Aumentare la fertilità è un obiettivo che non riguarda solo le coppie e la loro vita privata, ma che si riflette anche sulla società, con conseguenze molto importanti. Oggi le tecniche di prevenzione della fertilità, come il social freezing, consentono alle coppie di provare ad avere un figlio nel momento che ritengono più adatto.
Scegliere il momento giusto per diventare genitori non è affatto facile, tanto più in una società come la nostra in cui problematiche lavorative e sociali si aggiungono alle normali riflessioni di chi vuole avere un bambino.
Tuttavia, spesso manca la consapevolezza del fatto che con il passare del tempo riuscire a diventare genitori può diventare più difficile. Man mano che aumenta l’età, si è meno fertili e maggiori sono le probabilità di non riuscire a concepire in tempi brevi o di non riuscire del tutto.
I dati parlano chiaro: secondo l’ISTAT circa il 10% delle coppie italiane soffre di problemi di infertilità, oltre al fatto che il numero dei nuovi nati dal 2002 al 2019 è diminuito di circa il 22% e che l’età media della prima gravidanza ha superato i 32 anni.
Non tutti gli aspiranti genitori, però, sono consapevoli del rischio di non riuscire a concepire: si calcola che una donna su due non sa a che età la fertilità inizia a diminuire, in particolare che dopo i 30 anni la riserva ovarica si riduce progressivamente.
Fertility Europe, l’organizzazione promossa dalle principali associazioni che si occupano di fertilità, all’inizio di quest’anno ha proposto una tavola rotonda «Fertility Awareness in 2021: Educating the Young Generation».
In questa occasione ha lanciato un appello per mettere i giovani al corrente dei rischi che si corrono nel momento in cui la maternità viene posticipata eccessivamente. Ma non solo: anche i comportamenti individuali, come fumo, alcol, malattie sessualmente trasmissibili, inquinamento, sedentarietà, etc. possono influire negativamente sulle probabilità di avere un bambino.
Oltre all’educazione alla fertilità, è molto importante che i giovani siano a conoscenza delle tecniche per la preservazione della fertilità, in modo da poter pensare ad un figlio in modo consapevole e informato.
Molte persone non hanno mai sentito parlare di social freezing oppure non ne hanno compreso esattamente le opportunità. Chi si trova in giovane età e, per svariati motivi, non è nelle condizioni di diventare genitore nell’immediato, può scegliere tecniche che consentono di posticipare il momento della gravidanza senza ridurne le probabilità.
Con il passare del tempo – è fisiologico – la fertilità diminuisce sia per le donne sia per gli uomini. Si tratta, soprattutto per le donne, di un calo drastico che, a partire dai 30-35 anni, aumenta esponenzialmente. Al contrario l’età media per ricercare il primo figlio continua a salire e si aggira oggi attorno ai 32 anni.
Ciò significa che le donne iniziano a cercare un figlio sempre più tardi, quando le probabilità di riuscirci cominciano a ridursi sempre di più.
La scienza ha perfezionato tecniche sempre più efficaci per consentire di avere figli anche a chi non è più giovanissimo. Inizialmente, almeno in Italia, queste tecniche erano consentite solo alle pazienti oncologiche, mentre da qualche anno è possibile accedervi anche per coloro che hanno motivi sociali per posticipare la maternità.
In questo caso, si tratta di egg freezing, ovvero della crioconservazione degli ovociti: questa tecnica consente di conservare i propri ovuli che verranno reimpianti nel momento in cui si desidera la maternità, riportando la situazione riproduttiva indietro nel tempo.
Essere informati su queste tecniche fin da giovani è molto importante perché il prelievo andrebbe fatto in giovane età o comunque entro i 35-38 anni.
Spesso, invece, quando si è giovani si hanno altri interessi: oggi non è raro che prima dei 35 anni si stia ancora studiando o che la carriera sia all’avvio. Inoltre, in questa fascia d’età molte persone non hanno ancora un partner fisso o comunque un partner con cui decidere di mettere su famiglia. Negli ultimi vent’anni la struttura sociale è cambiata notevolmente e ha portato ad esigenze molto diverse, tuttavia, nonostante l’allungamento della vita media, la fertilità non si è prolungata nel tempo.
Talvolta, donne con più di 40 anni vogliono sottoporsi a questa tecnica quando è troppo tardi e le probabilità di successo diventano troppo scarse, oltre al fatto che si aggiungono problematiche legate all’età. Pensarci in tempo, dunque, diventa fondamentale per avere la possibilità di provarci e di riuscire ad avere un bambino.
La crioconservazione degli ovociti richiede un prelievo, per via vaginale, degli ovociti, che verranno poi crioconservati e reimpiantati nel momento in cui si desidera la gravidanza.
Prima di sottoporsi a questa tecnica è necessaria la stimolazione ovarica, che avviene tramite la somministrazione di ormoni. Sono, infatti, gli ormoni a stimolare lo sviluppo di un numero elevato di ovuli nelle ovaie. In questo periodo si tiene sotto osservazione la paziente tramite ecografie che consentono di individuare il momento giusto per il prelievo.
Gli ovociti aspirati vengono selezionati e congelati e conservati in azoto liquido, fino al momento in cui la paziente decide di utilizzarli.
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