Come diagnosticare l’infertilità maschile.

Pubblicato il 19 giugno 2020

Sebbene esista un falso mito che tende ad attribuire alla donna le cause di un mancato concepimento, l’infertilità maschile sembra essere altrettanto frequente quanto quella femminile e, probabilmente, in aumento.

L’aumentare dell’età media in cui si cerca di avere il primo figlio è senz’altro una componente rilevante, sia per l’uomo che per la donna.
Se, infatti, per la donna la diminuzione della riserva ovarica è un fattore determinante nella riduzione della fertilità, è altrettanto vero che per gli uomini si verifica una inferiore qualità spermatica.
I mutati stili di vita, l’aumento dello stress e dell’inquinamento, oltre all’incidenza di fattori come l’obesità, il fumo e l’alcol, concorrono tutti ad aumentare i casi di infertilità.

Che cos’è l’infertilità

Si parla di infertilità quando dopo oltre un anno di rapporti mirati non protetti non si riesce a giungere al concepimento, senza che tuttavia ci siano cause fisiche accertate che lo impediscano.
Molto spesso non è facile riuscire a individuare la causa precisa e, in alcuni casi, non è nemmeno possibile distinguere se ciò dipenda dall’uomo o dalla donna, oltre al fatto che almeno in un terzo dei casi pare dipendere da entrambi.

Si parla di cause idiopatiche quando non è possibile individuare una causa specifica. In queste situazioni non ci sono patologie che possano ostacolare il concepimento, l’apparato riproduttivo di entrambi non presenta anomalie, non si è in presenza di amenorrea e i valori relativi al numero di spermatozoi è nella norma.
Questa condizione, apparentemente senza cause, si riscontra circa nel 30% dei casi.

diagnosticare infertilità maschile

L’infertilità maschile

L’infertilità maschile è un problema sempre più frequente, in aumento soprattutto nelle fasce più giovani, e oggi interessa circa il 7% degli uomini.

Essa può essere caratterizzata da due condizioni:

  • Insufficiente produzione di spermatozoi;
  • Scarsa qualità del liquido spermatico con possibile riduzione della motilità o della concentrazione degli spermatozoi o alterazioni morfologiche.

Tuttavia, si tratta di una situazione molto diversa dalla sterilità, anche se spesso nel linguaggio comune si tende a confonderle.
Si parla di sterilità, infatti, quando si è in presenza di azoospermia (nessuna produzione di spermatozoi), aspermia (assenza di eiaculazione) o necrozoospermia (gli spermatozoi sono presenti nel liquido seminale ma sono morti).

Le cause dell’infertilità maschile

Le cause dell’infertilità maschile sono molte e ancora molto c’è da scoprire su di esse. Inoltre, c’è da considerare che in alcuni casi si possono verificare contemporaneamente più cause concomitanti.

Esistono cause anatomico-funzionali, come il criptorchidismo, che si verifica quando nel bambino i testicoli non scendono correttamente nella loro sede entro l’anno di vita.
Sebbene possa essere una condizione operabile chirurgicamente, si può riscontrare una riduzione della produzione spermatica.
Altre cause analoghe possono essere genetiche, con uno sviluppo imperfetto del testicolo, oppure derivanti da patologie come varicocele.

Inoltre, infezioni all’apparato uro-genitale, febbre e uso di farmaci possono influire negativamente sulla qualità e quantità degli spermatozoi.
Infine, possono incidere in maniera significativa gli stili di vita. Obesità, stress, inquinamento atmosferico, esposizione alle sostanze tossiche, fumo e alcol sono fattori che incidono in maniera importante sulla qualità spermatica.

Gli esami per diagnosticare l’infertilità maschile

Nel caso in cui si sospetti una infertilità maschile, la prima cosa da fare è recersi da un andrologo in modo che si possano valutare attentamente tutte le possibili cause.

Durante la visita andrologica, prima di tutto verrà fatta una anamnesi completa, che includerà anche la storia familiare, in quanto l’infertilità può essere condizionata anche da fattori genetici. Inoltre, verranno prese in considerazione malattie o patologie precedenti, la situazione lavorativa, personale e gli stili di vita.
Verrà quindi eseguita una visita andrologica dal punto di vista fisico, con esame obiettivo dei genitali e, in particolare, dei testicoli.

A seconda dell’esito della visita potranno essere disposti degli esami diagnostici.

Lo spermiogramma

 Lo spermiogramma è un esame diagnostico di laboratorio grazie al quale vengono analizzate le caratteristiche del liquido seminale. Il liquido seminale deve essere raccolto in un contenitore sterile dopo un’astinenza sessuale di almeno due giorni e deve essere conservato a temperatura costante tra 20° e 37°.

Attraverso questo esame vengono esaminati: il numero totale degli spermatozoi presenti, la loro concentrazione, la loro motilità, la loro morfologia e vitalità, oltre al ph e alla quantità di leucociti.

Si tratta di un esame fondamentale, per poter avere un quadro preciso di quale può essere il problema specifico e, di conseguenza, di giungere a una diagnosi.

Esami strumentali: ecocolordoppler testicolare

Si tratta di un esame non invasivo, simile a una ecografia, attraverso le quali viene esaminata la struttura fisica dei testicoli, per evidenziale eventuali anomalie.
Attraverso questo esame si possono individuare eventuali patologie che possono avere provocato lesioni testicolari oppure la presenza di varicocele

Altri esami diagnostici per infertilità maschile

Altri esami che vengono condotti per valutare l’infertilità maschile sono i test di funzionalità spermatica: il Tunel test, per esempio, è un test che analizza la frammentazione nel DNA spermatico. In genere viene prescritto quando i valori registrati con lo spermiogramma sono nella norma, per valutare possibili danni al DNA degli spermatozoi.

Esiste poi una diagnostica ormonale che permette di analizzare il dosaggio di alcuni ormoni, per valutare la funzionalità tiroidea, oltre che i livello di testosterone, prolattina, FSH e LH.

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