Diventare papà è un evento emozionante, coinvolgente ed importante per un uomo. Una tappa fondamentale della vita che dona colore ed emozione, ma che può risultare spiazzante perché comporta anche cambiamenti e nuove responsabilità. Anche per i papà, sin dalla conferma della gravidanza, inizia un nuovo percorso ricco di consapevolezza e condivisione dove le emozioni crescono, coinvolgendo e plasmando lo stile di vita, il modo di pensare ed i comportamenti della coppia.
Ma cosa cambia esattamente?
Come si sente un uomo al pensiero di diventare papà?
Come reagisce di fronte alle tante emozioni ed alle nuove responsabilità?
L’immensa gioia percepita dai futuri papà per la lieta notizia della gravidanza è spesso associata ad una nuova consapevolezza dei propri doveri che in alcuni casi può portare all’insorgere di una crescente sensazione di stress. Causa principale di questa comune sensazione è frequentemente il timore di non essere in grado di sostenere economicamente le necessità ed il ménage finanziario che si prospetta con l’arrivo del nuovo nato.
Una seconda fonte di stress è la paura di non essere un concreto sostegno psicologico e fisico in caso di necessità o in presenza di emergenza per la compagna in dolce attesa.
Timori assolutamente normali, che accomunano molti neo-papà. Partecipazione, complicità e condivisione sono la chiave per trasformare le nuove sensazioni di stress in un’esperienza motivante.
Cercare di essere obiettivi e condividere con la compagna i timori può risultare una evoluzione migliorativa del rapporto in grado di consolidare la coppia.
Il vissuto emotivo del futuro papà ha necessità di essere valorizzato e compreso tanto quanto quello delle future mamme. Per questo motivo risulta un’opportunità positiva il partecipare ad un corso di accompagnamento alla nascita. Sarà l’occasione per incontrare altri futuri papà e scoprire che interrogativi e timori sono assolutamente comuni. Un percorso che aiuterà a sentirsi più consapevoli, rilassati e sereni in relazione alle nuove travolgenti emozioni.
È meno noto, ma uno studio condotto dall’università del Michigan e pubblicato sulla rivista “American Journal of Human Biology” ha dimostrato che durante la gravidanza anche i livelli degli ormoni del futuro papà cambiano.
Una variazione dei livelli che madre natura ha messo in atto intervenendo sul testosterone ed estradiolo che, nel periodo di attesa del bebè, risultano infatti in netto calo.
L’abbassamento di testosterone riduce l’aggressività e spinge l’uomo, in quanto futuro papà, ad essere più protettivo, mentre il calo dell’estradiolo favorisce una migliore predisposizione nel prendersi carico di nuove responsabilità.
Il livello di questi due ormoni si abbassa ancora di più quando è quasi giunto il momento del parto, attorno alle tre settimane precedenti il lieto evento.
Il coinvolgimento responsabile ed informato del futuro papà accresce sicuramente la sensazione di responsabilità e protezione che la natura ha meravigliosamente messo in atto per ottimizzare e assicurare il successo del progetto genitoriale.
Spesso si sente parlare di gravidanza empatica; meno invece della sindrome di Couvade.
In realtà sono la stessa condizione. Si tratta di uno stato che sperimenta l’uomo durante la gravidanza della futura mamma. Dal forte legame empatico può accadere infatti che il futuro papà avverta gli stessi sintomi della compagna incinta tra cui: vomito, nausea, voglie e perfino aumento di peso.
La sindrome di Couvade in genere si manifesta attorno al terzo mese di gravidanza oppure quando il parto è imminente. Responsabile di questa condizione è l’aumento della prolattina, che raggiunge livelli molto elevati.
Con l’arrivo del neonato, la vita di mamma e papà acquista nuove sfumature emotive e lo stile di vita si adatta naturalmente ai ritmi ed alle nuove esigenze del nascituro.
Il nuovo nucleo famigliare diventa la completezza e risulta naturale, anche per il neo-papà, variare istintivamente le abitudini sociali e ridefinire le priorità; riconsiderando aspetti della sua quotidianità che prima non avrebbe mai pensato di cambiare.
Il processo inizia naturalmente e gradualmente durante l’attesa per poi stabilizzarsi alla nascita del figlio.
Le abitudini del futuro papà cambiano, soprattutto quelle sociali, a favore di una maggiore responsabilità comportamentale e di una condivisione in termini di emozioni vissute e di tempo trascorso con la futura mamma. Sono occasioni uniche per sostenere la compagna, rafforzare il legame di coppia e consolidare il progetto genitoriale intrapreso.
A occhi poco attenti queste variazioni di abitudini, potrebbero risultare rinunce, per qualcuno identificarsi come insostenibili, ma la realizzazione di diventare padre, la gioia, l’emozione e la completezza dell’esperienza condivisa regalerà al neo-papà una incredibile consapevolezza esistenziale che trascenderà le mancate uscite con gli amici, l’assenza di tempo per guardare la partita, la mancanza di una moto o di un’auto sportiva…o qualsiasi altro cambiamento.
Diventare papà significa anche scoprirsi interessati e partecipi durante tutto il percorso della maternità sino al concepimento ed alla cura del neonato.
Risulta spesso una piacevole e motivante esperienza, per il futuro genitore, essere interessato e desideroso di informarsi sulle dinamiche della gravidanza, sui cambiamenti fisici della neomamma e su eventuali informazioni a sostegno della fase di attesa.
Essere un papà partecipe è un modo proattivo e positivo di vivere e condividere con la compagna la maternità.
Nel periodo dell’attesa ogni evento è una fase partecipativa, dall’ecografia alla scelta del nome, dall’arredamento al colore della cameretta, fino alla definizione del piano del parto. Tutti momenti da vivere e condividere in sintonia con il proprio partner.
Scelte, emozioni ed esperienze sono occasioni preziose per il futuro papà di acquisire maggiore consapevolezza e vivere in totalità il progetto genitoriale intrapreso con la compagna.
Anche per il papà il coinvolgimento attivo, durante l’attesa e nelle fasi di cura del bimbo, è importante e significativo.
Dalla nascita l’interesse per il contatto con il nascituro diventa intenso ed istintivamente il papà risponde alle richieste di protezione e di attenzione del bambino grazie anche all’ossitocina, ormone dell’amore, che si attiva favorendo il rafforzamento del legame padre-figlio.
L’ossitocina infatti dona all’uomo una profonda sensazione di benessere importante per sentirsi sereno e completamente fiero di assumersi la responsabilità di essere parte attiva della cura del piccolo.
Madre natura contribuisce maggiormente a consolidare il vincolo affettivo facendo percepire, nei primi tre mesi di vita del nascituro, una somiglianza dei tratti somatici instaurando, nell’inconscio del neogenitore, un senso di appartenenza a protezione.
Uno studio ha anche dimostrato che l’intensità dei legami affettivi viene registrata in alcune zone cerebrali intensificando il valore di questi vincoli.
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