Difficoltà a concepire: quando rivolgersi alla PMA

Pubblicato il 19 Settembre 2024

Oggi le coppie che hanno difficoltà a concepire sono più numerose di un tempo. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) monitora la situazione in tutto il mondo, in quanto si tratta di una problematica che interessa tutti i continenti.

Fornire stime accurate della prevalenza dell’infertilità sia a livello globale sia a livello regionale è utile per poter analizzare le dinamiche sociali e demografiche.

Quando non si rimane incinta e si desidera una gravidanza, possono esserci considerevoli ripercussioni sul benessere personale e della coppia. Pertanto, una maggiore consapevolezza di queste tematiche a livello di opinione pubblica può aiutare le coppie che hanno problemi a concepire a orientarsi verso le varie possibilità e, magari, a rivolgersi alla PMA.

Infertility Prevalence Estimates 1990–2021: i dati dell’OMS

La difficoltà a concepire è un problema molto più diffuso di quello che si potrebbe pensare: questo è quello che emerge dallo studio[1] pubblicato nel 2023 dall’OMS. Questo documento, che presenta una valutazione globale e regionale della prevalenza di infertilità tramite una vasta gamma di studi condotti tra il 1990 e il 2021. La ratio con cui è stato stilato è quella di colmare le lacune esistenti sull’argomento al fine di migliorare le politiche e i servizi relativi alla salute riproduttiva. In questa analisi l’OMS è stato supportato da un gruppo di ricerca internazionale, composto da varie istituzioni accademiche, tra cui l’Ohio State Univertisy, l’University of Minnesota e l’University of Maryland.
difficoltà a concepire

I dati hanno portato ad alcune conclusioni principali:

  • l’infertilità è un problema che interessa tutto il mondo, con percentuali che vanno dal 10,7% del Mediterraneo orientale al 23,3% del Pacifico occidentale;
  • sono i paesi dell’estremo est ad avere le maggiori difficoltà a concepire, in particolare Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda, ma anche nelle Americhe è molto elevata la percentuale, che si attesa attorno al 20%;
  • in Italia, la prevalenza dell’infertilità si attesta attorno al 16,5%: ciò significa che ben 1 persona su 6 si trova a dover affrontare questa problematica;
  • le stime di infertilità sono simili tra i paesi ad alto reddito e quelli a reddito medio e basso, con una prevalenza a vita del 17,8% nei paesi ad alto reddito e del 16,5% nei paesi a reddito medio e basso.

Quando non si rimane incinta: le cause dell’infertilità

Il fatto che l’infertilità ormai sia diffusa globalmente e che in particolare sia in aumento nelle aree a forte sviluppo industriale e in crescita economica non sembra essere casuale.

Negli ultimi decenni, l’industrializzazione e la globalizzazione hanno portato a cambiamenti significativi negli stili di vita, che possono influire negativamente sulla fertilità. L’inquinamento atmosferico e la qualità dell’aria sono peggiorati in molte aree urbane con conseguenti danni sulla salute riproduttiva: infatti, l’esposizione quotidiana a inquinanti ambientali, come pesticidi, metalli pesanti e sostanze chimiche industriali, può danneggiare il sistema riproduttivo sia maschile che femminile.

Inoltre, la dieta moderna, spesso ricca di cibi processati e povera di nutrienti essenziali soprattutto nelle aree industrializzate, può contribuire a problemi di fertilità.

A ciò si aggiungono le problematiche legate allo spostamento sempre più avanti dell’età: nel nostro paese la ricerca della genitorialità avviene ben oltre i 32 anni, rendendo meno probabile il concepimento in quanto la fertilità già a partire dai 30 anni tende a diminuire sensibilmente.

Esistono poi ulteriori condizioni ostative: per le donne disturbi dell’ovulazione, endometriosi, patologie che interessano l’apparato riproduttivo; per gli uomini bassa conta spermatica, scarsa motilità degli spermatozoi e anomalie morfologiche.

“Non riesco a rimanere incita”: la diagnosi dell’infertilità

Si parla di infertilità quando a seguito di rapporti non protetti per oltre un anno non si riesce a raggiungere il concepimento. In tal caso, è bene rivolgersi a uno specialista per comprenderne le cause, sebbene molto frequentemente si tratti di infertilità idiopatica, ovvero senza una causa precisa.

Il processo diagnostico inizia con una dettagliata anamnesi medica e riproduttiva di entrambi i partner, seguita da una serie di esami specifici. Per le donne, gli esami possono includere monitoraggio dell’ovulazione, ecografie pelviche, isterosalpingografia per valutare la pervietà delle tube di Falloppio, e dosaggi ormonali per verificare i livelli di AMH, FSH, LH ed estradiolo. Per gli uomini, l’analisi del liquido seminale è fondamentale per valutare la quantità, la motilità e la morfologia degli spermatozoi. Ulteriori test possono includere l’ecografia scrotale ed esami genetici per individuare eventuali anomalie.

La PMA per superare i problemi di infertilità

Rivolgersi alla PMA può essere una soluzione efficace per quelle coppie che soffrono di infertilità e nonostante ripetuti tentativi non sono riuscite a concepire naturalmente.

Grazie ai progressi della scienza medica, queste tecniche sono diventate sempre più sofisticate e accessibili, offrendo opzioni diversificate per rispondere alle diverse cause di infertilità.

  • Inseminazione Intrauterina (IUI): Questo metodo consiste nel depositare spermatozoi direttamente nell’utero della donna durante il periodo di ovulazione. La IUI è spesso utilizzata quando l’infertilità è dovuta a problemi di motilità degli spermatozoi o a lieve endometriosi.
  • Fecondazione In Vitro (IVF): Nella IVF, gli ovuli vengono prelevati dalle ovaie della donna e fecondati in laboratorio con lo sperma del partner o di un donatore. Gli embrioni risultanti vengono poi trasferiti nell’utero. Questo metodo è indicato per una vasta gamma di problemi di infertilità, tra cui ostruzioni delle tube di Falloppio, problemi di ovulazione, endometriosi grave e infertilità maschile.
  • Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo (ICSI): Una variante della IVF, la ICSI prevede l’iniezione diretta di uno spermatozoo in un ovulo. È particolarmente utile in casi di grave infertilità maschile, dove la conta spermatica è molto bassa o dove gli spermatozoi hanno difficoltà a penetrare l’ovulo.

Quando considerare la PMA

Decidere quando rivolgersi alla PMA è una decisione personale e complessa, influenzata da vari fattori, tra cui l’età della donna, la durata dei tentativi di concepimento e la presenza di specifici problemi di fertilità. Generalmente, gli esperti raccomandano di considerare la PMA dopo un anno di tentativi non protetti senza successo per le coppie in cui la donna ha meno di 35 anni e dopo sei mesi per le coppie in cui la donna ha 35 anni o più. Inoltre, per le coppie con problemi di fertilità noti, come l’endometriosi o la bassa conta spermatica, potrebbe essere consigliato consultare uno specialista in PMA più tempestivamente.

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