Crioconservazione del tessuto ovarico, a chi è rivolta?

Pubblicato il 1 dicembre 2022

La conservazione del tessuto ovarico è una tecnica di preservazione della fertilità che ha avuto particolare sviluppo negli ultimi anni.

Grazie al miglioramento delle tecniche medico-scientifiche, questa tecnica, sebbene ancora sperimentale, si è aggiunta agli altri trattamenti che consentono alle donne con patologie oncologiche o con malattie croniche di provare a raggiungere il concepimento, una volta risolta la malattia.

Che cos’è la crioconservazione del tessuto ovarico

Il congelamento del tessuto ovarico è una tecnica che consente di prolungare il proprio periodo fertile e di contrastare le criticità che si possono presentare nel momento in cui ci si deve sottoporre a cure oncologiche, che possono influire negativamente sulla capacità di concepire.
Le cure oncologiche, sia la chemioterapia sia la radioterapia, sono sempre più efficaci e hanno permesso di aumentare sensibilmente il tasso di sopravvivenza nei malati oncologici.

Tuttavia, spesso presentano effetti collaterali che possono alterare la capacità di concepire.

La crioconservazione del tessuto ovarico può rappresentare una adeguata risposta, in quanto può fornire la possibilità di salvaguardare la fertilità e la produzione ormonale, non solo nelle donne ma anche nelle bambine che ancora non hanno raggiunto la pubertà.

Come avviene la conservazione del tessuto ovarico

La conservazione del tessuto ovarico avviene attraverso il prelievo di una porzione dell’ovaio o di una intera ovaia, anche se vi sono casi in cui è sufficiente asportare alcuni brandelli di tessuto dell’ovaio.

Dopodiché i tessuti vengono congelati e conservati fino al momento in cui, al termine delle cure, la paziente desidera rimanere incinta e riprendere la produzione di ormoni.

conservazione del tessuto ovarico - Campagna del Cavolo

La prima procedura di trapianto di tessuto ovarico è avvenuta nel 1999 e, da allora, sono state numerose le persone che hanno scelto questa soluzione per conservare la loro fertilità e provare a concepire anche in seguito a una patologia grave come i tumori o a patologie croniche come l’endometriosi.

Chi può scegliere la crioconservazione del tessuto ovarico

La crioconservazione del tessuto ovarico si presenta come una tecnica alternativa alla crioconservazione degli ovociti.

Sebbene siano tutte delle tecniche valide e sicure con buone percentuali di successo, può essere consigliata una tecnica piuttosto che un’altra a seconda delle condizioni specifiche della paziente.

Per esempio, nei casi di tumori alle persone molto giovani, spesso i cicli di cura devono essere iniziati molto rapidamente per aggredire la malattia tempestivamente.

Ferring – Campagna del Cavolo

In alcuni casi sono richieste terapie con ciclofosfamide, che è un agente chemioterapico molto efficace ma, allo stesso tempo tossico per le ovaie e per la produzione di ovuli. Pertanto, sui pazienti giovani che desiderano avere figli può essere molto dannoso, in quanto può danneggiare la loro fertilità futura.

In questi casi, la crioconservazione degli ovociti potrebbe non essere la soluzione ottimale in quanto richiede stimolazione ovarica e uno spostamento dell’inizio delle terapie di almeno 2-3 settimane. Inoltre, nelle pazienti giovani possono essere incluse anche bambine che ancora non hanno iniziato ad ovulare e per le quali non è possibile adottare questa tecnica.

Intervista – Dr. Cela

Le pazienti per cui è consigliata la crioconservazione del tessuto ovarico

Si tende a consigliare la conservazione del tessuto ovarico a pazienti che:

  • sono affette da patologie oncologiche che richiedono cure che potrebbero ridurre la fertilità o ostacolare il concepimento;
  • desiderano concepire o comunque non escludono di volerlo fare una volta terminate le terapie;
  • sono affette da patologie croniche come l’endometriosi;
  • sono in giovane età, in linea di massima al di sotto dei 38 anni, e comunque hanno ancora una buona disponibilità ovarica;
  • sono in età prepuberale;
  • devono sottoporsi a cure tempestive e non possono differire ulteriormente l’inizio delle terapie.

Quando il trapianto del tessuto ovarico è sconsigliato?

Oggi il trapianto del tessuto ovarico è considerato una tecnica efficace e sicura e, per quanto ancora in fase sperimentale, sembra avere un grande futuro.

In linea di massima, ci possono essere delle circostanze in cui viene sconsigliato. Sia la raccolta sia il trapianto del tessuto avvengono tramite intervento chirurgico: per quanto nella maggior parte dei casi avvenga per via laparoscopica, possono esserci sempre dei rischi legati all’intervento stesso.

Inoltre, per alcuni tipi di tumore, come quelli del sangue o quelli con alto rischio di recidiva, come il tumore all’ovaio, c’è sempre il rischio di reintrodurre delle cellule cancerose. In questi casi, i controlli sulle cellule sono molto scrupolosi al fine di ridurre al minimo la possibilità di dare luogo a una recidiva. Tuttavia, prima di sottoporsi a questa tecnica, è bene valutare, caso per caso, il rapporto tra rischi e benefici.

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