Il medical freezing e il social freezing sono due metodi che comprendono varie tecniche di conservazione della fertilità maschile e femminile.
Fino a pochi anni fa, erano possibili opzioni piuttosto limitate per permettere alle coppie di ritardare il momento del concepimento e preservare la fertilità. Oggi è un tema sempre più importante, in quanto l’età media delle donne che concepiscono il primo figlio continua a salire mentre scende il numero di figli per coppia. Ormai non si tratta più solo di un problema personale, ma di un problema comune che investe ogni aspetto della società.
Conoscere le opportunità di social e medical freezing e le relative differenze è molto importante per consentire alle coppie, e in particolare alle donne, di poter prendere delle decisioni consapevoli nel momento in cui desiderano dei figli ma non sono nelle condizioni di procreare nell’immediato.
Il medical freezing e il social freezing rappresentano appunto delle risposte concrete che, oggi, grazie allo sviluppo di tecniche sempre più avanzate possono dare una buona garanzia di preservare la fertilità per chi desidera avere un figlio.
Medical freezing e social freezing sono due metodi che vengono messi in atto quando si desidera preservare la fertilità per il concepimento futuro.
In realtà esse comprendono in entrambi i casi le stesse tecniche, tuttavia, si differenziano a causa delle motivazioni per le quali esse vengono adottate. Tutto ciò comporta anche una serie di discorsi etici che non sempre vengono accettati e condivisi da tutti.
Il medical freezing è oggi proposto a quei pazienti ancora in età fertile che sono costretti a sottoporsi a terapie oncologiche, le quali possono influire negativamente sulla fertilità.
Quando si utilizzano terapie oncologiche, è possibile che si verifichino degli effetti collaterali che possono avere ricadute negative sulla fertilità, in particolare se le patologie colpiscono organi riproduttivi o che hanno relazione con la sfera ormonale.
Le terapie come la chemioterapia, la radioterapia e le terapie ormonali possono, infatti, influire negativamente sulla capacità di concepire e/o di procreare. Per esempio, la chemioterapia può provocare degli effetti avversi che ostacolano l’attività riproduttiva ma che possono ridursi o scomparire nel momento in cui la cura termina. Non sono però esclusi casi in cui ci siano delle conseguenze più a lunga scadenza, come, per esempio, quando si verificano dei danni a organi come le ovaie.
Anche le cure ormonali, utilizzate per alcune tipologie di tumore al seno, influiscono sulla capacità riproduttiva: nell’immediato, bloccano l’ovulazione e rendono di fatto impossibile il concepimento. In teoria, una volta concluse, la funzionalità riproduttiva dovrebbe tornare alla normalità, ma non sono esclusi casi in cui si verifichi menopausa precoce.
Esistono anche patologie che possono essere esse stesse causa della compromissione della capacità riproduttiva. Per esempio, esistono neoplasie testicolari che possono provocare una alterazione della produzione spermatica, talvolta già al momento della diagnosi. Il tumore alla prostata, invece, può influire sulla capacità erettile.
Scegliere queste tecniche è consigliato quando si deve andare incontro a una serie di terapie di questo tipo: tuttavia, conoscerle prima ancora che ciò accada è importante perché è possibile che nel momento in cui si riceve una diagnosi di questo genere, la possibilità di avere dei figli passi in secondo piano e, una volta superato il momento critico, ci si penta di non aver sfruttato questa opportunità.
Il social freezing è un metodo che viene proposto a quelle persone, in particolare donne, che non escludono di volere dei figli ma che non sono nelle condizioni di ricercare la gravidanza nell’immediato per motivi di tipo sociale.
Oggi gli stili di vita sono profondamente cambiati e influiscono sulle famiglie: si studia più a lungo e si entra nel mondo del lavoro più tardi. Ciò fa spostare in avanti anche il momento in cui si esce dalla famiglia di origine e ci si rende indipendenti.
Le donne, poi, soffrono di un gap sia dal punto di vista occupazionale sia retributivo che influisce sulle condizioni economiche e riduce le possibilità di procreare prima dei 30-35 anni. Tutto ciò a sua volta influisce sulla fertilità, in quanto man mano che passano gli anni le possibilità di riuscire a concepire diminuiscono.
Ci sono anche situazioni personali che possono provocare un ritardo nella ricerca del primo figlio: per esempio, la mancanza di un partner con cui costruire una famiglia.
In questi casi scegliere delle tecniche di social freezing, come la crioconservazione degli ovuli, può rappresentare una risposta utile per consentire alle donne di poter procreare nel momento in cui le condizioni personali, lavorative ed economiche lo rendessero possibile.
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