Diventare genitori è l’esperienza più emozionante, significativa, coinvolgente e totalizzante che un individuo possa vivere e la coppia condividere.
Spesso l’arrivo della cicogna è un sogno ad occhi aperti che si avvera travolgendo di emozioni e speranza i neo mamma e papà.
Fin dall’inizio del percorso genitoriale, saranno numerose le informazioni mediche, organizzative e comportamentali che verranno comunicate ed offerte alla coppia sia da medici o ostetriche, ma anche da parenti ed amici.
Una consapevolezza informata aiuterà i neo genitori a valutare, scegliere e comprendere i tanti consigli ricevuti.
Quando si intraprende un progetto genitoriale esistono dieci aspetti emozionali e comportamentali che solitamente non vengono condivisi con i neo genitori, ma che mamma e papà dovrebbero assolutamente conoscere per vivere nella sua interezza, ed in assoluta serenità ed armonia psicofisica, la speciale esperienza di diventare genitori.
Sì a tornare bambini insieme al bebè. Il gioco è un’attività importantissima per i piccoli; fin dai primi mesi di vita. Grazie al gioco i neonati imparano, scoprono ed interagiscono con il nuovo mondo che li circonda.
Tempo, amore e animo rilassato sono da dedicare anche al momento del gioco per rafforzare il vincolo visivo, tattile ed affettivo con i genitori. Sarà magico scorgere lo stupore nei loro occhietti emergere quando scopriranno come afferrare il dito di papà per la prima volta o ritrovarsi a sorridere contagiati dalla loro dolcissima espressione mentre percepiranno la morbidezza di un nuovo pupazzo, scopriranno il colore di un gioco o si emozioneranno per un nuovo suono.
I loro primi giochi preferiti saranno le mani, il naso, i capelli ed il viso di mamma e papà: morbidi, famigliari e rassicuranti.
Per questo fin dai primi mesi i neo genitori dovrebbero riuscire a ritagliarsi il tempo per rilassarsi e giocare… rimarrà per sempre impresso nei loro cuori, perché la magia del mondo e del gioco vista attraverso gli occhi innocenti dei bambini è uno dei regali più belli che possano ricevere i genitori.
Si sa, lo stress è nemico della pazienza, per questo è importante riuscire ad adottare uno spirito rilassato, quasi zen, per poter affrontare tutte quelle situazioni, a volte quasi comiche, che si presenteranno durante la crescita del bimbo, mettendo anche a dura prova la pazienza dei neo genitori.
Tante saranno le circostanze che a posteriori faranno sorridere e che inteneriranno, ma che nel presente invece risulteranno causa di nervosismo e stress se associate ai ritmi talvolta frenetici che le esigenze del nascituro impongono.
Essere zen significa sorridere al lancio acrobatico della pappa sui muri, al ciuccio per terra, al dormire poco passando la notte a cantare quella canzoncina che esce stonata ma che lo farà addormentare…
Essere zen significa ricordarsi che i bambini sentono le nostre emozioni più delle parole….perché I bimbi quando ci arrabbiamo percepiscono solo rumore. Se i genitori riusciranno ad essere rilassati lo saranno anche loro e tutto andrà per il meglio.
Si sa il cibo per i bimbi è una scoperta, non solo per il gusto, ma anche per l’olfatto ed il tatto.
Per molte mamme il momento della pappa è fonte di stress perché spesso il bimbo mangia poco, o rifiuta il pasto o più semplicemente gioca con il cibo.
Ricordarsi che la pappa è sinonimo di gioia da trasmettere al bambino, senza stressarsi, può risultare pro attivo verso l’approccio al cibo che svilupperà in futuro.
Non sarà uguale per tutte le mamme, poiché ogni bimbo è unico e speciale, ma il principio cardine su cui iniziare il processo che porterà il bimbo ad amare i momenti della pappa e della merenda è uno: il cibo sano non è solo importante, ma è anche divertente!
Quindi, rispettando le esigenze alimentari della fascia di età e le indicazioni del pediatra, è possibile proporre nuovi gusti attraverso anche la partecipazione ed il gioco.
Dopo i 6 mesi, utilizzando le manine e la bocca, la sperimentazione delle consistenze sarà un istinto naturale, che se assecondato porterà il bambino ad assaggiare, senza accorgersene, anche alimenti che forzatamente proposti nel piatto non mangerebbe; ovviamente facendo attenzione alle temperature. Crescendo sarà facile coinvolgere il bimbo nella preparazione dei cibi. Per i più piccoli basterà creare una routine dove mamma potrebbe raccontare una favola o recitare una filastrocca, o concedere, per gli alimenti che lo consentono, di poter mangiare con le manine. Per i più grandicelli preparare la pappa insieme a mamma e papà sarà divertente, emozionante e una conquista di indipendenza.
Bandito il timore dei genitori di sporcare o lo stress di pulire dopo la preparazione del pasto. Sia per i bimbi che per mamma e papà il pranzo e la merenda diventeranno così un momento di gioco, magia e festa.
Eh sì, i bimbi vivono e percepiscono il tempo in forma diversa rispetto agli adulti. Per i piccoli il trascorrere del tempo è un concetto astratto e difficile da afferrare. Il tempo dei bambini non è quello degli adulti. Fin dai primi mesi per loro il tempo è il qui e ora. Per i neo genitori, riuscire a conciliare i ritmi rilassati e dilatati che i bimbi serenamente vivono ed impongono alla quotidianità con quelli frenetici del lavoro e delle scadenze tipiche di un adulto, risulta essere spesso fonte di stress e nervosismo.
Una volta acquisita la consapevolezza che per i bambini il presente può diventare un attimo infinito che non tiene conto delle tempistiche degli adulti sarà più facile gestire la giornata.
Il segreto per superare lo stress e vivere serenamente il tempo dei bimbi è scandire la loro giornata di ritualità ripetute.
Ogni momento offrirà al bambino sicurezza, rassicurazioni e a lungo termine la grande conquista dell’indipendenza per portare a termine da solo le piccole, ma importantissime, attività quotidiane ed agli adulti maggiore serenità, attimi di condivisione e la certezza di riuscire a gestite la giornata rispettando il passare del tempo.
Comunicare con il bebè a volte può sembrare un rebus per gli adulti. I bimbi sono liberi da blocchi e conformismi sociali. Esprimere senza filtri gli stati d’animo è un’inestimabile libertà ed un diritto dei piccoli che provando a toccare, gustare e ad emettere suoni riescono a scoprire ed interagire con il mondo circostante.
Nei primi mesi, dopo il gusto ed il tatto, la voce è sicuramente uno dei sensi più importanti che il bambino sperimenta con gioia ed energia. Per i neo genitori sarà possibile dover ascoltare l’alternanza di dolcissimi suoni (lallazione) ad interminabili ed acute urla. Ricordarsi che il bebè sta sperimentando e scoprendo i suoni, anche quelli emessi da sé stesso, aiuterà i neo genitori a gestire le situazioni. Dopo essersi accertati che il motivo delle strilla incessanti non sia dovuto ad un reale disagio del neonato, mamma e papà potranno adottare un metodo comunicativo pro attivo che ripagherà non solo nell’immediato, ma anche nel futuro.
Quindi come gestire le strilla da baritono del bimbo?
Quando l’esprimere le emozioni si trasforma in un urlo costante, cercare di parlare abbassando progressivamente la voce, utilizzando un tono rilassato ed un atteggiamento calmo, permetterà ai genitori di ottenere un effetto sorpresa che catturerà l’attenzione del piccolo, evitando così una ingestibile escalation.
Inoltre si mostrerà al bimbo che esistono modi diversi di comunicare le emozioni più sereni ed equilibrati.
Che il bebè sia un maschietto o una femminuccia, non importa. A volte per i neo genitori il cambio del pannolino diventa un attimo difficile da gestire. Calci, strilla, e fughe strategiche potrebbero diventare la routine di un gesto solitamente sereno e piacevole.
Eh sì, perché nessuno informa i neo mamma e papà che, se il loro bimbo è uno spirito libero, il cambio pannolino potrebbe trasformarsi in un incontro di lotta mentre si cerca di parare calci e mosse da ninja; nemmeno il bebè fosse Bruce Lee. Meglio non sperare nel caso, il neonato solitamente ha una mira infallibile e riuscirà di certo (involontariamente) a colpire nei punti più vulnerabili e dolorosi.
Quindi, se il bebè è cintura nera di calci piazzati, prepararsi e regolarsi di conseguenza sarà il modo migliore per i neo genitori di riuscire a trasformare il cambio pannolino da un incontro di lotta in una serena esperienza.
Inizia tutto dallo stato d’animo, avendo presente di adottare un approccio positivo e rilassato e prosegue con una buona organizzazione dell’area del cambio. Importante è ricordarsi di tenere vicino pupazzi, giochi o un oggetto di particolare interesse per il bambino che potrà essere sottoposto alla sua attenzione in caso si instaurasse il meccanismo della fuga del fasciatoio. Se si blocca sul nascere il processo e si catalizza l’attenzione su qualcosa di diverso, il bimbo si rilasserà subito e sarà più facile cambiarlo.
Il piccolo esprime la gioia di sentirsi libero dalla costrizione del pannolino mentre sgambetta, anche quando i movimenti diventano bruschi e più simili a calci piuttosto che a dolci stiramenti. La routine e l’abitudine aiuteranno i neo genitori ad anticipare le mosse del bimbo evitando così di essere colpiti. Se il piccolo sta già in piedi e se sono idonei alle sue abitudini e fisicità, si potrà optare per i pannolini in stile mutandina, in modo da poter effettuare il cambio in piedi; ottenendo così due effetti positivi. Primo, il bimbo incomincerà ad abituarsi alle routine sali-scendi tipica del fare la pipì come i grandi; secondo, i genitori non saranno più dei pungiball. Indipendentemente dalla strategia adottata sarà comunque normale ricevere qualche colpo.
Quindi meglio fare di necessità virtù…. perché in fondo, anche se poco piacevoli, i colpi e le mosse di fuga adottate dal bebè verranno ricordate con ironia e gioia passati gli anni.
Si sa, i bimbi sono molto empatici. Fin dai primi mesi hanno la capacità di esprimere le emozioni attraverso espressioni del viso: uniche, tenere e a volte comiche. Basta uno sguardo, un suono o una nuova espressione di mamma e papà che subito tendono a replicare quanto percepito.
I bebè iniziano ad esprimersi, dopo l’utilizzo del tatto, del gusto e dell’udito, anche attraverso la mimica ed il ricalco emozionale e comportamentale. Per questo a livello emotivo è importante riuscire a trasmettere le giuste sensazioni.
Quando un bimbo sperimenta una nuova esperienza è come se prendesse in prestito le emozioni dei genitori. È grazie a questo meccanismo che nella sua mente si identificherà la conoscenza della situazione prima sconosciuta. Questo gli permetterà di imparare a gestirla ed affrontarla così come hanno fatto indirettamente i genitori. Meglio quindi che mamma e papà si dimostrino tranquilli e sereni mentre il bimbo sperimenta nuove situazioni, senza trasmettere preoccupazione o ansia eccessiva.
I bimbi sentono le emozioni più di quanto ascoltino le parole e sono come uno specchio cristallino e magico capace di riflettere su sé stessi tutto quello che vedono, vivono e sperimentano a livello emotivo.
L’appartenenza è una delle sensazioni più intense che i neo genitori possano sperimentare all’arrivo nelle loro vite del bebè e nel progetto genitoriale. Questo aspetto è condiviso anche dal nascituro che nella, diade di mamma e papà, riconosce istintivamente un equilibrio emotivo di totale sicurezza e partecipazione. Coinvolgere i piccoli, compatibilmente con le caratteristiche delle situazioni, nelle esperienze quotidiane dei grandi può risultare edificante e gli permette di crescere.
Al motto “insieme è meglio” si potrà ad esempio giocare, preparare la pappa, lavare i dentini, pettinarsi… insomma tutto quello che insieme è possibile svolgere in sicurezza grazie all’esempio dei genitori. Per il bimbo sarà come un gioco bello e rassicurante e si sentirà felice di imparare ed essere capace di svolgere le stesse azioni proprio come mamma e papà. Per i grandi sarà un’esperienza emozionante ed una concreta occasione per comunicare al proprio bambino quanto si è orgogliosi dei suoi piccoli e grandi successi. Questo gli permetterà di crescere e di coltivare l’autostima.
Prima se ne acquisisce la consapevolezza e meglio si vivrà il lungo e magico percorso del progetto genitoriale: non esistono genitori perfetti!
Si sa, quello di mamma e papà è il compito più bello ed emozionante, ma oggettivamente anche il più difficile che un individuo debba intraprendere. Ahimè non esiste il libretto di istruzioni. Quindi meglio rilassarsi e concedersi anche l’opportunità di non essere perfetti!
Aspirare all’eccellenza comportamentale, sia per le donne che per gli uomini, può essere fonte di stress emotivo. È giusto impegnarsi, informarsi, essere attenti partecipativi e, va da sé, anche rinunciare e sacrificarsi per il bebè, ma è importante ricordarsi che non cambierà nulla se non si riuscirà ad arrivare a concretizzare tutti gli obiettivi prefissati.
Imparare a non giudicare i risultati del proprio operato in modo ipercritico, evitando di paragonarlo a quello di atri genitori, è l’approccio migliore per vivere con serenità l’esperienza del progetto genitoriale. Ci sarà sempre qualcosa, che nonostante la buona volontà, non si riuscirà a terminare. È importante trovare un equilibrio tra ciò che si desidera per il bimbo ed il tempo a disposizione per realizzarlo, senza farsi condizionare dai commenti e dalle aspettative di altre persone esterne al fulcro famigliare. L’importante deve essere il bimbo e la vita della nuova famiglia.
Organizzazione e priorità operative aiuteranno i neo genitori a dare il giusto valore a ciò che è importante svolgere e a quello che può essere rimandato, magari a favore di un po’ di tempo da vivere e condividere perché no a giocare o a fare la nanna con il bebè.
Con l’arrivo del bebè e con le dinamiche tipiche del progetto genitoriale, spesso mamma e papà si ritrovano a riflettere su come trasmettere al bimbo le regole e le giuste indicazioni di comportamento. I dubbi più comuni che assillano sono sempre gli stessi: E giusto dire no? È corretto dare delle regole?
Molti neo genitori hanno il timore di rovinare il legame affettivo o di risultare troppo rigidi se scandiscono la vita dei bimbi, oltre che con l’amore ed il gioco, anche con i no e con regole comportamentali. Ovviamente applicando il buon senso, senza essere un generale ed in base all’età ed alle situazioni, le regole ed i no sono positivi.
Si sa, concedere tutto non è la via migliore per educare ed aiutare a far crescere i piccoli.
Per i bimbi in realtà le regole ed i no sono la prima forma di libertà che sperimentano proprio grazie a mamma e papà. Inoltre è importante ricordare che concedere ai bambini tutto quello che vogliono può risultare sbagliato anche per un aspetto affettivo a cui spesso non si pensa: i bimbi possono confondere la tolleranza dei genitori nel concedere con l’indifferenza affettiva. Meglio quindi una regola ed un no, detti con amore e con giusta causa perché aiuteranno il piccolo a crescere con serenità e punti fermi e la certezza della considerazione affettiva di mamma e papà.
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