Preservare la fertilità: come far convivere aspirazioni professionali e maternità

Pubblicato il 3 Dicembre 2021

Per le donne, soprattutto in paesi come il nostro, non è affatto semplice riuscire ad affermarsi da un punto di vista professionale e, allo stesso tempo, avere dei figli. La crioconservazione ovociti rappresenta una soluzione che può aiutare a far convivere aspirazioni professionali e maternità.

Passati i tempi in cui il lavoro era un incarico maschile e la gestione della famiglia un ruolo prettamente a carico della donna, la nostra società non è ancora riuscita a trovare un modo equo per permettere anche alle mamme di condurre la loro vita lavorativa in serenità, con l’obiettivo di ottenere i successi professionali desiderati.

Proprio questa è una delle cause dell’aumento dell’età media delle donne che partoriscono e, in particolare, di quelle che hanno il primo figlio.

La preservazione della fertilità si presenta, dunque, come un tema molto interessante: se l’età media dei genitori si alza, in corrispondenza aumentano anche le difficoltà a concepire e il tasso di infertilità.

Negli ultimi anni, la percentuale di coppie infertili è aumentata e oggi è di circa il 15%. Essa dipende in egual misura dalle donne e dall’uomo e, in entrambi i casi, è influenzata negativamente dall’età riproduttiva.

Ciò fa sì, tra le altre cause, che il tasso di fertilità in Italia sia molto basso, uno dei più bassi di tutta Europa, ovvero mediamente 1,3 figli per donna.

Il social freezing, con la crioconservazione ovociti, oggi rappresenta un’interessante possibilità per preservare la fertilità e per poter ricercare la gravidanza anche più avanti negli anni mantenendo alte le probabilità di concepire anche a distanza di anni.

Crioconservazione ovociti far convivere lavoro e maternità – Campagna del Cavolo

Come funziona il social freezing e la conservazione degli ovociti

Da alcuni anni anche in Italia le tecniche della preservazione della fertilità per motivi sociali sono consentite. Sebbene la legislazione su questi temi nel nostro paese sia ancora lacunosa e imperfetta, si sono comunque fatti enormi passi avanti negli ultimi anni, tanto, appunto, da permettere la crioconservazione degli ovociti anche per motivi sociali e non solo per motivi medici.

Il social freezing, infatti, consente di prelevare gli ovociti in una età in cui la fertilità è ancora alta e di crioconservarli fino al momento in cui si desidera cercare il concepimento. Questo fa sì che anche una donna con più di 40 anni possa utilizzare i propri gameti prelevati e crioconservati, portando indietro nel tempo la propria situazione riproduttiva, almeno per quanto riguarda la qualità degli ovociti.

Proprio per questo motivo, è consigliabile sottoporsi al prelievo degli ovociti quando si è ancora giovani e comunque con meno di 35-38 anni, altrimenti le probabilità di una gravidanza regolare diminuiscono comunque.

Perché organizzare la crioconservazione ovociti in età giovane

Con il passare degli anni la probabilità di riuscire a concepire diminuisce progressivamente. Se l’età ideale per avere un figlio si aggira tra i 25 e i 30 anni, dopo i 32 inizia una lenta diminuzione della fertilità, destinata a ridursi progressivamente. Dopo i 38-40 anni la riserva ovarica decresce sensibilmente e le probabilità di riuscire a concepire sono molto ridotte.

A differenza dell’uomo, che continua a produrre spermatozoi, per la donna c’è un tempo limite, che coincide con la menopausa. Tuttavia, già prima della menopausa la riserva ovarica si presenta limitata. Nonostante la vita media nel corso del tempo si sia allungata sensibilmente, la fertilità non si è prolungata e dopo una certa età diventa sempre più difficile riuscire a concepire.

Anche in presenza di ovulazione, la qualità degli ovociti in una donna con più di 35 anni tende a diminuire: l’invecchiamento delle cellule, che interessa tutto l’organismo, riguarda anche la produzione degli ovociti, i quali subiscono un deterioramento che può ostacolare il concepimento e, nel caso si raggiunga il concepimento, può mettere a rischio la gravidanza. Proprio per questo motivo, dopo i 40 anni il rischio di complicanze nella gravidanza aumenta sensibilmente.

L’utilizzo di tecniche come quelle della crioconservazione degli ovociti permette di avere gameti in condizioni ottimali e utilizzando gli ovociti crioconservati nel momento in cui si desideri la gravidanza si eliminano i problemi legati a una riserva ovarica ridotta. 

Crioconservazione ovociti: le implicazioni etiche

Non si può negare che negli ultimi anni spesso la possibilità di mettere in atto la crioconservazione ovociti per motivi sociali abbia dato l’avvio a discussioni dal punto di vista etico.

In un primo tempo la crioconservazione degli ovociti è stata applicata esclusivamente per motivi medici: attualmente chi si sottopone al medical freezing, ovvero alle tecniche di preservazione della fertilità in presenza di patologie oncologiche o che ostacolano il concepimento, in Italia ha la possibilità di prolungare la propria fertilità in modo del tutto gratuito.

Nel tempo, poi, questa possibilità è stata estesa anche alle donne che per motivi sociali vogliono prolungare la loro età fertile.

All’estero ha fatto scalpore la proposta che alcune aziende del calibro di Facebook e Apple hanno dato alle loro dipendenti attraverso un programma per sottoporsi a social freezing a spese dell’azienda.

Se da una parte questa opportunità è stata interpretata come un beneficio che consente di dedicarsi alla carriera prima di avere un figlio, dall’altra c’è chi l’ha interpretata come una proposta indecente, una sorta di ricatto che indurrebbe i dipendenti a posticipare la maternità indipendentemente dal loro desiderio.

Insomma, un tema delicato che non coinvolge solo i singoli e le famiglie, ma che ha, e avrà sempre di più, un impatto importante anche sulla società nel suo insieme.

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