi il Centro di Cortona ha effettuato più di 60 preservazioni di tessuto ovarico ed ha un rapporto di stretta collaborazione scientifica col Centro di Copenaghen, diretto dal Prof Claus Andersen, leader mondiale di questa tecnica: è, quindi, pronto a effettuare i primi trapianti di ovaio.
Il trapianto di ovaio autologo, ovvero attraverso la raccolta e la conservazione del tessuto dalla stessa paziente, è una tecnica già ampiamente affermata nel mondo e in Europa, specialmente Danimarca, Belgio e Germania, che ha permesso la nascita di oltre 380 bambini. Grazie ad essa, nel 92% dei casi è possibile il ritorno della funzionalità ormonale ovarica e nel 38% anche la gravidanza, sia spontaneamente sia col supporto di tecniche di procreazione assistita.
Il Prof Luca Mencaglia sottolinea, inoltre, l’importanza di utilizzare questa tecnica anche per posporre la menopausa fino a 10-15 anni, evitando tutte le problematiche collegate a questa situazione fisiologica, in come l’osteoporosi.
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