La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è l’insieme delle procedure mediche e di laboratorio adottate per aiutare e favorire il processo di fecondazione e concepimento a favore di coppie con problemi di fertilità, che hanno difficoltà a procreare naturalmente.
La PMA è una scelta di speranza che prevede un percorso da affrontare in coppia. Dal primo contatto con il centro in poi, sono previste almeno tre visite nelle quali i medici raccoglieranno tutte le informazioni fondamentali per poter procedere con l’individuazione delle migliori soluzioni e procedure finalizzate al raggiungimento di una gravidanza.
Primo incontro
Il primo incontro è quello che consentirà ai medici del centro di acquisire tutte le informazioni cliniche della coppia e, al termine di questa prima fase, verranno richiesti tre esami clinici a cui la coppia dovrà sottoporsi:
Secondo incontro
Durante il secondo incontro il medico procederà con la valutazione dei risultati degli esami prescritti nel corso della prima visita, identificando conseguentemente quale sia per la coppia il percorso di PMA più idoneo. Verrà stabilito se eseguire una procedura di PMA di I°, II° o III° livello, e a discrezione del medico potranno essere richiesti altri esami diagnostici integrativi rispetto al trattamento prescelto.
Terzo incontro
La terza visita è quella conclusiva e decisionale, dove sulla base di tutti i risultati ottenuti dalle due sessioni di analisi mediche si procede con l’assegnazione del protocollo terapeutico personalizzato, programmando le fasi successive della PMA.
Quando si affronta il tema della PMA ci si riferisce sempre ad un percorso. Possono essere necessarie consulenze specifiche correlate a specifici problemi, oltre alla necessaria visita ginecologica che un’accurata valutazione dell’anamnesi, ed in secondo luogo un’ecografia pelvica volta alla valutazione dell’utero.
In caso di specifica infertilità maschile si rende necessaria una visita andrologica: oltre alla valutazione dell’anamnesi, verrà eseguita un’analisi del liquido seminale, con la quale si andrà ad identificare la qualità degli spermatozoi ed eventualmente una ecografia dell’apparato riproduttivo maschile. Questo servirà per indirizzare la coppia verso la tecnica di PMA più idonea al quadro clinico generale.
La Consulenza genetica, necessaria in caso di diagnosi genetica preimpianto (PGT), prevede due diverse fasi. La prima nella quale si raccoglie l’anamnesi genetica e familiare della coppia, si inquadra la patologia genetica e si spiega quello che è il rischio di ricorrenza. Nella seconda si informa la coppia delle diverse possibilità e tecniche di diagnosi preimpianto, facendo presenti quelli che saranno i benefici, gli svantaggi e quelle che potrebbero essere le percentuali di successo. In alcuni casi, a seconda della procedura scelta, potrà essere necessario un prelievo di sangue per l’analisi del DNA dei genitori (set up).
Una volta individuata la giusta procedura di PMA, vi sono una serie di passaggi effettuati in laboratorio che porteranno alla formazione dell’embrione in vitro. Parliamo della stimolazione ovarica (attraverso l’utilizzo di farmaci mirati), il prelievo ovocitario e la valutazione attenta dell’ovocita. Nello stesso modo verrà effettuata la raccolta del liquido seminale ed attenta analisi dello spermatozoo.
Le fasi che precedono il trasferimento finale sono l’Iniezione introcitoplasmatica dello spermatozoo (in caso di icsi) , tecnica che consiste nella rimozione meccanica di tutte le barriere ovocitarie, e la coltura embrionale, ovvero la fusione tra lo spermatozoo e l‘ovocita.
A questo punto si ottengono una serie di embrioni, che i medici trasferiranno direttamente all’interno dell’utero mediane uno strumento specifico. Trattasi di un sottile catetere che viene guidato dall’ecografia trans addominale. Uno degli aspetti molto interessanti di questa procedura è il fatto di essere totalmente indolore, quindi per sottoporsi a questo trattamento non sarà necessario ricorrere ad alcun tipo di anestesia.
È importante conoscere anche un altro aspetto della procedura di PMA, ovvero che dal giorno successivo a quello in cui è avvenuto il prelievo ovocitario, la donna dovrà cominciare ad assumere il progesterone naturale per via vaginale, orale o sottocute a seconda delle indicazioni, il quale va a fare da sostegno alla fase luteale.
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