Durante la gravidanza è molto importante avere una alimentazione sana ed equilibrata, in modo che sia la mamma sia il bambino abbiano il giusto apporto di vitamine e minerali.
Tuttavia, può succedere che sia necessaria l’integrazione di alcune vitamine, come spesso avviene nel caso dell’acido folico, importantissimo per lo sviluppo del feto e per la prevenzione di malattie come la spina bifida.
L’acido folico è una vitamina che fa parte delle vitamine del gruppo B, comunemente denominata B9. Dello stesso gruppo fanno parte tutti i folati, che sono strettamente legati all’acido folico.
Infatti, mentre con folato si intende la vitamina così come si trova naturalmente negli alimenti, l’acido folico ne è la molecola ottenuta per sintesi e usata come integratore nei prodotti vitaminici o in alcuni alimenti lavorati.
L’acido folico è una vitamina idrosolubile: ciò significa che non produce energia, ma serve per finalità specifiche legate allo sviluppo dell’organismo.
In particolare, la funzione dell’acido folico è quella di contribuire alla riproduzione cellulare. Per questo, soprattutto durante la gravidanza, è necessaria per il feto che si sta formando: dal concepimento in poi le cellule che compongono il feto si moltiplicano e differenziano continuamente per poter formare tutti gli organi che comporranno il nuovo organismo.
La mancanza di acido folico può causare una formazione non corretta e provocare patologie o malformazioni. Per esempio, durante la formazione dei globuli rossi, una carenza di vitamina B9 può determinare gravi forme di anemia.
Anche la madre, soprattutto in vista del parto, ha necessità di una quantità superiore di acido folico rispetto a quella che sarebbe sufficiente in una condizione di normalità. L’organismo materno, infatto, non produce una quantità sufficiente di folati e li integra attraverso l’alimentazione. Tuttavia, non sempre ciò basta a compensarne la richiesta.
L’acido folico è una vitamina presente in natura in alcuni alimenti, in particolare in quelli a foglia verde. Il nome stesso, infatti, deriva dal latino folium, che significa proprio foglia.
Molti ortaggi sono una buona fonte di folati, come spinaci, bietole, lattuga, asparagi, carciofi. Ma anche nei cereali, nei legumi, in alcuni frutti come fragole e kiwi se ne possono trovare buone quantità, così come nelle uova e nel fegato.
Tuttavia, soprattutto in gravidanza, bisogna fare attenzione a come vengono assunte. C’è infatti da considerare che non sempre tutto il quantitativo di folati presenti nei cibi viene assorbito dall’organismo:
Inoltre, in gravidanza è importante fare particolare attenzione a come si assumono determinati alimenti:
Durante la gravidanza, il fabbisogno quotidiano di acido folico è senza dubbio più elevato rispetto a quello che sarebbe necessario alla donna se non si trovasse in dolce attesa. Tuttavia, anche in condizioni di normalità, la quantità di acido folico che ogni giorno si dovrebbe assumere dipende da diversi fattori, tra cui l’età e gli stili di vita.
Secondo gli studi medici, l’assunzione di alcune medicine, così come alcol e fumo, possono aumentare il fabbisogno.
In linea di massima, la quantità di acido folico quotidiana necessaria nei primi di mesi è di 110 μg e, man mano che il bambino cresce, il fabbisogno aumenta, fino a raggiungere i 350 μg durante l’adolescenza. Gli adulti, in media, dovrebbero introdurne almeno 400 μg al giorno, mentre le donne in gravidanza hanno un fabbisogno quotidiano di 600 μg e in allattamento di 500 μg.
Un buono sviluppo del feto può dipendere anche dalle quantità di folati assunti dalla donna: di conseguenza spesso il ginecologo consiglia un’assunzione di integratori di acido folico. Si calcola che l’assunzione regolare di acido folico riduce il rischio di difetti del tubo neuronale del 50-70%.
Le carenze di acido folico, infatti, possono aumentare il rischio di malformazioni del feto, soprattutto nelle prime settimane di gravidanza e, in particolare, allo sviluppo del sistema nervoso, del cervello e del midollo spinale. Patologie come l’anencefalia e la spina bifida pur se rare, sono le possibili conseguenze.
In ogni caso, l’assunzione di questi integratori non deve essere mai decisa in autonomia ma sempre sotto prescrizione medica.
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