Il dolore nella parte bassa dell’addome, localizzato ai lati del bacino, viene spesso descritto come dolore alle ovaie. È un modo di dire comune che però non sempre corrisponde a una causa precisa localizzata proprio in questi organi. Le ovaie, infatti, possono essere coinvolte in varie condizioni che causano dolore nell’area pelvica.
In molti casi si tratta di fenomeni fisiologici e passeggeri; in altri, può essere il segnale di un disturbo che merita attenzione. Comprendere le possibili cause è il primo passo per prendersi cura della propria salute riproduttiva, senza allarmismi ma con la consapevolezza che il corpo comunica e che imparare ad ascoltarlo può fare la differenza.
Non tutte le fitte addominali sono uguali. I cosiddetti “doloretti alle ovaie” possono manifestarsi in modo diverso da persona a persona: può essere una fitta acuta e improvvisa, un fastidio sordo e persistente oppure una sensazione che va e viene nel corso della giornata o del ciclo mestruale.
Spesso si presenta da un solo lato del bacino, a destra o a sinistra, ma in certi momenti — come prima o durante le mestruazioni — può essere avvertito in modo più diffuso. Alcune donne lo percepiscono a metà ciclo, durante l’ovulazione, altre lo notano dopo un rapporto o in concomitanza con movimenti intestinali.
Se si presenta con una certa regolarità in situazioni specifiche, può essere opportuno tenerne traccia, in modo da poter riferire i sintomi e le tempistiche durante una visita ginecologica.
Proprio perché il dolore alle ovaie è una condizione comune e spesso generica, le cause possono essere numerose e di tipo diverso.
La causa più comune e benigna è legata all’ovulazione: in questi casi, si parla di ovulazione dolorosa, o mittelschmerz. Nei giorni dell’ovulazione, che si collocano indicativamente a metà tra una mestruazione e l’altra, non è raro che si avvertano dei dolori nell’area delle ovaie.
Il dolore può essere più o meno intenso: per alcune donne rappresenta un lieve pizzicore che non dà particolari problemi, mentre per altre donne può essere molto intenso e fastidioso, tale da poter essere confuso con un attacco di appendicite.
In genere, questo disturbo ha una durata breve, da poche ore a una giornata, ma a volte può ripresentarsi ripetutamente per più giorni.
Un’altra causa fisiologica è legata al dolore mestruale: il ciclo mestruale può essere accompagnato da crampi pelvici che coinvolgono l’area ovarica. Tutto ciò è il risultato delle contrazioni dell’utero, stimolate dagli ormoni, e può variare da un leggero fastidio a un dolore più marcato.
Un’altra causa frequente è la presenza di cisti ovariche funzionali, legate proprio al ciclo ovulatorio. Si formano e si riassorbono spontaneamente, spesso senza dare alcun sintomo, ma talvolta possono causare dolore, soprattutto se si ingrandiscono o si rompono.
Durante l’ovulazione, un follicolo ovarico si rompe per rilasciare l’ovulo maturo. Questo processo, anche se naturale, può provocare una leggera irritazione nel tessuto ovarico o nella cavità addominale. Le cause del dolore possono essere diverse:
Durante le mestruazioni, l’utero si contrae per espellere il rivestimento endometriale che si è formato nel corso del ciclo. Queste contrazioni sono stimolate dalle prostaglandine, sostanze simili agli ormoni che, se prodotte in quantità elevate, possono intensificare il dolore.
I crampi vengono avvertiti nella parte bassa dell’addome, ma spesso il fastidio si irradia verso i lati del bacino, dove si trovano le ovaie, dando l’impressione che il dolore provenga proprio da lì.
Si tratta quindi di un dolore riflesso, ma assolutamente normale. In alcuni casi può essere accompagnato da nausea, stanchezza o mal di schiena. Se però il dolore è particolarmente forte o peggiora nel tempo, è sempre utile parlarne con un ginecologo per escludere condizioni come l’endometriosi.
Non sempre il dolore pelvico è passeggero o legato al ciclo. In alcuni casi può segnalare condizioni che vanno monitorate e trattate con cura. Una delle più frequenti è l’endometriosi, una patologia in cui cellule simili a quelle dell’endometrio, ovvero il tessuto che riveste l’utero, proliferano al di fuori della loro sede naturale e si insediano in altre aree, tra cui le ovaie. Questo può provocare dolori ciclici molto intensi, spesso invalidanti, soprattutto durante le mestruazioni o i rapporti sessuali.
Anche la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) può essere associata a fastidi pelvici, seppur più sfumati. In questo caso le ovaie presentano numerosi follicoli che non maturano correttamente, alterando il ciclo e influenzando la fertilità.
Un’altra causa da non sottovalutare sono le infezioni pelviche, come la malattia infiammatoria pelvica (PID), che possono interessare le tube, le ovaie e l’utero. Spesso si manifestano con dolori persistenti, perdite anomale e febbre. È importante diagnosticarle e curarle tempestivamente, perché possono lasciare esiti che compromettono la fertilità.
Infine, anche se rara, la torsione ovarica rappresenta un’urgenza medica: si verifica quando l’ovaio ruota su sé stesso, interrompendo il flusso di sangue. Il dolore è improvviso, acuto e violento, spesso accompagnato da nausea. In questo caso è fondamentale rivolgersi subito al pronto soccorso.
Non tutti i dolori nella zona pelvica hanno conseguenze sulla fertilità, ma in alcuni casi il dolore può essere il primo segnale di una condizione che interferisce con la capacità di concepire. Ad esempio, sia l’endometriosi che la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) possono alterare il ciclo ovulatorio, ostacolando la fecondazione. Lo stesso vale per le infezioni pelviche non trattate, che nel tempo possono compromettere le tube di Falloppio e rendere più difficile una gravidanza spontanea.
Per questo motivo, se il dolore è ricorrente, intenso o accompagnato da altri segnali — come irregolarità del ciclo, perdite anomale o difficoltà a restare incinta — è importante rivolgersi al proprio ginecologo e approfondire le cause.
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