Molte donne, almeno alcune volte durante la loro vita fertile, sperimentano un ciclo irregolare.
Entro certi range, si tratta di una condizione piuttosto comune, che non deve preoccupare. Quando però l’irregolarità diventa più frequente, è bene valutarne le cause per capire se possono nascondersi delle situazioni preoccupanti e come affrontarle.
Il ciclo mestruale è considerato regolare quando ha una durata costante, con intervalli tra una mestruazione e l’altra che vanno in genere dai 24 ai 35 giorni. Naturalmente ogni corpo ha il proprio ritmo: alcune donne hanno un ciclo più breve, altre più lungo, ma ciò che conta è la regolarità nel tempo.
Si parla di ciclo irregolare quando le mestruazioni arrivano in momenti imprevedibili, variano molto da un mese all’altro o sono assenti per lunghi periodi. Anche anticipi o ritardi frequenti, cicli molto abbondanti o molto scarsi, possono rientrare in questo quadro.
Non sempre si tratta di un problema medico: a volte si verificano fluttuazioni temporanee legate a situazioni di stress, cambiamenti nello stile di vita o transizioni fisiologiche, come l’adolescenza o la premenopausa. Altre volte, invece, il ciclo irregolare può essere il segnale di qualcosa che merita attenzione.
Le irregolarità del ciclo possono avere origini molto diverse tra loro: a volte sono il risultato di un cambiamento fisiologico naturale, altre volte dipendono da fattori esterni, come lo stress o lo stile di vita. In alcuni casi, invece, possono essere il segnale di una condizione medica da approfondire con il proprio ginecologo.
Per capire meglio cosa può influenzare la regolarità del ciclo, è utile distinguere tra le cause fisiologiche, quelle legate allo stile di vita e quelle di tipo organico o patologico.
In alcune fasi della vita è del tutto normale che il ciclo mestruale risulti irregolare. Durante la pubertà, ad esempio, il sistema ormonale ha bisogno di tempo per stabilizzarsi: nei primi anni dopo il menarca, è frequente che le mestruazioni arrivino in modo irregolare, siano troppo ravvicinate o si presentino a intervalli molto lunghi.
Anche la premenopausa — il periodo che precede la menopausa vera e propria — è una fase di grande variabilità ormonale. I livelli di estrogeni e progesterone iniziano a oscillare in modo più marcato, e il ciclo può diventare più breve, più lungo o scomparire per diversi mesi prima di cessare definitivamente.
Un altro caso del tutto fisiologico è la gravidanza, durante la quale le mestruazioni si interrompono per effetto degli ormoni che sostengono lo sviluppo dell’embrione e della placenta. Dopo il parto, la ripresa del ciclo può richiedere del tempo e variare molto da donna a donna, soprattutto in presenza di allattamento.
La prolattina, l’ormone responsabile della produzione di latte materno, tende infatti a inibire l’ovulazione: per questo motivo, nei mesi successivi alla nascita di un figlio è comune che le mestruazioni siano assenti o irregolari, soprattutto se l’allattamento è esclusivo e prolungato.
Queste irregolarità, in tutte le situazioni citate, sono espressione di cambiamenti naturali del corpo e, nella maggior parte dei casi, non richiedono interventi medici, se non per un monitoraggio o per alleviare eventuali fastidi associati.
Il ciclo mestruale è fortemente influenzato dal benessere psicofisico. Periodi di stress intenso, cambiamenti emotivi o eventi che alterano l’equilibrio quotidiano, come un lutto, un trasloco, un esame importante o un periodo di forte pressione lavorativa, possono interferire con la produzione ormonale e compromettere la regolarità del ciclo.
Anche lo stile di vita influenza l’aspetto ormonale. Diete troppo restrittive, una perdita di peso repentina o un’alimentazione squilibrata, povera di nutrienti essenziali, possono ostacolare l’ovulazione. Lo stesso accade con l’attività fisica eccessiva, soprattutto quando non è accompagnata da un adeguato apporto calorico.
A influire possono essere anche abitudini apparentemente meno rilevanti, ma che nel lungo periodo compromettono l’equilibrio ormonale: dormire poco o in modo irregolare, consumare frequentemente alcolici, fumare, condurre una vita disordinata e con ritmi molto sfasati. Tutti questi fattori possono interferire con l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie, che regola il ciclo mestruale.
Perfino situazioni transitorie, come lunghi viaggi con cambi di fuso orario o turni di lavoro notturni, possono disorientare l’organismo e provocare ritardi, anticipi o assenze temporanee delle mestruazioni.
Quando il ciclo mestruale diventa irregolare in modo persistente, è importante valutare la possibilità che vi siano cause organiche o condizioni mediche sottostanti. Una delle più comuni è la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), un disturbo endocrino che può interferire con l’ovulazione, provocando cicli lunghi, irregolari o addirittura assenti.
Anche le disfunzioni della tiroide, sia quando la sua funzionalità è rallentata (ipotiroidismo) sia quando è eccessiva (ipertiroidismo), possono alterare profondamente il ritmo mestruale, dal momento che la tiroide regola molte funzioni ormonali dell’organismo. In questi casi, il ciclo può diventare più lungo, più corto, più abbondante o più scarso, a seconda del tipo di alterazione.
Altre possibili cause includono la presenza di fibromi uterini, endometriosi, iperprolattinemia o altre condizioni che interessano direttamente l’apparato riproduttivo o il sistema endocrino.
Infine, anche alcuni farmaci, così come l’interruzione recente della pillola anticoncezionale o altri trattamenti ormonali, possono influire sul ciclo, causando temporanee irregolarità. In questi casi è sempre opportuno rivolgersi al proprio ginecologo per approfondire le cause e valutare eventuali rimedi.
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