Molte coppie, dopo aver tentato invano di avere un bambino, si chiedono come aumentare le possibilità di concepire.
I motivi, che stanno alla base di un mancato concepimento, possono essere numerosi e non sempre di facile comprensione.
Al di là di motivazioni legate a situazioni patologiche, spesso ci si trova in presenza delle cosiddette cause idiopatiche, ovvero un concorso di cause non ben definite che spesso sono originate da stili di vita o abitudini quotidiane che potrebbero ostacolare il concepimento.
Altre volte, pur non essendoci alcuna causa apparente, il concepimento semplicemente tarda ad arrivare.
Molti studi scientifici si sono concentrati proprio sulla mancanza di cause apparenti, tanto più che sono piuttosto frequenti i casi in cui la situazione si blocca quando ormai la coppia ha quasi rinunciato alla ricerca di un figlio.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quando di parla di salute, si fa riferimento non solo alla salute cosiddetta fisica, ma a un complesso di condizioni che riguardano il benessere psicofisico, inteso come l’insieme delle condizioni fisiche, mentali e relazionali.
Anche la fertilità sarebbe strettamente legata al benessere psicofisico e verrebbe fortemente influenzata dalla consapevolezza di sé e dalla capacità di affrontare gli eventi esterni.
Lo stress, già identificato come uno dei fattori che influenza la capacità di concepire, avrebbe in questo senso un ruolo chiave: il mancato concepimento potrebbe generare una sorta di circolo vizioso a cui la frustrazione si aggiunge a situazioni difficili, rendendo di fatto sempre meno probabile il raggiungimento della gravidanza.
Oggi gli studi scientifici sono concordi nel sostenere che esiste una connessione molto stretta fra corpo e mente e l’uno è in grado di influire sull’altra e viceversa.
Quando una donna desidera fortemente un figlio, può verificarsi quella che viene definita ansia da concepimento.
Un tempo questo fenomeno era molto meno frequente di oggi: la vita era meno organizzata e ci si affidava più facilmente alla sorte. Oggi, al contrario, la pianificazione serrata delle tappe della vita, dallo studio, al lavoro, fino al matrimonio, e uno spostamento in avanti delle età media a cui si inizia a cercare il primo figlio producono una sorta di stress, nel desiderio di ottenere la gravidanza in un preciso momento della vita. Ovvero, dopo che si sono conquistati determinati obiettivi e prima che sia troppo tardi.
Tutto ciò genera quello che gli esperti chiamano appunto ansia da concepimento: una condizione che può provocare un blocco e, paradossalmente, allontanare il concepimento.
Capita con una certa frequenza che il concepimento arrivi quando non lo si sta più cercando: quando, per esempio, si sono avviate le pratiche per una adozione oppure quando, giunti a una certa età, ci si è rassegnati a non avere figli.
Proprio per questo, i medici consigliano di cercare di vivere la ricerca della gravidanza con la massima serenità per aumentare le possibilità di concepire.
Se è vero che dopo una certa età il concepimento diventa statisticamente meno probabile, è però altrettanto vero che non è impossibile: anche per chi desidera un figlio dopo i 35 anni, la ricerca del concepimento dovrebbe essere vissuta come un’esperienza magica e non come un dovere da portare a termine entro il minor tempo possibile.
Aumentare il proprio benessere e quello di coppia può, senza dubbio, favorire il concepimento.
Il benessere è, infatti, una condizione di salute che riguarda tutta quanta la sfera psicofisica, comprese quella mentale ed emozionale.
Se si sta bene all’interno della coppia e se si vive la situazione in serenità, è molto probabile che tutto il corpo ne tragga benefici, con ricadute positive anche per la fertilità.
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