La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) raggruppa tutte le tecniche che possono permettere alle coppie di avere figli anche quando vi sono evidenti problemi legati alla fertilità. Vi possono essere varie ragioni per il sopraggiungere di questa condizione e, la PMA, opera proprio a 360 gradi su questa vasta area.
Questo obiettivo viene perseguito studiando a fondo le problematiche relative all’infertilità ed analizzando approfonditamente il quadro delle coppie che decidono di intraprendere questa strada, attraverso analisi mediche e colloqui con staff preposti all’accompagnamento nel percorso di PMA.
Uno degli aspetti di cui si deve tenere conto sono i requisiti di accesso alla PMA, ovvero un insieme di elementi soggettivi e oggettivi che devono essere rispettati affinché una coppia possa essere o meno inserita nel programma di Procreazione medicalmente assistita.
Cerchiamo di conoscere più a fondo quali siano questi requisiti e conseguentemente capire chi possa accedere alla PMA.
Per capire in modo chiaro e preciso quali siano le regole attraverso le quali le coppie possano accedere al programma di Procreazione Medicalmente Assistita, occorre far riferimento alla legge 40/04. Tale legge ha subito profonde modifiche per effetto dell’intervento della Magistratura di merito e della Corte Costituzionale.
Per quanto riguarda i soggetti aventi diritto di accesso, alle coppie sterili sono state aggiunte quelle portatrici di gravi patologie trasmissibili alla prole .
Ecco quanto prevede la legge 40 così come integrata dalla Sentenza della Corte Cost 96/2015 in merito all’accesso alla Procreazione Medicalmente Assistita:
Per quanto riguarda le tecniche di PMA eterologa le condizioni specifiche che i medici richiedono alle coppie, affinché esse possano essere ritenute idonee all’accesso, senza pretesa di completezza, possono essere sintetizzate nel modo che segue.
Le indicazioni in merito alla condizione clinica della donna, più ricorrenti, sono:
Le indicazioni in merito alla condizione clinica dell’uomo più ricorrenti, sono:
La Procreazione Medicalmente Assistita secondo la legislazione vigente nel nostro paese non può essere consentita fuori dai casi di coppia eterosessuale coniugata o convivente in età fertile e affetta da sterilità. In particolare l’accesso alla PMA non sarà possibile per:
Quanto alle coppie in età non più fertile occorre precisare che il limite effettivo di età non è quantificato con precisione a livello generale, ma quando non stabilito con norma della Regione in cui ha sede il Centro di PMA sarà il medico specializzato a stabilire l’idoneità o meno della coppia a sottoporsi alla Procreazione Medicalmente Assistita.
Ultimo aspetto che andiamo ad analizzare, è quello legato a come muovere i primi passi per l’avvio della procedura di Procreazione Medicalmente Assistita. Qualora si stia prendendo in considerazione l’ipotesi di ricorrere alla PMA per problemi legati all’impossibilità di concepimento per via naturale, verificato il possesso dei requisiti per l’accesso, sarà possibile rivolgersi ad un centro pubblico come ad uno privato.
Qui vi sarà il primo colloquio tra gli specialisti del centro e la coppia, e in presenza dei requisiti soggettivi e oggettivi per accedere alla procedura, verranno effettuate una serie di analisi mirate, volte alla definizione complessiva del quadro clinico della coppia. Assunti i risultati, sarà possibile avviare la procedura di PMA attraverso la modalità tecnica migliore da adottare nel caso specifico.
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