Pillola: alleata o nemica della fertilità?

Pubblicato il 23 maggio 2019

Tra i tanti miti da sfatare riguardo alle cause della infertilità uno sicuramente è quello correlato alla pillola anticoncezionale.

Nonostante i milioni di donne che l’hanno assunta senza conseguenze alla fertilità, ad oggi sussistono ancora molti pregiudizi.  È credenza infatti che l’assunzione prolungata negli anni possa influenzare negativamente la fertilità futura.

La domanda più comune che spesso assilla le donne è:
<<La pillola può interferire con la fertilità?>>.

 

La risposta certa e dimostrata da studi e ricerche è:
<< Assolutamente no!>>.

 

Anzi spesso l’assunzione della pillola presenta alcuni benefici che possono migliorare la salute dell’apparato riproduttivo della donna soprattutto in caso di cisti ovariche funzionali, sindrome endometriale e carenze croniche di ferro.
A tal proposito le nuove pillole anticoncezionali, soprattutto quelle di ultima generazione, si rivelano alleate della salute riproduttiva della donna.

Pillola: azione contraccettiva e protezione della fertilità.

Quando si assume la pillola gli ormoni entrano nel sangue ed arrivano all’ipotalamo che coordina i bioritmi, inclusi quelli ormonali, che portano all’ovulazione.  Gli ormoni della pillola risultano essere amici dei processi che preservano la fertilità, contribuendo a mettere a riposo tutto l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, impedendone l’ovulazione.

L’assunzione della pillola anticoncezionale non lede la fertilità futura della donna, ma la protegge mettendo a “riposo” temporaneamente e reversibilmente l’ovaio. Si va così ad “addormentare” l’ovulazione ovarica e di conseguenza a preservare la situazione fertile che si riproporrà, più o meno invariata, a distanza di mesi o anni, quando si sospenderà l’assunzione della pillola.
Studi dimostrano come i casi in cui, a seguito della sospensione del contraccettivo, il ciclo non riprenda il suo naturale ritmo, la causa non sia da imputare ad un effetto negativo della pillola, ma a situazioni attribuibili allo stile di vita della donna, come  il blocco dell’ipotalamo da stress o diete eccessive che possono aver sottoposto il corpo a squilibri nei 3/6 mesi antecedenti alla sospensione della pillola.

In alcuni casi la mancanza del ritorno del ciclo può essere causata dal naturale e precoce esaurimento della riserva ovarica.  L’1% delle donne italiane infatti va in menopausa precoce prima dei 40 anni presentando una riserva di ovociti molto inferiore alla media in fase di esaurimento naturale. Esami e diagnostica aiuteranno la donna a valutare quale percorso iniziare per preservare e riattivare la fertilità.
Se vorrà e dovrà ricorrere al social freezing ossia la crioconservazione dei propri ovociti per garantirsi la possibilità di una gravidanza quando gli aspetti di salute o socio economici lo permetteranno.

Pillola e fertilità: il parere degli esperti.

Da un sondaggio della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), ben il 73% dei ginecologi italiani concorda con quanto dichiarato dai medici inglesi in relazione all’importante studio comparso di recente sull’autorevole British Medical Journal. La nuova pillola, non solo non rappresenta un rischio per la salute della donna ma ne protegge la salute e ne preserva la fertilità.

Da recenti testimonianze mediche, ginecologi e specialisti, associano l’assunzione dei contraccettivi ormonali ad una migliore situazione di salute delle ovaie ed un effetto “protettivo” della fertilità a lungo termine.

Rispetto al passato infatti, la nuova pillola i cui dosaggi sono più rispettosi dei bioritmi ormonali della donna, risulta oggi essere amica della salute riproduttiva femminile. L’assunzione di un principio estro-progestinico per stabilizzare l’equilibrio ormonale nei casi in cui risulti necessario, diventa un aspetto fondamentale in funzione di un progetto di maternità futura.

Da recenti studi la pillola quindi può avere una funzione protettiva e benefica per la fertilità, presentando alcuni effetti benefici che potrebbero migliorare la qualità della vita della donna preservando la salute delle ovaie, tipo:

  • riduzione (per soppressione dell’ovulazione) di: cisti ovariche funzionali (follicolari e luteiniche), rischio di cancro ovarico, dismenorrea e dolori pelvici nel periodo ovulatorio, tensione premestruale.
  • riduzione di incidenza di gravidanze extrauterine.
  • riduzione del flusso mestruale con conseguente minore rischio di anemia ferro-priva.
  • minore incidenza di menorragie, perdite intermestruali e di irregolarità delle mestruazioni.
  • protezione dall’artrite reumatoide, dalle malattie infettive pelviche e dalla salpingite.
  • riduzione del 50% dell’incidenza del cancro endometriale.
  • riduzione del 50% della comparsa di mastodinia, di noduli benigni della mammella e di mastopatia fibrocistica.

Di fatto, i contraccettivi possono avere una funzione protettiva ed i dati relativi al successo del concepimento post pillola sono molto positivi:

  • Le percentuali di successo di concepimento risultano essere più basse solo nei primi tre mesi post pillola, anche se con la pillola di ultima generazione la percentuale di attesa si è ridotta sensibilmente.
  • Dopo tre mesi dalla sospensione, la percentuale di successo del concepimento risulta essere la stessa delle donne che non hanno assunto la pillola.
  • Entro 12 mesi dall’interruzione della pillola il 75-97 % delle donne che desiderano concepire hanno conseguito con successo una gravidanza. Equiparandosi ai valori riscontrati anche in donne che non hanno assunto la pillola e che hanno intrapreso una ricerca attiva della gravidanza.
  • Durata dell’assunzione e tipologia di formulazione (monofasica, trifasica ad alto o basso dosaggio) non risultano influenzare il ritorno effettivo alla fertilità.
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