Età e fertilità maschile: che relazione hanno

Pubblicato il 08 Ottobre 2021

Se un tempo si pensava che la responsabilità dell’infertilità fosse del tutto a carico della donna, oggi molti studi dimostrano che almeno nel 40-50% dei casi la difficoltà a concepire dipende dall’uomo. Se per le donne dopo una certa età la fertilità diminuisce, fino a scomparire, ci si chiede se età e fertilità maschile abbiano una relazione.

I motivi che portano ad avere difficoltà a concepire, infatti, sono molti e di diversa origine, tuttavia non va tralasciato l’aspetto che riguarda l’età della coppia. La donna dopo una certa età ha sempre minori probabilità di riuscire a concepire, fino a perderle del tutto durante la menopausa. Sebbene per l’uomo la produzione di gameti non si interrompa, come avviene per la donna, ciò non toglie che dopo una certa età ci sia una quantità e una qualità spermatica inferiore, tanto che ciò può influire negativamente sul concepimento.

L’età del papà ha ripercussioni sulla fertilità?

A differenza della donna, che dopo la menopausa non produce più ovuli, l’uomo continua a produrre spermatozoi per tutta la vita. Con il passare del tempo, però, la produzione spermatica non è la stessa di quando era più giovane.

Sebbene spesso si tenda a dare importanza più all’età della donna che a quella dell’uomo, nel momento in cui si desideri avere un figlio, va tenuto conto che anche l’età del papà può influire sulle probabilità di concepire.

La struttura dello sperma non è sempre uguale, ma nel corso degli anni può modificarsi riducendo le probabilità che gli spermatozoi riescano a fecondare un ovocita.

Età e fertilità maschile – Campagna del Cavolo

Il percorso che porta al concepimento non è così semplice: quando lo sperma entra nel canale vaginale deve compiere un tratto piuttosto tortuoso e solo pochi spermatozoi riescono effettivamente a risalire fino al punto in cui si trova l’ovocita. Dopo di che, un’ulteriore selezione si realizza nel momento in cui lo spermatozoo deve riuscire a bucare la parte esterna dell’ovocita e completare il concepimento.

Se gli spermatozoi sono poco numerosi o hanno poca mobilità, è molto più difficile che possa realizzarsi l’incontro tra spermatozoo e ovocita, tanto più che anche l’età della donna può influire negativamente sull’ovulazione.

Inoltre, una scarsa qualità del materiale spermatico, anche nel momento in cui avvenga il concepimento, potrebbe essere causa di malattie genetiche nei figli.

Come si manifesta l’invecchiamento genetico nell’apparato riproduttore maschile

Anche per gli uomini, dunque, così come avviene per le donne esiste un orologio biologico, che può determinare la fine della possibilità di concepire: età e fertilità maschile sono dunque in relazione.

Sostanzialmente con il passare del tempo, si possono verificare diverse manifestazioni dell’invecchiamento dell’apparato riproduttore maschile.

  • Diminuzione volume del liquido seminale: le vescicole seminali, che sono le ghiandole dell’apparato riproduttivo preposte alla produzione di sperma, subiscono un invecchiamento cellulare. In conseguenza di ciò, lo sperma va incontro a una riduzione progressiva del proprio volume. Si stima che la riduzione sia di circa 0,03 ml all’anno. Il valore normale è incluso tra gli 1,5 e i 5 ml, per cui se già si ha un livello non molto abbondante, con gli anni si rischia di scendere sotto la soglia minima.
  • Diminuzione della motilità spermatica: si stima che gli spermatozoi dotati di una buona motilità abbiano una progressione di almeno 25 micrometri al secondo. La motilità è infatti molto importante perché gli spermatozoi riescano a muoversi lungo il canale vaginale e risalire verso le ovaie senza rimanere catturati nelle anse dell’utero. Col passare del tempo gli spermatozoi tendono a diventare meno mobili. Oltre all’età, si possono aggiungere altre cause come il fumo, l’alcol e lo stress, oltre che la carenza di alcune vitamine, come la B12 o la C.
  • Ossidazione degli spermatozoi e lesioni al DNA: lo stress ossidativo può influire negativamente sulla qualità spermatica, rendendo gli spermatozoi meno mobili, provocando alterazione dei geni e rendendo più difficile la penetrazione dell’ovocita.
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