Spesso ci si chiede se l’assunzione di alcool durante la gravidanza possa essere dannosa per il feto o se il divieto di bere alcolici in gravidanza sia una precauzione inutile ed esagerata.
Molti credono che solo l’abuso di alcool sia pericoloso per il feto e che le bevande come il vino o la birra, entro certi limiti, non possano creare alcun problema.
Nel 2015 è stato effettuato uno studio statistico che ha interessato circa ottocento donne tra i 18 e i 44 anni, di cui circa la metà aveva figli in età prescolare o era in gravidanza, mentre l’altra metà era senza figli.
Circa il 65% delle donne con figli dichiarava di essere consapevole del fatto che in gravidanza è sconsigliato assumere alcool, tuttavia molte di queste non davano troppa importanza alla prescrizione e non avevano smesso del tutto di bere. Inoltre circa il 30% non aveva intenzione di cambiare abitudini o non aveva del tutto chiari i limiti e ben il 67% pensava che consumare alcool saltuariamente non fosse rischioso per il bambino.
In realtà, gli studi scientifici dimostrerebbero il contrario. Ogni sostanza assunta dalla madre in gravidanza viene trasmessa al bambino, soprattutto l’alcool, il quale riesce ad attraversare la placenta e a raggiungere il feto.
Mentre l’adulto possiede nel suo stomaco gli enzimi necessari a digerire e metabolizzare l’alcool, il bambino ancora non li possiede e non ne può eliminare la tossicità.
Per questo motivo, sia la Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia sia il Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e la Società Italiana di Alcologia, negli anni hanno promosso diverse campagne di informazione attraverso le quali hanno sensibilizzato le future mamme a fare attenzione ai rischi dell’alcool, indicando rischi e comportamenti inappropriati.
In gravidanza anche consumare una quantità minima di alcool può danneggiare la salute e lo sviluppo del feto.
Come rivela uno studio condotto su circa 1500 donne, le donne che consumano due-tre bevande alcooliche al giorno hanno un rischio più elevato di partorire un bambino con malformazioni o ritardi psicomotori, così come di aborto spontaneo.
L’alcool, nel momento in cui raggiunge il feto, può causare anomalie o malformazioni in quanto può provocare gravi modificazioni cellulari fino a distruggere le cellule stesse. Inoltre, può influire sulla circolazione placentare e causare ipossia, con danni molto gravi al sistema nervoso centrale.
L’entità dei danni è direttamente dipendente dal quantitativo dell’alcool assunto, dal trimestre di gravidanza e dalla frequenza di assunzione. I primi tre mesi sono considerati i più rischiosi soprattutto per il rischio di aborto spontaneo e di malformazioni dell’embrione. Il rischio è presente anche negli altri mesi di gravidanza, sebbene con una vulnerabilità diversa del feto a seconda della fase di sviluppo.
Tra le cause di ritardo mentale grave il consumo di alcool è al terzo posto, dopo la sindrome di Down e la sindrome dell’X fragile, per numero di casi rilevati.
Quando l’uso di alcool supera un certo limite, il bambino può ammalarsi della Sindrome Feto Alcolica (Fetal Alcohol Syndrome-FAS), una patologia irreversibile molto grave che comporta una serie di malformazioni e di alterazioni comportamentali. Si tratta della conseguenza più grave tra quelle provocate dall’esposizione del feto all’alcool.
I bambini affetti da FAS alla nascita hanno tratti somatici tipici della malattia: palpebre sottili, spazio ridotto e liscio tra il labbro superiore e il naso, labbro superiore assottigliato, attaccatura bassa dell’orecchio.
Esistono poi una serie di disturbi e sintomi di vario genere che vengono indicati con l’acronimo FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorder-FASD).
Tra questi vi sono:
Attualmente non si hanno dati sicuri sul numero di casi della FAS né della FASD a livello globale. Tuttavia, alcuni studi attuati presso il Policlinico Umberto I stimerebbe una percentuale di bambini affetti da FAS dell’1,2 su mille bambini nati vivi. Mentre i casi di FASD si attesterebbero attorno al 6%.
Su quanto alcool si possa consumare durante gravidanza le opinioni sono contrastanti. Tuttavia, in mancanza di dati precisi che dimostrino quale sia il limite certo per essere sicuri di non causare danni al feto, il Ministero della Salute e la Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia, che nel nostro paese rappresentano la voce più autorevole in materia, consigliano di evitare del tutto il consumo di alcool in gravidanza, con particolare attenzione al primo trimestre.
Tanto più che, per una serie di ragioni sociali, l’uso di alcoolici nelle donne è aumentato sensibilmente sia per quanto riguarda la quantità assunta sia per la frequenza. Quando poi l’uso di alcool viene associato a malnutrizione o nutrizione non sufficiente, come spesso avviene nelle fasce socio-economiche più basse, il rischio è ancora più alto.
Gli studiosi ipotizzano che il feto possa essere affetto da FAS con un consumo da parte della mamma di soli 20 grammi di alcool al giorno. Per questo motivo alcune opinioni stabilirebbero intorni ai 10 grammi di alcool al giorno il limite massimo.
Tuttavia, attualmente non è accertata l’esistenza di una soglia minima di alcool che escluda del tutto le complicanze: anche quantità inferiori possono causare deficit meno clamorosi, ma comunque rilevabili, nell’apprendimento e nelle abilità psicomotorie del bambino.
Quindi, è meglio astenersi del tutto.
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