La gravidanza è un periodo di tempo piuttosto lungo in cui i cambiamenti fisici e psicologici si innestano gradualmente in modo tale che la futura mamma possa adattarsi alle trasformazioni.
Il fatto che la dolce attesa duri così a lungo non è affatto casuale.
In natura la durata della gravidanza delle varie specie di mammiferi dipende da una serie di fattori tra cui la durata media della vita, la dimensione media dell’animale ma anche le condizioni ambientali a cui il cucciolo dovrà abituarsi.
Non è strano perciò che la gravidanza dei trichechi duri ben 15 mesi, il tempo necessario per la madre per ingrassare a sufficienza e fornire tutto il fabbisogno alla sopravvivenza del cucciolo e alla propria, viste le temperature rigide in cui vivono.
Allo stesso modo la natura ha messo a punto un sistema riproduttivo del tutto efficace per il mammifero più evoluto: l’uomo.
Ai cambiamenti fisici che accompagnano la futura mamma nelle fasi della gravidanza, si abbinano corrispondenti cambiamenti psicologici: anche questi non sono casuali, ma servono a formare la capacità dei futuri genitori a prendersi cura nel modo migliore del proprio bambino.
Il fatto stesso che la dolce attesa duri tanti mesi serve anche a formare lo speciale legame che si instaura lentamente tra madre e figlio, fino a far percepire il neonato quasi come una parte di sé.
Già durante la gravidanza inizia questo processo tanto che si osservano delle vere e proprie fasi psicologiche che si alternano in modo per nulla casuale.
Il primo trimestre è il periodo più delicato sia da un punto di vista psicologico sia da un punto di vista fisico.
Il concepimento è avvenuto da poco ed il rischio di aborto spontaneo è molto maggiore che nei trimestri successivi, tanto che si calcola che circa il 90% degli aborti spontanei avvenga proprio in questo periodo.
La futura mamma, per quanto desiderasse la gravidanza, vive il primo momento di shock per la scoperta ed ha bisogno di tempo per metabolizzare la novità. Nascono le prime ansie e preoccupazioni per la salute del bambino, oltre che per la propria, anche in relazione alle nuove sensazioni fisiche che si provano, di cui ancora non si ha esperienza.
Infatti, da un punto di vista fisico, in questo momento si verificano rapidi cambiamenti ormonali con influenze importanti come cambiamenti di umore, stanchezza, nausea. Nella maggior parte dei casi si tratta di leggeri disturbi, ma in qualche gravidanza possono essere pesanti da tollerare e possono contribuire a creare instabilità emotiva.
Il secondo trimestre è un periodo di importante assestamento.
In questo periodo i disturbi causati dallo squilibrio ormonale si trasformano: nella maggior parte dei casi diminuiscono fino a scomparire o comunque tendono a diventare più gestibili.
Inoltre, la consapevolezza di aver superato il periodo più rischioso aiuta la futura mamma a diminuire l’ansia e si comincia a pensare in modo più concreto all’idea di diventare genitori.
Quest’idea viene anche rafforzata dal fatto che il bambino subisce una trasformazione evidente: nelle ecografie si incominciano a intravedere come si stanno formando gli arti e l’aspetto del nascituro comincia a diventare sempre più quello di un bambino.
Inoltre, in questo trimestre la mamma comincia a percepire i primi movimenti del bambino e a rendersi conto concretamente che nella sua pancia si sta formando una nuova vita.
È proprio questo il momento in cui il legame tra mamma e bambino diventa così forte: da un punto di vista psicologico la comunicazione intrauterina è alla base del rapporto che si formerà con il passare dei mesi.
Nel momento in cui i movimenti intrauterini si inizieranno a percepire anche dall’esterno, sarà molto importante per il benessere psicofisico della mamma e del nascituro la presenza del papà e degli eventuali fratellini o sorelline. La percezione di quei piccoli segnali di vita aiuterà anche loro a instaurare un legame indissolubile corso della vita famigliare.
Il terzo trimestre è quello che coincide con l’ultima fase della gravidanza e che porta alla nascita del bambino.
Sebbene ogni gravidanza abbia una storia a sé, questo è un periodo in cui può tornare una certa apprensione in vista del parto.
Da un punto di vista psicologico l’aspettativa sale e aumenta il desiderio di vedere, finalmente, il proprio bambino. Ormai la consapevolezza che si sta per diventare genitori si è instaurata dentro alla futura mamma e al futuro papà e si iniziano a fare i primi progetti.
Inoltre, si inizia a interrogarsi sulle fattezze del bambino, sulle caratteristiche fisiche e su quelle caratteriali e si è ansiosi che si sveli nelle sue caratteristiche reali. Questa fase di immaginazione e di aspettativa, per quanto bellissima, potrà creare maggiori o minori sconvolgimenti in base a quanto la realtà dei fatti si discosterà da ciò che ci si aspettava.
Al di là del puro aspetto fisico, la scoperta di patologie o difficoltà che non erano prevedibili prima del parto potrebbe richiedere una fase di assestamento psicologico piuttosto lungo e importante.
Infine, in questo periodo potrebbero concentrarsi le paure legate al parto: sia per quanto riguarda il pensiero del travaglio sia per quanto riguarda il benessere del bambino.
Per chi è al primo figlio si consiglia di partecipare a corsi preparto che hanno la funzione di insegnare le buone pratiche per un parto felice, aiutare a calmare l’ansia e ad affrontare l’evento con tranquillità ma anche a prepararsi psicologicamente a ciò che comporterà, sotto tutti i profili, la nascita del bambino.
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