I test di fertilità sono il modo più semplice per analizzare lo stato di fertilità sia per l’uomo sia per la donna.
Entro un certo limite di tempo non c’è da preoccuparsi se nonostante la regolarità dei rapporti e la sospensione di pratiche anticoncezionali la tanto desiderata gravidanza non arriva. Ogni concepimento ha una storia a sé: in alcuni casi può verificarsi entro poche settimane, altre volte possono volerci addirittura anni.
Tuttavia, se dopo un anno non si è ancora riusciti a concepire, è opportuno rivolgersi a un medico e a eseguire i relativi test per valutare la fertilità e le probabilità che il concepimento abbia successo.
Gli studi recenti infatti rivelano una tendenza all’aumento dei casi di sterilità e di infertilità: si stima che almeno il 15% delle coppie abbia avuto delle difficoltà a concepire. Vi sono diverse cause: fattori legati allo stile di vita, errata alimentazione, scarsa attività fisica, obesità, innalzamento dell’età media per la ricerca del primo figlio e malattie come l’endometriosi.
Le statistiche ci dicono anche che i problemi di fertilità riguardano sia gli uomini sia le donne, con una percentuale che si assesta intorno al 40% per entrambi i sessi. Nel restante 20% dei casi, i problemi sono di natura mista. Ma la cosa più interessante, e preoccupante, da notare è che solo vent’anni fa queste percentuali erano pressoché dimezzate.
Per tutti questi motivi è importante rivolgersi a medici specializzati, come il ginecologo e l’andrologo, quando dopo ripetuti tentativi la gravidanza non arriva. Dopo aver analizzato la situazione ed escluso patologie invalidanti da questo punto di vista, sarà il medico stesso a consigliare il percorso diagnostico più adatto e a consigliare esami clinici o test della fertilità da eseguire a casa.
Poter analizzare le possibilità e probabilità di concepimento e di sottoporsi a qualunque test della fertilità, la donna dovrebbe conoscere la fase del ciclo mestruale in cui si trova e di conseguenza calcolare il momento dell’ovulazione.
ln caso di ciclo mestruale regolare di ventotto giorni non è difficile calcolare quando avverrà l’ovulazione, ovvero indicativamente a metà del ciclo. L’ovulazione infatti avviene circa quattordici giorni prima dell’inizio delle mestruazioni, in cui verranno espulsi gli ovuli non fecondati.
Tuttavia, se il ciclo tende a essere irregolare, a durare molto a lungo o molto poco, diventa più arduo calcolare con precisione quando dovrebbe avere luogo l’ovulazione. È perciò possibile che l’ovulazione si verifichi in un momento diverso da quello in cui la si prevedeva. Tanto più che lo schema ovulatorio a cui si fa riferimento corrisponde a un modello di ciclo mestruale che non si adatta necessariamente a tutte le donne.
Per ovviare a questo problema, è possibile utilizzare il test dell’ormone LH (ormone luteinizzante), che è l’ormone dell’ovulazione. Si tratta di un test delle urine molto simile a quello di gravidanza e può essere utilizzato tutti i giorni finché non ne risultano i valori positivi. Oggi esistono in commercio anche stick con la doppia funzione di segnalare il periodo ovulatorio e la gravidanza, in quanto segnalano anche la presenza dell’ormone beta HCG, prodotto in gravidanza.
Un altro tipo di esame che viene consigliato dai ginecologi è quello degli ormoni FSH (ormone follicolo-stimolante), AMH (ormone antimulleriano) e LH e della prolattina. Si tratta di una analisi del sangue, attraverso la quale vengono rilevati eventuali squilibri a livello endocrino: questo esame va eseguito durante il terzo giorno del ciclo mestruale.
Per quanto riguarda gli esami strumentali, il ginecologo durante la visita esclude altri tipi di patologie che potrebbero ostacolare il concepimento attraverso l’ecografia transvaginale. Nel caso dovessero essere presenti malformazioni uterine o neoformazioni come fibrosi o cisti, questo tipo di esame ne rivelerebbe la presenza. Inoltre, l’ecografia permette di valutare le condizioni e lo stato degli organi riproduttivi: utero, ovaie e endometrio. Utilizzando la iniezione di soluzione fisiologica o specifico mezzo di contrasto è anche possibile valutare la pervietà delle tube ed eventuali alterazioni che rendano difficile il passaggio di spermatozoi o la discesa dell’embrione una volta fecondato.
Esiste un altro esame strumentale per la fertilità femminile: si tratta della isteroscopia, che è un tipo di esame endoscopico che si esegue senza alcun tipo di anestesia che permette la visualizzazione diretta del canale cervicale e cavità uterina.
A differenza di ciò che spesso, soprattutto in passato, si tendeva a pensare, i problemi di fertilità non riguardano esclusivamente la donna.
Un recente studio scientifico ha rivelato che nel nostro paese un uomo su tre è a rischio di infertilità.
Oltre alle cause dovute agli stili di vita e ai comportamenti, ci possono essere anche cause organiche. Problemi di natura ormonale, infiammazioni, varicocele e altre patologie sia a carico del sistema riproduttivo sia di altra natura possono essere indagati attraverso diversi test.
Come nel caso femminile, anche nel caso maschile è opportuno recarsi da uno specialista, come l’andrologo, per valutare quali siano gli esami più opportuni.
Così come durante la visita ginecologica è prevista l’ecografia intrauterina, durante la visita andrologica generalmente viene effettuata l’ecografia dell’area genitale attraverso la quale vengono indagate eventuali malformazioni.
Inoltre, l’andrologo effettua uno spermiogramma attraverso il quale analizza il liquido seminale. Questo esame permette di valutare la quantità, la motilità e la capacità di sopravvivenza degli spermatozoi.
Una spermiocultura, invece, può essere ritenuta necessaria nel caso in cui l’andrologo sospetti la presenza di infezioni batteriche.
Così come per la donna, anche per l’uomo è possibile sottoporsi ad analisi del sangue che prendano in esame i dosaggi ormonali e che rilevino possibili anomalie.
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