Il progesterone e il suo ruolo per la fecondazione

Pubblicato il 27 Giugno 2024

Il progesterone è un ormone steroideo che ha un ruolo importante per la riproduzione, sia per quanto riguarda la funzionalità durante il ciclo mestruale sia durante la gestazione.

A seconda del periodo del ciclo mestruale i livelli di progesterone variano, proprio per consentire ai vari apparati di svolgere le funzioni per cui sono predisposti. Tuttavia, avere dei livelli di progesterone troppo bassi può avere delle conseguenze negative per il benessere generale e può ostacolare il concepimento.

Che cos’è il progesterone e a che cosa serve

Il progesterone è ormone femminile che viene prodotto principalmente nelle ovaie, subito dopo l’ovulazione, nel corso della cosiddetta fase luteale del ciclo mestruale. Tuttavia, anche le ghiandole surrenali sono responsabili della produzione di una piccola parte di progesterone mentre, durante la gravidanza, è la placenta ad aumentarne i livelli normali.

La funzione generale del progesterone è quella di ispessire l’endometrio, ovvero lo strato interno dell’utero, e di renderlo ricettivo affinché l’embrione vi si possa impiantare. Durante l’ovulazione questo processo opera una importante trasformazione dell’endometrio, che nelle altre fasi del ciclo mestruale ha una parete molto più sottile, così che possa essere pronto ad accogliere l’ovulo fecondato e dare il via alla gravidanza. Durante la gestazione, poi, avrà una serie di funzioni specifiche come quella di bloccare il ciclo mestruale, di mantenere la placenta nelle condizioni ideali per il feto e di preparare il tessuto mammario per la produzione di latte.

Tuttavia, l’attività del progesterone si estende anche ad altri ambiti, in quanto influisce sul metabolismo, sul sistema immunitario e persino sugli stati d’animo.

Come viene prodotto il progesterone

La maggior parte del progesterone è, dunque, prodotta nel corpo luteo: con questo termine si indica la ghiandola endocrina temporanea formata da un insieme di cellule che si sviluppano nelle ovaie dopo l’ovulazione. Se l’ovulo fecondato si impianta con successo nell’utero, la placenta inizia a svilupparsi e, dopo circa 8-10 settimane, diventa la principale produttrice di progesterone, garantendo il supporto ormonale necessario per tutta la durata della gravidanza.

Se, invece, l’ovulo non viene fecondato, il corpo luteo si sfalda: per questo motivo, in questa fase del ciclo mestruale si ha un abbassamento dei livelli di progesterone, fino all’ovulazione successiva, quando si registrerà un nuovo picco.

Di solito, i livelli di progesterone aumentano nella fase luteale: si stima che in questa fase debbano essere compresi tra i 2,3 e i 25 ng/dl, mentre nella fase precedente all’ovulazione, detta fase follicolare, siano nella norma quando sono compresi tra 0,1 e 1,5 ng/dl.

Quando la donna entra in menopausa si ha un fisiologico abbassamento dei livelli di questo ormone: poiché la funzione riproduttiva viene meno, non è più necessario che l’endometrio sia nelle condizioni da permettere la fecondazione. Tuttavia, la riduzione dei livelli ormonali è responsabile di alcuni disturbi che possono comparire in questo periodo della vita. Vampate di calore, aumento di peso, variazioni del metabolismo, cambi di umore sono tutte circostanze che trovano una stretta relazione con i cambiamenti ormonali.

Il ruolo del progesterone nella PMA

Il ruolo del progesterone nella fecondazione si estende anche alle tecniche di fecondazione assistita. Così come avviene con la fecondazione naturale, anche nelle tecniche di PMA il progesterone è fondamentale per preparare l’utero all’impianto dell’embrione e al mantenimento della gravidanza nelle fasi iniziali.

I trattamenti di PMA, che includono la fecondazione in vitro (FIV) e l’inseminazione intrauterina (IUI), spesso richiedono un’attenta preparazione dell’utero per aumentare le possibilità di successo dell’impianto. Il progesterone viene somministrato per via orale, iniezione o come gel vaginale, per ottimizzare lo spessore dell’endometrio e renderlo il più accogliente possibile per l’embrione. Questa pratica è basata su anni di ricerca che dimostrano come un adeguato livello di progesterone sia essenziale per aumentare le probabilità di gravidanza e ridurre il rischio di aborto spontaneo nei cicli di PMA.

Durante i trattamenti di PMA, è necessario monitorare i livelli di progesterone della paziente, regolandoli per assicurare che l’ambiente uterino sia ottimale. Questo monitoraggio può comportare aggiustamenti nel dosaggio del progesterone somministrato, basati sui risultati dei test ematici e sulle esigenze individuali della paziente.

Una volta che l’impianto ha avuto successo, è necessario mantenere i livelli di progesterone adeguati per consentire alla gravidanza di svolgersi correttamente, specialmente nelle sue prime fasi. In alcuni casi, la somministrazione di progesterone può continuare fino alla 12ª settimana di gravidanza, quando la placenta è abbastanza sviluppata da produrre sufficiente ormone per sostenere il resto della gravidanza autonomamente. Questo supporto ormonale precoce è spesso considerato una misura preventiva contro i rischi di aborto spontaneo associati a livelli inadeguati di progesterone.

Quando assumere il progesterone

La somministrazione di progesterone, che deve essere sempre prescritta dal ginecologo o dal medico curante in base alle condizioni specifiche della paziente, può essere utile in alcune circostanze legate al concepimento, alla gravidanza e alla menopausa.

Nel contesto della fecondazione assistita e del sostegno alla gravidanza nelle sue fasi iniziali, il progesterone è spesso prescritto per ottimizzare lo spessore dell’endometrio e favorire l’impianto dell’embrione, nonché per ridurre il rischio di aborto spontaneo. Sebbene sia generalmente considerato sicuro e benefico in queste circostanze, la sua assunzione non è esente da potenziali effetti collaterali.

L’assunzione di progesterone in combinazione con estrogeni come parte della terapia ormonale sostitutiva (TOS) è una pratica comune per gestire i sintomi della menopausa, come le vampate di calore e l’osteoporosi. Sebbene la TOS possa migliorare significativamente la qualità della vita durante la menopausa, il suo utilizzo richiede una valutazione attenta dei rischi e dei benefici.

Condividi su facebook
Condividi su pinterest
Condividi su linkedin