Oggi sempre più frequentemente si sente parlare di medical freezing, ma non tutti sanno che cosa sia questa procedura, perché sia tanto importante e quando sia consigliata.
Il medical freezing è un metodo di preservazione della fertilità che consente di concepire anche dopo una patologia oncologica.
Negli ultimi anni i casi di tumore sono in notevole aumento. Ma il dato più interessante in questo senso riguarda il fatto che l’incidenza del cancro è in aumento anche per persone in giovane età. I dati statistici [1] ci rilevano che nel periodo compreso tra il 2008 e il 2016, l’incidenza dei tumori è aumentata del +1,3% medio annuo tra le donne e del +0,7% medio annuo tra gli uomini. In particolare, tra le donne l’incidenza è aumentata dell’1,6% nella fascia di età inferiore ai 50 anni, quella cioè interessata dalla possibilità di procreare.
In concomitanza con questa crescita del numero dei casi, va però rilevato che le stime dei tassi di mortalità sono in decremento, in linea di massima per tutti i sessi, per tutte le fasce di età e per tutti i tipi di neoplasie.
Questi cambiamenti hanno un’influenza significativa sulle aspettative di vita e sui comportamenti delle persone che si ammalano: la possibilità di salvaguardare la fertilità diventa una esigenza molto importante da un punto di vista psicologico.
Da un punto di vista sociale, la salvaguardia della fertilità dovrebbe essere un tema centrale, tanto più in una nazione come la nostra in cui le nascite sono in costante calo e l’età media delle donne che mettono al mondo il primo figlio è sempre più alta.
Ma le implicazioni maggiori riguardano l’aspetto della vita personale.
Oggi, i miglioramenti nella possibilità di guarigione sono da attribuire prevalentemente alla diagnosi precoce e alla efficacia di cure come la chemioterapia e la radioterapia.
Tuttavia, anche i migliori trattamenti della cura del cancro hanno conseguenze e risvolti negativi, in particolare sulla sfera riproduttiva. La chemioterapia può provocare amenorrea e avere influenze negative sulla funzione riproduttiva.
Inoltre, esistono studi che sembrerebbero dimostrare una associazione tra l’esposizione alla radioterapia in età infantile e la possibilità di problemi riproduttivi nei soggetti femminili sopravvissuti al cancro [2].
L’infertilità è considerata una delle conseguenze più frequenti dopo il trattamento per patologie oncologiche in età fertile ed è una delle cause del peggioramento della qualità della vita.
Da un punto di vista psicologico, mentre si affronta la malattia sapere di avere ancora la possibilità di concepire può essere un grande stimolo. Una volta che le condizioni di salute lo consentano poter mettere in atto un progetto genitoriale è molto importante anche per coppie che prima della malattia non avevano questo desiderio.
È molto frequente, infatti, che man mano che aumenta l’età e si avvicina la menopausa aumenti il desiderio di diventare genitori.
Tuttavia, per poter superare le difficoltà riproduttive che si possono generare a causa di patologie oncologiche è necessario adottare le corrette strategie fornite dalle tecniche di medical freezing.
Anche per l’endometriosi spesso viene consigliato il medical freezing come metodo per permettere la fertilità.
L’endometriosi è una patologia determinata dall’accumulo anomalo di cellule dell’endometrio, che è la membrana che ricopre internamente l’utero, al di fuori dell’utero stesso. In molti casi, il tessuto endometriale si localizza nelle ovaie e può provocare la formazione di cisti. In alcuni casi i frammenti dell’endometrio, che sono responsabili della crescita del tessuto, possono depositarsi anche in altri organi pelvici, come il peritoneo, o dell’addome, più raramente nel fegato, nel diaframma e nella pleura.
In molti casi l’endometriosi crea disturbi al ciclo mestruale, in particolare dolori mestruali molto intensi, ciclo irregolare o amenorrea. Spesso può essere alla base di infertilità. Proprio per questo, quando ci si sottopone a intervento chirurgico per rimuovere il tessuto endometriale, si può anche effettuare tecniche di medical freezing, come la crioconservazione del tessuto ovarico.
Una volta che la paziente sia in condizioni di concepire, il tessuto ovarico può essere reimpiantato per ristabilire la situazione riproduttiva precedente in modo da poter affrontare la gravidanza o, comunque, da evitare una menopausa precoce.
Attualmente le tecniche di medical freezing prevedono la crioconservazione del tessuto ovarico oppure la crioconservazione degli ovociti.
La crioconservazione del tessuto ovarico, tecnica più recente ed ancora in fase sperimentale, presenta sostanzialmente due vantaggi rispetto alla crioconservazione degli ovociti:
Per questo la crioconservazione del tessuto ovarico è consigliata quando ci siano patologie oncologiche che non permettono di posticipare le cure e per le bambine che non hanno ancora raggiunto la pubertà. In questa seconda ipotesi, può essere particolarmente utile in caso di patologie che richiedono radioterapia.
Tuttavia, uno dei punti non ancora del tutto risolto riguarda il rischio di impiantare cellule malate e suscitare la ripresa della patologia in remissione. Per questo motivo è sconsigliato utilizzare questa tecnica per pazienti affette da patologie oncologiche ad alto rischio metastatico, come alcune neoplasie ovariche.
[1] https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2020/10/2020_Numeri_Cancro-operatori_web.pdf
[2] https://gremjournal.com/journal/02-2020/live-birth-rate-after-ovarian-tissue-cryopreservation-followed-by-autotransplantation-in-cancer-patients-a-systematic-review/
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