I test genetici sono analisi che possono essere utilizzate per una serie di motivi diversi. Poiché il corredo genetico viene ereditato dai genitori, i test genetici possono fornirci informazione che riguardano caratteristiche ereditarie e che ci possono aiutare a scoprire la presenza di patologie che si trasmettono di padre in figlio.
Ma non solo: i test genetici possono essere anche utilizzati per verificare la paternità o per indagare sindrome genetiche che possono essersi verificate a causa di mutazioni genetiche.
Le cellule che compongono il corpo umano contengono un corredo completo di geni, unico e irripetibile. I geni sono responsabili di tutte le caratteristiche di ogni individuo e controllano la crescita e il funzionamento del corpo stesso. Essi sono contenuti dentro strutture chiamate cromosomi, che vengono ereditati dai genitori.
Ogni essere umano possiede una dotazione di 46 cromosomi, ereditati in due coppie da 23 cromosomi da madre e padre.
I cromosomi sono costituiti da una sostanza chimica chiamata DNA.
La mutazione di un gene può provocare effetti diversi: se in alcuni casi incide semplicemente sulle caratteristiche fisiche dell’individuo – si pensi agli occhi azzurri, originati dalla mutazione del gene HERC2 –, in altri casi può generare delle vere e proprie sindromi a causa delle quali il gene non riesce a comunicare correttamente con il corpo. È il caso di malattie genetiche come la sindrome di Down, la fibrosi cistica e la distrofia muscolare.
Di fronte a sintomi più o meno eclatanti, è necessario sottoporsi a test genetici per diagnosticare malattie genetiche.
Ma i test genetici possono essere effettuati anche con altri scopi:
Così come i test genetici possono essere fatti con finalità diverse, allo stesso modo vanno condotti in maniera diversa a seconda della finalità.
Ci sono centinaia di tipi di test del DNA e la ricerca della mutazione di geni va indirizzata in base alla finalità: ci sono esami che ricercano la presenza di geni che indicano che la malattia è in corso, mentre altri geni indicano solo una predisposizione alla malattia.
In ogni caso i test vanno condotti tenendo contro che non si conoscono ancora tutte le alterazioni genetiche possibili e non ha senso fare uno screening se non in presenza di sintomi che lo giustifichino o una famigliarità conclamata.
A maggior ragione, questo tipo di esami devono essere condotti da un’equipe medica e non è opportuno affidarsi ad aziende che oggi, anche attraverso internet, forniscono analisi dei geni senza tenere conto della situazione clinica e famigliare dell’individuo.
Esistono anche applicazione non cliniche: in questo caso l’analisi del DNA serve per l’identificazione, per esempio in casi giudiziari, o per indagare la paternità.
Per effettuare un test genetico è necessario analizzare il DNA presente in una cellula dell’individuo prelevandola attraverso un campione di materiale biologico. A seconda del tipo di test che si vuole condurre e di quale è l’oggetto della ricerca, i prelievi possono essere condotti in modo diverso.
Per esempio, in fase di analisi prenatale per la ricerca di malattie cromosomiche è prevista la raccolta di tessuti embrionali o fetali: si realizzano così la villocentesi, che è un prelievo di villi coriali a livello trans-addominale o trans-vaginale, l’amniocentesi, che è un prelievo di liquido amniotico, e la cordocentesi, un prelievo ematico dal cordone ombelicale del feto.
(La diagnosi genetica preimpianto verrà trattata a parte in un capitolo dedicato.)
In genere, il prelievo avviene su campioni ematici periferici che necessitano di quantità molto ridotte di materiale e possono essere eseguiti anche su neonati.
Tuttavia, poiché la letteratura medica dimostra che il DNA è uguale in qualsiasi cellula dell’individuo, è possibile utilizzare altri campioni di tessuto e materiali biologici, tra cui urina, capelli, liquido seminale, saliva.
Se i tessuti e i campioni di materiale biologico utilizzabile sono diversi e offrono diverse possibilità, bisogna comunque tenere conto che la quantità necessaria di materiale per poter procedere con il test genetico e garantirne il successo cambia a seconda del materiale stesso. Quindi, sebbene le possibilità di scelta siano diverse, la procedura da seguire sarà vincolante alla reperibilità delle giuste quantità di materiale biologico dai soggetti coinvolti nella ricerca.
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