La fecondazione assistita prevede una serie di trattamenti che hanno la finalità di favorire il concepimento nel momento in cui ciò non si riesca naturalmente.
Oggi l’ampia disponibilità di trattamenti, la maggiore consapevolezza delle persone riguardo all’argomento, le normative un po’ meno stringenti e l’aumento dei problemi di fertilità spingono sempre più persone a rivolgersi alla fecondazione assistita.
Si tratta di un’importante possibilità che ha sia una valenza personale, aiutando le coppie a realizzare il proprio desiderio di genitorialità, che sociale, costituendo un tassello strategico nel contrasto alla denatalità.
Un dato di cui va tenuto conto è l’aumento dell’età delle donne che si affidano a PMA, che nel 2005 era mediamente di 34 anni e nel 2022 di 37 anni. Inoltre, anche la percentuale di donne ultraquarantenni che provano a concepire con la PMA è aumentata, passando da circa il 20% al 34% nello stesso periodo. Ciò non fa che confermare il trend secondo il quale le coppie tendono a ricercare il concepimento sempre più tardi, posticipando la decisione per una serie di motivi, che possono essere personali, lavorativi o sociali.
Positivo, invece, è il calo del numero medio di embrioni trasferiti in utero, che ha permesso di ridurre i parti plurigemellari dal 23% circa al 6% circa, uno dei principali rischi associati alle tecniche di PMA.
L’aumento del ricorso alla fecondazione assistita può essere attribuito a diversi fattori, tra cui una maggiore consapevolezza delle persone riguardo all’argomento e la riduzione dei pregiudizi legati a questi trattamenti. Oggi, molte coppie sono più informate sulle possibilità offerte dalla medicina riproduttiva e sono più propense a considerare la PMA come una soluzione valida per affrontare i problemi di infertilità. Questo cambiamento culturale è favorito dal maggiore accesso a informazioni accurate e scientificamente fondate.
Le normative che regolano la fecondazione assistita sono diventate meno restrittive rispetto al passato, permettendo l’inclusione di trattamenti che in precedenza erano esclusi. Per esempio, dal 2014 è stato abrogato il divieto di fecondazione eterologa e nel 2015 è stato concesso l’accesso alla PMA alle coppie fertili con patologie trasmissibili introducendo la possibilità della diagnosi genetica preimpianto, al fine di impiantare solo embrioni sani.
Tuttavia, nonostante i progressi, c’è ancora molto da fare per migliorare l’accesso e la disponibilità di queste tecniche. Ad esempio, le procedure di crioconservazione dei gameti e la preservazione della fertilità per pazienti oncologici sono ora più diffuse, ma esistono ancora limitazioni e barriere burocratiche che impediscono a molte coppie di accedere facilmente a questi trattamenti. Inoltre, possono accedere solo coppie eterosessuali sterili o infertili, coniugate o conviventi in età considerata potenzialmente fertile: tutto ciò esclude molte persone, coppie o single, che vorrebbero poter diventare genitori.
Un altro fattore che determina l’aumento delle persone che scelgono la PMA è la crescita dei problemi di infertilità, dovuto a vari motivi, tra cui l’età avanzata delle donne al momento del concepimento, lo stile di vita e l’esposizione a fattori ambientali nocivi.
Le coppie tendono a posticipare la decisione di avere figli per una serie di ragioni: si studia più a lungo e si entra nel mondo del lavoro più tardi; si hanno maggiori aspettative per quanto riguarda la carriera; si cerca una maggiore stabilità economica e sociale prima di concepire; si desidera raggiungere una crescita personale ed avere relazioni stabili prima di avere figli, etc. Sebbene tutto ciò sia specchio di una società per certi versi più consapevole delle proprie scelte, ciò aumenta la probabilità di riscontrare difficoltà nel concepimento.
Questo spinge sempre più persone a rivolgersi alla fecondazione assistita per realizzare il loro desiderio di genitorialità, confermando l’importanza di questa opzione sia a livello individuale che sociale.
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